Archivio mensile:Agosto 2006

7-18 gennaio 2006

mercoledì, 18 gennaio 2006   [link]
 

Luigi Severi

Nota su G.Gigliozzi, Neuropa              

        

Mentre cerco di guarire la follia altrui,
occorre che io sia folle quanto loro

(Thomas More, Utopia)

                                                                                            

Ha scritto Foucault: «L’esperienza della Sragione, che sino al XVIII secolo aveva portato l’uomo occidentale a incontrare la notte della sua verità e la sua contestazione assoluta, diventerà – e resta tuttora – la via di accesso alla verità naturale dell’uomo». La coscienza di questa affermazione, e della metodica attenzione alla storia umana che ad essa è sottesa, è la radice emotiva e cognitiva di Neuropa. Che non è romanzo su un folle, né romanzo della follia: ma (come il titolo reca impresso in sé) scrittura che attraverso l’ipotesi di una follia accede alla (e mette in scena la) progressiva costituzione psicotica dell’Occidente postilluministico, schiacciato nel cono di luce della ragione e repressivo di ogni ombra, costretta alla violenza di un’emersione sacrilega, bellica in sé. Nella fattispecie di Neuropa, la follia è la schizofrenia di un uomo di secondo Settecento, chiamato IO (per antifrasi, rappresentando cioè, per assenza di confini, l’esatto contrario del nascente IO borghese), e presto internato nell’ospedale di Charenton, celebre perché residenza coatta, per lunghi anni, del marchese de Sade. Proprio la collaborazione con de Sade, dedito in quel momento all’allestimento di spettacoli teatrali con cast di malati di mente, porterà IO a sperimentare le potenzialità identificative della propria patologia, capaci di condurlo in andirivieni sempre più complessi attraverso il precedente secolo, in una successione di personalità secondarie (su tutte quella di un domenicano peregrinante in terra iberica alla fine del XVII secolo), o cruciali per la formazione del nuovo mondo: da Newton a Diderot, da Marat a Voltaire. Ma due sono i contesti in cui più frequentemente le personificazioni di IO si trovano rappresentate: la Spagna successiva al 1672, dunque di piena decadenza e di poco precedente i conflitti per la successione; e la Parigi rivoluzionaria, nelle cui violenze e nei cui ideali le contraddizioni passate e future si inscenano con cruda evidenza.

     

Come inevitabile, tale pluralità schizofrenica non si limita ad essere sostanza della narrazione, ma contagia anche l’ossatura della costruzione narrativa, metamorfica e cangiante come il suo oggetto. L’evasione dai modelli è cifra multipla del romanzo: che è insieme un conte philosophique, ma incrociato con il sermone scollacciato del secentesco André Boulanger; un viaggio allegorico-didattico (con psicomachia tutta moderna in filigrana), ma vivacizzato e stravolto da lunghe iniezioni picaresche; un racconto arturiano di Parsifal in chiave laica (IO dapprima cerca nei cadaveri i segni di un qualche principio «invedibile», poi, nelle sue vesti ispaniche, si pone confusamente sulle tracce di un LUI, volta per volta dal nome diverso, sfuggente ma ben poco divino, quando non furfantesco); e insomma un romanzo storico, ma nel significato più alto possibile: non occasione di abilità meccanica come nella narrativa postmoderna nostrana (dall’intarsio colto di Eco al balocco di plastica di Baricco); ma viceversa animato da tensione etica potente sebbene mai esibita, com’è in Manzoni o in Saramago. La stessa scelta dell’arco cronologico in cui si muove la vicenda storico-psichica non è neutra in nulla: le figure rievocate o reinventate da Gigliozzi si agitano nell’infanzia della nostra epoca, ovvero nel preambolo e nella sanguinosa esplosione dell’illuminismo, lungo anni in cui «con l’espansione dell’economia mercantile borghese l’oscuro orizzonte del mito è rischiarato dal sole della ratio calcolante, ai cui gelidi raggi matura la messe della nuova barbarie» (Horkheimer-Adorno). Dunque il romanzo è radiografia affabulante della fissazione a un trauma originario cui persino i primi anni di questo nuovo millennio vanno ricondotti; è itinerario entro la biografia dell’uomo contemporaneo, attraverso il riaffioramento, quasi per balzi d’ipnosi, o per negromanzia dei suoi avi ‘moderni’, di frammenti della sua nascita.

           

