appunto # 1.4

sabato, 12 agosto 2006   [link]  

sono di volta in volta ritrovate le parole per la sottrazione, per l’assenza.  banalmente si può rammentare che tutta la scrittura è in fondo un confronto con la mancanza, con i vari aspetti della dissoluzione, della perdita.

mentre non c’è un vocabolario per l’accumulo, per l’accatastamento illimitato.  (che è la forma di una società di merci: una società in cui la forma di merce è ciò che descrive o si avvia a descrivere il complesso dell’esistente).

non è forse un caso che alcune tra le scritture più interessanti della nuova poesia francese, inglese e italiana (e non solo) si riapproprino di strutture elencative, installative.  dell’enigma e della wunderkammer.  del catalogo.