30 maggio 2003

venerdì, 30 maggio 2003   [link]
 

. . Per un periodo di anni non accade nulla. La struttura rimane al suo posto non toccata da niente che abbia forma di altra struttura, differenza. Poi qualcosa nella sua crescita piega verso affetto. Ossia verso una variazione che implica un’idea di “esterno” (a sé, a sé struttura). Allora le ore e luci si contraggono, gli accenti si ridispongono sulle frasi, che cambiano per inseguirli o farsene rideterminare. Una parola detta diventa una scrittura spostata. Sul fondale, che è opaco, si profilano le ombre delle comparse, si muovono e tutta l’impacatura sembra avere intenzione di splenderne. . .