Ma l’efficacia della scelta del tempo d’ambientazione va anche oltre. Nel periodo a cavaliere tra Sei e Settecento avviene il definitivo passaggio dal romance rinascimentale, fondato sull’esemplarità di vasto momento, al novel moderno, fondato sul soggetto e sulla singolarità realistica dell’azione: alla cerniera di questo trapasso, «termine d’un processo di trasformazione di tutto il sistema simbolico della cultura europea» (Celati), si pone Neuropa, sia per materia, sia (soprattutto) per struttura, volutamente fluttuante tra èpos folenghiano e ordine di romanzo, secondo un’ambivalenza che il sottotitolo (poema epicomico in prosa) esprime con chiarezza, allusivo com’è a quel ‘poema eroicomico’ tassoniano che di fatto sigilla (assieme a Cervantes) l’epoca del romance. Ed è in questo riferimento al ‘comico’ il terzo motivo forte del radicamento cronologico della vicenda: è proprio al tramonto del Seicento che si concretizza quella «svalutazione del comico» cominciata nell’ultimo spicchio del secolo precedente, punto d’arrivo del «grande assalto contro il riso» (Minois), che di fatto sovverte e seppellisce la lunga era delle ‘feste dei Folli’. Al cui impeto torna invece la materia psicotica di IO, un reietto che per forza di schizofrenia può indossare le sue mille maschere, e persino identificarsi con un Newton o un Marat, ovvero con gli architetti del nuovo mondo (Neo-Europa, si volesse ancora giocare sul titolo), ma agìti dal basso, ri-creati nelle loro pulsioni d’invidia o violenza meschina, nei loro istinti corporali, nei loro umori scatologici. Del resto, già il fatto che la principale delle incarnazioni di IO non approdi alla splendente Francia di Corneille o di La Rochefoucauld, o alle nascenti Fiandre di de Witt e di Spinoza, ma alla Spagna di Carlo II, dove si celebra la fine di un sogno arcaico, significa radicare il racconto a una terra e a una storia ancora di ritmo agricolo e preilluminista, ostinatamente chiusa nei propri riti secolari: solo qui può ancora giocarsi il rovesciamento carnevalesco, che nei successivi deliri e mascheramenti di IO trova la sua via di riscatto, già ridotta a patologia individuale, ma almeno teatralizzata. Attraverso la complessa messa in scena delle maschere/scissioni di IO, la sostanza del romanzo si pone al discrimine di due follie, che ne segnano i confini cronologici: la follia spudorata e vitalista del carnevale rabelaisiano, già in parte filtrata nella malinconica insania di don Chisciotte, capace di dar luogo «a inesauribili travestimenti e trucchi» ma ormai individuale (Auerbach); e, all’altro estremo, la schizofrenia di recente descrizione lacaniana, assunta da Jameson come «modello estetico» del postmoderno, in quanto «collasso nella catena» della percezione, che si riduce «in frantumi di significanti distinti e irrelati». Inevitabile che questa duplicità si rifletta sulla retorica della narrazione, che Gigliozzi governa sottintendendo una tradizione complessa, almeno di doppio livello: il foltissimo utilizzo dei rimandi letterari – dall’ovvio Marat-Sade di Peter Weiss, sempre sullo sfondo, e in un caso anche esplicitamente citato, all’Histoire de Gil Blas di Lesage (che proprio nella Spagna barocca si svolge), alla Cena Trimalchionis, costeggiata e allusa per tutto il lungo episodio del banchetto di Estevez (ma la frammentarietà stessa del Satyricon ispira il percorso lacunoso, per lampi e risvegli, di IO) – di certo guarda da vicino ai grandi modelli del riuso nel modernismo (da Broch a Joyce), ma neanche ignora le tecniche allusive dei testi cavallereschi rinascimentali. Allo stesso modo, l’uso di generi estranei alla struttura narrativa, come falsi lemmari o false cronologie, rimanda ai grandi esempi del modernismo (si pensi alla composizione eterogenea di Ulysses) non meno che alle saturazioni dissertive di certo Rinascimento, da Garzoni alla Libraria di Doni alle lunghe e pseudo-erudite digressioni di Rabelais.

        

Del resto, la dominante stilistica del romanzo di Gigliozzi rinvia direttamente al turgore rabelaisiano. Che al centro del flusso verbale sia un filosofo di pregio o un frate qualunque, tanto nella rappresentazione quanto nella scrittura prevale da un lato l’elemento fagocitativo, protratto in ossessive descrizioni di pasti, dall’altro, e ben maggiore, l’opposto elemento escrementizio e sfinterico, costantemente evocato e nominato, «“basso” materiale e corporeo…che nello stesso tempo materializza e alleggerisce» (Bachtin). A questa predilezione per la prospettiva terrestre, segno di una resistenza strenua all’astrazione raziocinante, e rilettura della storia a partire dalla fisiologia dei corpi, dalla loro condivisa vulnerabilità, si legano le scelte di stile: dal gusto per un lessico carico, spesso deformato in suffissati o derivativi di nuovo conio; alla punteggiatura fluente del racconto vero e proprio, in forza del trattino che sostituisce il punto fermo, aprendo a ritmi sintattici ora avvolgenti ora martellanti; al meccanismo dell’enumeratio, vero tratto distintivo di questa prosa, dilatata talvolta in lunghissimi accumuli di oggetti, odori, sapori, spesso intrecciati in evocazioni indistricabili, di sinestetica molteplicità. Sebbene poi, col mutare di maschera e con gli improvvisi mutamenti di scena, il linguaggio arrivi a attingere anche una secchezza da resoconto essenziale, oppure un’affabilità davvero voltairriana: che è cifra raggiunta nell’allucinata visione della “Repubblica dei nomi”, rovesciamento sarcastico di tutte le utopie, e non casualmente seguita dalla descensus ad inferos di IO nella mattanza rivoluzionaria, dalla cui descrizione, lirica ma di straniante levità, IO, che qui è Tiresia insieme e coscienza attuale di ogni olocausto, può trarre impulso non certo a una conoscenza, quanto a una reimmersione a ritroso, in circolarità vichiana. Pluristilismo, come si vede, di vertice tragico, ma senza perdita di innocenza comica, a cui miglior commento sono le parole che Auerbach dedicò a Rabelais: «la sua mescolanza degli stili, la sua buffoneria socratica, si può chiamare stile sublime».

       

                    

     

[ Luigi Severi, postfazione a Gianluca Gigliozzi, Neuropa (poema epicomico in prosa), Luca Pensa Editore, Lecce 2005: disponibile presso l’editore, penspol@libero.it, tel. 0832.613127; o in libreria e su IBS ]

 

 

 

    

link: http://neuropa.splinder.com 


giovedì, 12 gennaio 2006   [link]

 

La collana Maledizioni, di NoReply

«Frutto dell’interazione tra la casa editrice NoReply e il laboratorio di scritture sparajurij, la collana MALEDIZIONI nasce con la pretesa di essere casualmente necessaria. Necessaria perché fa ricerca (in Italia), perché cerca di comprendere come e cosa cambia del linguaggio attraverso le parole degli scrittori nuovi e più interessanti. L’obbiettivo è infatti quello di indagare la forma e la sostanza delle parole che rinnovate riscrivono mondi e di conseguenza il nostro immaginario. Nomi che insieme non sono una sintesi, ma sono sintassi: come scrive Sara Ventroni “predire sintassi urbana”, predire cioè dire prima, fare dire a questi libri prima di altri amore espanso mentre tutto è in fiamme».

 

«I primi tre volumi della collana (formato 11×17) sono confezionati in carta riciclata ecologica e in una veste essenziale ma elegante, tascabile e maneggevole, e sono tutti firmati da autori piuttosto noti in Italia nei circuiti teatrali e in quelli delle performances, qui alla loro più consistente pubblicazione»: si tratta di Salomè, esordio teatrale della poetessa Sara Ventroni; di Tramite inferriate, testo di Stefano Raspini legato a una registrazione disponibile on line, contenente tracce audio di una performance dal vivo dell’autore; e di In un amen, di Nero Luci.

    

Per contatti informazioni domande acquisti donazioni emolumenti &  benedizioni, scrivere a sparajurij.

E: un incontro:

i18 gennaio presso la Libreria Modo infoshop di via Mascarella 24b, a Bologna, alle ore 21.30 Sparajurij presenta letture poetiche di Stefano Raspini e Nero Luci.

  


No Reply è un laboratorio nato nella primavera del 2003 in nome dell’interazione fra mezzi di comunicazione: editoria, musica, video, grafica, fumetti. In un panorama mediatico sempre più informato alla contaminazione, No Reply vuole riflettere (sul)la cultura contemporanea in maniera trasversale, attraverso la ricerca formale sulla lingua e il crossover tra i vari generi musicali.

sparajurij < pron. sparaiuri, dall’omonimo pezzo dei CCCP > nasce alla fine del secolo scorso per produrre “scrittura totale” e lavorare su più fronti. Il lavoro di sparajurij è frutto di un’esperienza molteplice, che conosce le cose passate e intravede quelle future, tale perché integrazione e non disintegrazione di elementi diversi. Entrando nella dimensione sparajurij ogni ombra viene fugata dalla semplice osservazione.


venerdì, 06 gennaio 2006   [link]

 

Il nuovo numero di “Poesia da fare”

     

Esce il n. 7 [eBook PDF, 195 kb] (gennaio 2006) della rivista online “Poesia da fare”, a cura di Biagio Cepollaro.

    

     

Sommario

Biagio Cepollaro, Editoriale

 

Testi   

Erminia Passannanti, Sei poesie

Pino Tripodi,da Sogni dal vero

Letture  
Giorgio Mascitelli, Su Sordello nel Baldus
              
Immagine  
Alessio Varisco, Cavallo nero


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Il tempo conta

Da vari commenti ovunque in rete, ma – si può dire – in generale da quella forma di vertiginosa “accelerazione della mappatura dell’esistente” che la rete rappresenta ed è in sé come modello prima ancora che come luogo, sembra di vedere (senza specchio e senza enigma) una fortissima violenza, una competizione tra autori aspra e talvolta demenziale, e insomma la rappresentazione di battaglie che non sono affatto piccole o sottovalutabili, perché sono anche interiori, e riguardano il pensiero e le emozioni delle persone, dunque la loro vita.

      

Spesso ci si domanda come possano dimostrarsi tanto gravi i dissidi e le fratture che intervengono tra individui o tra correnti di scrittura, quando a entrare in gioco sia appena il lavoro poetico. Forse fra tanti motivi spicca il fatto che è proprio il lavoro poetico a trovarsi più profondamente a contatto con il derma dell’ego, con lo scatto e scintillio sensibile e vulnerabile di ciò che profondamente siamo.

Constatazione aggiunta: tanto più la ricerca poetica cresce, tanto più le strutture formali si fanno solide in un autore che va trovando sue strade e generando testi in grado di esibire senza costruzione o artificio una necessità (che diventa condivisa), tanto meno questo autore è coinvolto dalla tentazione del narcisismo. Ossia (tendenzialmente) non emette ego. Nemmeno mascherato. (È molto più interessato e preso dalle opere).

[ma poi in fondo: forse agiva precisamente così già da prima: da sempre. forse non ha mai pensato il proprio lavoro come qualcosa di disgiungibile da alcuni sodali, fratelli maggiori, minori, maestri: perché questa comunità, realizzabile e realizzata solo fuori dal dilettantismo, fuori dal chiasso e dalle soluzioni sbrigative, confusionarie, è in fondo quel che si chiama da sempre letteratura, scrittura, comunità e dialogo fra arti. e si dà in tempi e luoghi che possono non essere quelli di una – appunto – grottesca mappatura 1:1 di un esistente, di un paesaggio di edizioni e opere e pagine e materiale che non è affatto tutto letteratura, tutto “testo compiuto”, tutto “colpo riuscito”].
Il momento in cui la voce di un autore è o si avvicina a essere , e si compie e cristallizza senza isterilirsi, così diventando riconoscibile e sua e dunque di tutti, è proprio il momento in cui lui non è più interessato a immetterla in qualcosa come una corsia agonale, un ring, una competizione a ostacoli, un teatro di guerra, un “conflitto” (con o senza fuoco egotico).
Recentemente qualcosa si sta facendo più chiaro. Stanno iniziando a essere visibili le stature di alcuni “nuovi” autori. Le virgolette sono d’obbligo: da quasi vent’anni esordiscono e sono “giovani autori”. (Di loro si parla diffusamente – dal 2003 – in questa pagina web).

           

E insomma può essere definita, inquadrata, la ricerca di molti che – per niente isolati – studiano ed espongono gli esiti dello studio; attendono ed espongono quanto realizzato nell’attesa; negano le meccaniche di accelerazione dello spettacolo, e il pettegolezzo fintamente critico, o la polemica spicciola. Si sottraggono o tentano di sottrarsi – perfino con un silenzio mal interpretabile – alle semplificazioni. E offrono semmai i risultati dei versi o dei saggi o delle narrazioni alla lettura, al possesso di tutti. Ne fanno oggetti di tutti. (Che saranno, come accade, disprezzati o meno, amati o meno, anche invidiati, o sopravvalutati: è umano che succeda).

In tutto questo, e nel consolidarsi o dissolversi effettivo di valori e di nomi – come è sempre stato in passato – giocheranno un ruolo inevitabilmente dirimente due fattori: il tempo (nonostante le ideologie di accelerazione proprie della rete) e la filologia. Ossia: gli anni e l’amore e lettura critica dei testi. Non l’informazione pura, non la cronaca, non la “fedeltà” di riproduzione (di quale ‘quadro generale’? come attingibile? quanto sensato?).

 


 da http://www.romanzieri.com/archives/001418.php : Un «colpo d’occhio» sui poeti italiani

Il numero 40 (2005) della rivista canadese «Exit» contiene 63-93 et au-delà (un clin d’oeil à la poésie italienne contemporaine), a cura di Francis Catalano con la collaborazione di Maria Teresa Carbone e di M.G. I poeti antologizzati sono Mariano Bàino, Nanni Balestrini, Elisa Biagini, Maria Teresa Carbone, Biagio Cepollaro, Gabriele Frasca, Florinda Fusco, Marco Giovenale, Alfredo Giuliani, Andrea Inglese, Jolanda Insana, Rosaria Lo Russo, Mario Luzi, Valerio Magrelli, Giovanna Marmo, Giuliano Mesa, Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Elio Pagliarani, Antonio Porta, Laura Pugno, Andrea Raos, Amelia Rosselli, Edoardo Sanguineti, Massimo Sannelli, Sara Ventroni, Lello Voce, Andrea Zanzotto. I traduttori sono Monique Benoît, Francis Catalano, Antonella D’Agostino, Antonio D’Alfonso, Carole David, Jean-Marc Desgent, Dominique Garand et Gérald Gaudet.

Stéphane Despatie descrive qui il senso di questo progetto:  http://www.exit-poesie.com/nos.phpebook

gennaio 2006 / Emilio Villa

domenio ica, 01 gennaio 2006   [link]
 

Alcuni libri di e su Emilio Villa

[segnalazioni e note]

      

In questi scorsi mesi sono stati ristampati, o sono usciti per la prima volta, testi che arricchiscono la bibliografia di e su Emilio Villa (1914-2003). L’importanza di un autore come Villa non sta solo nella sua grandezza di sperimentatore, e dunque nel suo rappresentare un punto di crisi (e con ciò di vita) della lingua e della poesia italiane, ma anche nel testimoniare con la sua opera intera, oltre che con etica e studio e prassi, la possibilità e la realizzazione effettiva della compresenza e interazione delle lingue e di tutti i codici verbovisuali. Nel suo lavoro, i codici si immaginano e generano reciprocamente: espongono per verba (per verbevoir) le ragioni del loro implicarsi e specchiarsi. Questo accade sia entro i margini di un esercizio filologico di cui Villa è stato maestro, sia nell’anarchia ipercolta e generosa del suo flusso poetico e visivo, sia nella sua militanza di critico d’arte. L’eredità di Villa va raccolta allora non solo come il patrimonio inventivo di uno ‘scassinatore’ di forme, ma anche come quella di un vero fondatore di senso-non-senso, pienamente dentro e pienamente oltre il ‘900, secolo che ha tematizzato frontalmente l’enigma dell’opera d’arte.

    

Il primo volume che segnalo è Proverbi e Cantico. Traduzioni dalla Bibbia, curato da Cecilia Bello Minciacchi per le edizioni Bibliopolis, nella collana di poesia diretta da Mariano Bàino:

“Questa edizione dei Proverbi e del Cantico costituisce la prima apparizione del lavoro di traduzione cui Emilio Villa ha dedicato anni di vita e di passione. Studioso, intellettuale ed artista eslege, ha compiuto sperimentazioni poetiche, linguistiche, verbo-visive e plastiche di assoluta originalità collaborando con artisti tra cui Burri, Parmiggiani, Nuvolo, ha condotto una vita esuberante e tuttavia appartata, incurante della conservazione delle proprie opere. Splendido conoscitore delle culture e delle lingue mesopotamiche, dell’ebraico e del greco antico e del latino, ha tradotto una tavola del poema Enuma eliš, l’Odissea e, integralmente, la Bibbia, stendendo note, commento e introduzione ad ogni libro. La peculiarità di questa sua traduzione poetica, di cui resta una fascinosa mole di carte, risiede nell’unione del rigore filologico con cui Villa ha affrontato il testo ebraico e nell’ottica aconfessionale da lui assunta. Villa ha inteso riportare i testi biblici al loro valore letterario prima che religioso e ne ha indagato ascendenze da culture antiche prossime a quella ebraica – egiziana e mesopotamica in primis – e ne ha messo in risalto reciproche influenze avanzando, talora, ipotesi inedite. Fra le traduzioni d’autore dei testi biblici, quella di Villa, nata da un impegno solitario e soverchiante, rappresenta un contributo poetico e storico-letterario significativo e prezioso: testimonianza di un’umanità appassionata e di una ricerca severa oggi finalmente proposta alla discussione. Al commento e alle note di Villa, si affiancano una prefazione e delle appendici della curatrice Cecilia Bello Minciacchi“.

    

Strumento indispensabile per una conoscenza del percorso artistico e umano dell’autore è la biografia scritta da Aldo Tagliaferri, Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa, edita da DeriveApprodi nella collana della Fondazione Baruchello:

“Villa non si preoccupò di raccogliere i propri testi, né di cogliere i frutti dei propri rapporti privilegiati con artisti destinati a mietere grandi successi, e preferì inseguire un personalissimo sogno di gloria assumendo una posizione marginale rispetto all’ufficialità, conducendo un’esistenza per lo più grama e raminga. Eppure fu il mentore di Burri, fu il profeta italiano dell’action painting, l’apologeta e il sodale di molti tra i maggiori talenti allora emergenti o affermati (da Matta a Schifano, da Turcato a Lo Savio, da Rothko a Duchamp), e un protagonista dell’avanguardia letteraria su entrambe le sponde dell’Atlantico. Aldo Tagliaferri ha ricostruito le tappe della formazione e del percorso intellettuale di questo straordinario personaggio, al quale si presta oggi una crescente attenzione in vari paesi nei quali Villa, vagabondo organico, lasciò tracce del proprio passaggio. Sulla base di una documentazione inedita Il clandestino offre il ritratto, da una parte, di una personalità irrequieta e non conformista, e, dall’altra, della complessa rete di rapporti che Villa stabilì con le vicende di un secolo animato da grandi speranze ma segnato da tragedie”.

   

Testo cercatissimo sia nella sua prima edizione Guanda (1964) sia in quella riveduta uscita per Feltrinelli nel 1972 e 1994 (e da allora introvabile), l’Odissea omerica nella versione villiana ristampata ora, per cura di Tagliaferri, nella collana appunto dedicata alle Opere di Emilio Villa dell’editrice DeriveApprodi:

“Emilio Villa incominciò a tradurre l’Odissea nel 1942, ma solo dopo la fine della guerra ne apprestò una prima stesura, pubblicata nel 1964, a cui seguì qualche anno più tardi una versione definitiva, ampiamente ritoccata e ripensata. Giudicata immediatamente «stravagante e spropositata» da accademici e universitari, la traduzione villiana mira con puntiglio a ridare luce ai legami profondi tra l’epica ellenica e le culture precedenti. In contrapposizione a quella che il critico chiamava «la baracca immensa dell’immenso commentario europeo», che ha fatto del poema un testo intoccabile e di Odisseo un modello «neoclassico anchilosato sul piedistallo dell’endecasillabo»”.

        

Anche il saggio straordinario di Villa su L’arte dell’uomo primordiale si deve alla cura e alle ricerche scrupolose di Aldo Tagliaferri. Il testo – non firmato – apparteneva all’artista Gianni De Bernardi, di cui Villa aveva scritto più volte con entusiasmo. Nel 1996 Tagliaferri identificò il dattiloscritto, conservato dal figlio di Gianni, Carlo Felice De Bernardi, che ne concesse la riproduzione. Una prima anticipazione comparve dunque sulla rivista “il verri” nel numero monografico dedicato a Villa nel 1998. Ora il testo viene stampato dall’editrice Abscondita. Dalla postfazione:

“Nonostante le lacune, e le prudenti riserve dell’autore, le cui avvertenze preliminari presentano come temporanea la stesura del testo, L’arte dell’uomo primordiale, qui pubblicato per la prima volta nella sua interezza, colpisce per la genialità e l’originalità con le quali vi sono affrontate e intrecciate problematiche relative alle origini dell’arte e alle linee di continuità, o discontinuità, che si possono proporre tra le forme d’arte più remote e quelle più attuali. Si tratta di un documento essenziale per cogliere i lineamenti generali della poetica dell’autore collocandola in un contesto europeo, ma anche di una summa delle istanze teoriche alle quali egli si ispirò tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dunque nel ventennio in cui la sua accanita militanza in favore di alcuni indirizzi delle arti novecentesche diede i frutti più duraturi” (A.T.)

Emilio Villa, Proverbi e Cantico. Traduzioni dalla Bibbia (a cura di C.Bello Minciacchi, Bibliopolis, Napoli 2004, pp. 220, Euro 25.00,  ISBN 88-7088- 479-1)

Aldo Tagliaferri, Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa (DeriveApprodi, Roma 2004, pp. 108, illustrazioni fuori testo, Euro 14.00, ISBN 88-88738-47-9)

Omero, Odissea, traduzione e postfazione di Emilio Villa (a cura di A.Tagliaferri, DeriveApprodi, Roma 2005, pp. 480, Euro 16.50, ISBN 88-8873-879-7)

Emilio Villa, L’arte dell’uomo primordiale (a cura di A.Tagliaferri, Abscondita, Milano 2005, pp. 126, illustrazioni nel testo, Euro 13.00, ISBN 88-8416-117-7)


Riferimenti ad altre edizioni recenti (acquistabili in libreria):       

Emilio Villa, Opere poetiche – 1 (a cura di A.Tagliaferri, Coliseum, Milano 1989, pp. 272, f.c. ma disponibile presso Coliseum, Euro 18.00)

Emilio Villa, Pittura dell’ultimo giorno: scritti per Alberto Burri (Le Lettere, Firenze 1996, pp. 72, Euro 12.50, ISBN 88-7166-267-9)

Emilio Villa, Conferenza (prefazione di A.Tagliaferri, Coliseum, Roma 1997, pp. 64, Euro 11.00)

Emilio Villa, Œuvres poétiques choisies 1934 – 1958 (introduzione di A.Tagliaferri, traduzione e postfazione di A.Degange, La part de l’oeil, Bruxelles 1998, pp. 216, Euro 20.82, ISBN 2-930174-07-2)

Emilio Villa, Zodiaco (a cura di C.Bello Minciacchi e A.Tagliaferri, Empiria, Roma 2000, pp. 232, Euro 14.50, ISBN 88-85303-88-9)

Emilio Villa, Critica d’arte 1946-1984 (a cura di A.De Luca, con uno scritto di A.Trimarco, La città del sole, Napoli 2000, pp. 204, Euro 12.36, ISBN 88-8292-049-6)

 


Contributo a una bibliografia online di testi su Emilio Villa: 

– Gianfranco Baruchello, Emilio Villa (1914-2003): un ricordo,  

a che in http://www.libreriadonna.com/cartellen/villa/manifesto.htm

    

– Cecilia Bello, Emilio Villa: tentazione e temibilità del linguaggio

         

– Manuela Lucianaz, Recensione a E.Villa, Proverbi e Cantico

    

– Marco Mazzi, Emilio Villa: Sostituzione come segno. Note su “Phytica Vana”

           

– Tommaso Ottonieri, Un secolo da clandestino (recensione a A.Tagliaferri, Il clandestino)

    

– Davide Racca, Emilio Villa: L’anti-Edipo e il primordiale

      

– Luigi Severi, in La poesia italiana dall’Ermetismo agli sperimentalismi degli anni Sessanta

     

– Aldo Tagliaferri, Scheda sulla conferenza presso la Fondazione Baruchello

      

– Marco Vallora, Così Burri vide la fine del mondo

     

– Lello Voce, Una biografia di Emilio Villa (recensione a A.Tagliaferri, Il clandestino)

     

Pagina dedicata a Villa nel sito delle Edizioni Riccardi

        


E.Villa. Opere poetiche


7-31 dicembre 2005

sabato, 31 dicembre 2005   [link]
 

gennaio-dicembre 2005, gennaio 2006

il 2005 si conclude con un libro dedicato a Beppe Fenoglio. l’anno nuovo si apre con libri di (e su) Emilio Villa. precisamente come nel gennaio 2005: con segno sempre e nettamente antifascista


mercoledì, 28 dicembre 2005   [link]

 

Alba e le Langhe. Di Fiammetta CirilliSegnalo l’uscita, nella collana “Le città letterarie” della casa editrice Unicopli, del libro di Fiammetta Cirilli, Alba e le Langhe. L’epopea del partigiano Johnny.

“Alba e le Langhe costellano con la loro presenza l’intera opera narrativa di Beppe Fenoglio, dalle prime prove edite, i racconti dei Ventitre giorni della città di Alba, fino ai romanzi e agli scritti pubblicati dopo la prematura scomparsa dell’autore, avvenuta nel 1963. Dedicate al forte legame tra la scrittura e la terra d’origine, queste pagine seguono il percorso letterario di Fenoglio, delineando una traccia di lettura in cui il ricordo dei luoghi della biografia, mediato dalle testimonianze degli amici e della sorella Marisa, si accosta alle descrizioni e alle immagini della città e delle colline in capolavori come La malora, Il partigiano Johnny, Una questione privata“.

       

     

Fiammetta Cirilli, Alba e le Langhe. L’epopea del partigiano Johnny

Edizioni Unicopli, Milano 2005. Con una nota di G. Barberi Squarotti

[collana “Le città letterarie”, pp.140, euro 10, isbn 88-400-1072-6]

         

    

   


domenica, 25 dicembre 2005   [link]

 

          

       

a christmas carol 

macchina per la produzione del natale

 

                           

 


mercoledì, 21 dicembre 2005   [link]

 

In rete il n. 5/6 de “L’Ulisse”

     

Esce il nuovo numero (5/6) de “L’Ulisse”, la rivista online “di poesia e pratica culturale” diretta da Alessandro Broggi, Carlo Dentali, Stefano Salvi.
      
Dall’editoriale: “Il nuovo numero … raccoglie l’esito di un’inchiesta che inizialmente si prevedeva strutturata su due numeri successivi; pone al centro un censimento delle riviste letterarie cartacee italiane (soprattutto di poesia, ma non solo). A ciascuna abbiamo chiesto un articolo di presentazione e di analisi del proprio percorso, proposto eventualmente in forma di questionario rigido. L’inchiesta ha inteso sondare il panorama e la lettura del presente che da queste traspare, l’impegno verso la poesia (nuova) e gli indirizzi di operatività che esse si danno”.
     
Partecipano: Almanacco del Ramo d’Oro, Annuario (Castelvecchi), Anterem, Atelier, daemon, Hebenon, Il Monte Analogo, Il Segnale, il verri, Kamen’, La clessidra, La Gru, La Mosca di Milano, Le Voci della Luna, Nuovi Argomenti, PaginaZero, Pagine, Polimnia, Qui – appunti dal presente, Re:, Semicerchio, Smerilliana, Steve, Sud, Tratti, Versodove.
    
Portano inoltre il loro contributo critico Andrea Cortellessa, Valerio Magrelli, Giudo Oldani, Biagio Cepollaro, Maurizio Cucchi, Gianluca Codeghini.

   

Il numero ospita inoltre testi di Franco Buffoni, Andrea Inglese, Andrea Raos, Massimo Dagnino, Alberto Mari, Gherardo Bortolotti, Michele Zaffarano, Luigi Severi, Luigi Pingitore, Assunta Finiguerra, Matteo Fantuzzi, Marco Vitale, Vincenzo Della Mea, Massimo Orgiazzi, Fabiano Alborghetti, Paolo Artale, Alessandro Seri, Viviana Faschi.
     
In chiusura, un omaggio a Paola Malavasi, recentemente scomparsa.

 


lunedì, 19 dicembre 2005   [link]

 

On air

La sera di martedì 20 dicembre (dalle 20:00 alle 21:30) è possibile ascoltare una mia intervista e lettura di testi, in diretta su Radio Città Futura: 97,7 Mhz per Roma e Lazio. La trasmissione (Futura) è condotta da Luca Infascelli, e il mio interlocutore-intervistatore è Carlo Carabba, che cura lo spazio di poesia.

La radio è ascoltabile anche online andando su http://www.radiocittafutura.it/ e cliccando sul riquadro in alto a destra (“On the air / Listen now”). Durante la trasmissione vengono forniti un numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica per chi volesse intervenire nella discussione via sms/email.


lunedì, 12 dicembre 2005   [link]

 

“Poesia da fare” n.6, e sesto Quaderno della collana     

Escono ora in rete – parallelamente – il n.6 della rivista “Poesia da fare” (dicembre 2005), e il VI Quaderno collegato alla stessa rivista.
Come sempre la cura di queste edizioni si deve a Biagio Cepollaro.

Sommario del VI Quaderno:

Ennio Abate, Da Prof. Samizdat
Gherardo Bortolotti, Da Tracce
Alessandro Broggi, Da Economie vicarie
Paolo Cavallo, Da Senza valore
Paola Febbraro, Da L’eredità non parla
Sergio La Chiusa, Appunti giapponesi
Giorgio Mascitelli, Il problema della sete
Andrea Raos, Da Le api migratori
Gian Paolo Renello, Da Monologo, Nessuno torna
Stefano Salvi, Intorno l’acqua
Massimo Sannelli, Poesie

Sommario di “Poesia da fare”, n.6, dicembre 2005:

Biagio Cepollaro, Editoriale

Testi:
Paola Febbraro, Da L’eredità non parla
Sergio La Chiusa, Appunti giapponesi

Letture:
Giuliano Mesa, Su Il Paratasso o la Gerusalemme rivelata di Marzio Pieri

Immagine:
Arena, 6 (di B.C.)

    


da segnalare: su www.nazioneindiana.com Andrea Inglese ripropone il testo critico scritto da Giuliano Mesa per Fabrica, di Biagio Cepollaro


1-6 dicembre 2005

martedì, 06 dicembre 2005   [link]
 

Un désir de Rome?

      

Ospito con piacere su slowforward il progetto-questionario preparato da Philippe Pogam e dagli amici di Cythère critique, sito che invito tutti a visitare, sfogliare, leggere. E: è importante rispondere, dare un contributo di ascolto/risposta, di partecipazione.

    

     

Una Cythère critique nuova ?

      

Durante queste ultime settimane, gli amici di Cythère Critique e i lettori di questo sito hanno potuto apprendere le difficoltà in cui ci dibattevamo e che hanno infine portato alla sospensione – provvisoria – dell’attività della libreria in via dei Banchi Nuovi.

La ragione era semplice: la libreria si trovava a fare i conti con una crisi dovuta alla crescita; un ulteriore finanziamento, garantito da organi pubblici francesi, sarebbe stato necessario, e possibile se le istituzioni finanziarie italiane avessero avuto anche solo una minima capacità di valutare quello che significa un’economia culturale inserita in un contesto internazionale – ma era, certo, farsi troppe illusioni.

Tuttavia, abbiamo mantenuto, e persino intensificato – perlomeno questo è quanto ci sembra – la nostra politica on line sul sito. Cosa tutto sommato naturale per un dispositivo che, oltre che per il catalogo della libreria, è stato concepito secondo un’organizzazione a rubriche abbastanza simile a quelle che prevalgono sui siti nati dalla stampa scritta. Con una differenza: che una parte non trascurabile dell’offerta derivava proprio dall’attività che noi svolgevamo all’interno e all’esterno delle quattro mura della libreria (la fonoteca, il trattamento on line delle nostre esposizioni, la presentazione delle opere pubblicate dalle edizioni Cythère Critique, ecc.). L’insieme era ad accesso libero e gratuito (archivi inclusi).

Abbiamo citato le Editions Cythère Critique. Ricordiamo, allora, che una nuova pubblicazione si trova in corso di preparazione, se non già quasi pronta. Si tratta di un lavoro originale e senza alcun legame con la precedente collezione «Objectale»; esso dovrebbe inaugurare una collezione in cui vengono proposte, all’interno della stessa opera, letteratura, saggistica e poesia intorno a un’unica figura o a un unico soggetto.

Avendo messo on line, nel corso del mese di agosto e di settembre, una versione parzialmente bilingue della rivista europea in lingua italiana Sud, animata dal nostro amico Francesco Forlani, ci siamo accorti che una nuova Cythère Critique era possibile solo a condizione di privilegiare le iniziative integrate e la mutualizzazione delle attività e dei luoghi – fisici e virtuali. I risultati delle consultazioni sul nostro server hanno mostrato che siete stati in 2500 a visitare individualmente il sito durante il mese di novembre, per un totale di 3000 visite e più di 15.000 pagine lette di cui 75% delle connessioni vengono da l’Italia e dalla Francia ma anche dagli Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Paesi Bassi o Europa centrale e dell’Est oppure dal mondo francofono). Cythere sta per diventare una piattaforma internazionale.

Cythère Critique è il marchio commerciale della Transversale Culturelle srl, società commerciale registrata alla camera di commercio di Roma.

La situazione sopra descritta non potrà naturalmente continuare senza la necessaria copertura finanziara ricavata dalle attività commerciali della libreria. Dopo la chiusura di quest’ultima, avvenuta all’inizio di settembre, abbiamo cominciato ad interrogarci sull’opportunità della sua ripresa. Per questo, occorreva rispondere ad alcune questioni preliminari:

  • una libreria francofona (1), come noi la concepiamo, è veramente praticabile a Roma? E per quale clientela ?
  • è veramente legittima? In altre parole, risponde veramente ai bisogni e ai desideri di questa clientela ?

A queste due questioni pensiamo oggi che sia possibile rispondere in maniera affermativa e che si possa conseguentemente cominciare ad avviare una necessaria ridefinizione di alcune modalità pratiche.

          a) Una ricapitalizzazione con proprii soldi

La ripresa della nostra attività è così legata alla possibilità, in un luogo diverso, di una cooperazione di fatto o strutturale che riesca a concepire una condivisione della posta in gioco e della qualità (2) con un operatore, editore o quant’altro, sensibile alla produzione francofona, ma non soltanto. (così, l’implicazione contrattuale di un operatore-investitore italiano o no si tradurrebbe automaticamente fin dall’apertura con un’offerta bilingue o multilingue incentivando la complementarità e la diversità).

I nostri nuovi locali dovrebbero rappresentarne l’espressione, e offrire così una libreria (raddoppiando, all’inizio, il numero degli stampati e arricchendo l’offerta dei periodici, in nome dell’innovazione) che possa inaugurare una cineteca, presentare mostre e programmare cicli di proiezioni, accogliere autori, traduttori, editori, francofoni o meno, organizzare «feste letterarie.»

A nostro avviso, un luogo simile a Roma non esiste ancora (3). Riteniamo che la supericie utile dovrebbe aggirarsi intorno ai 2500 mq.

            b) Come possiamo allora procedere?

Ci piacerebbe fare come si è fatto alla nascita di alcuni organi di stampa o persino di certe librerie in Francia:

    Stiamo pensando di ricorrere ad una sottoscrizione.

Per ripartire, abbiamo calcolato e circoscritto la cifra del finanziamento necessario intorno ai 120.000 €. Risolta questa condizione necessaria, potremo far entrare in gioco i nostri stessi dispositivi, sapendo che il capitale per il rilancio non potrà essere inferiore a 250.000 € (4).

Ai nostri sottoscrittori offriremo naturalmente per contratto delle condizioni commerciali interessanti su tutti i nostri prodotti – ad eccezione dei libri pubblicati in Francia per i residenti francesi, per delle ragioni di prezzo del tutto evidenti.

Vorremmo che la somma della sottoscrizione fosse libera, con fette di 50 € e con un importo di 150 €.

La scelta di privilegiare l’appello ad un grande numero di sottoscrittori è giustificata dalla preoccupazione di mantenere intatta la libertà intellettuale e contrattuale della libreria, cosa che – ne siamo certi – non si potrebbe ottenere nel caso di una ricapitalizzazione troppo concentrata (un mecenate o una sovvenzione), provocando una perdita dell’indipendenza che vi dobbiamo. Convinti che «assumere la minoritarietà» e «massa economica critica» non siano antinomici ma debbano, al contrario, procedere insieme.

Ci piacerebbe conoscere il vostro desiderio di un tale luogo. Se questa proposta trova il vostro assenso, faremo in modo di pubblicare rapidissimamente un documento contrattuale che inquadri giuridicamente la procedura di raccolta dei fondi.

Giornali in crisi (Le Monde, Libération in Francia), librerie indipendenti indebolite, le imprese del mondo scritto e stampato devono affrontare una necessaria ridefinizione della loro attività, tradizionalmente votata alla realizzazione di un unico prodotto, e un riesame della loro logica economica e per giungervi, devono ridurre i carichi fissi, fare appello a investitori-abbonati esterni che preservano l’indipendenza di fronte a qualsiasi gruppo o organizzazione politica o settaria e sviluppare infine una piattaforma di offerte pur continuando a rafforzare il cuore del nostro mestiere. Si tratta di un progetto che non conosce nazionalità poiché il pensiero è ormai ovunque percepito come un freno alla redditività. 

Decideremo in base alle vostre osservazioni e al vostro impegno pratico e finanziario. Vi ringraziamo per il vostro interesse e la vostra attenzione, incoraggiandovi a diffondere questo testo. Risponderemo a tutte le vostre domande.

      

La Transversale Culturale srl / Cythère Critique,

Ph. Pogam, direttore.

             

_____________________________________

(1) O piuttosto, occorrerebbe parlare di uno spazio a dispositivi multipli.

(2) Non abbiamo mai fatto mistero delle nostre posizioni e della nostra volontà di dissipare le cattive ragioni che dominano questo mondo.

(3) Dopo più di due anni di esercizio monastico a Roma, e più di vent’anni di esperienza nel campo, sorge la spontanea raccomandazione ad ammettere che non si può combinare nulla se non si produce immediatamente del piacere.

(4) La ragionevolezza di questa somma conferma la nostra non-intenzione di una capitalizzazione immoboliare, quanto meno all’inizio.

         

 

[testo tradotto dal francese da Michele Z.]

     

     

 

QUESTIONARIO – in Italiano

     

 

   

     

*

         

 

en français:

       

 

Le texte ci-dessous inaugure une période de consultation et de réflexions dont les conclusions seront rendues publiques fin février 2006. Sans vos avis, vos remarques, vos critiques, vos suggestions, votre soutien, nous ne pourrons mener à bien le projet décrit. C’est  pour les recueillir que nous avons élaboré un questionnaire à télécharger ici (en bas de page)

     

         

Une nouvelle Cythère critique ?

   

Les amis de Cythère critique et les lecteurs de ce site ont pu, ces dernières semaines,  prendre connaissance des difficultés que nous subissions avec pour résultat la suspension – provisoire – de l’activité de la librairie située via dei Banchi nuovi.

La raison en était simple : la librairie était confrontée à une crise de croissance ; un refinancement, avec la caution d’organismes publics français, s’avérait nécessaire et possible pour peu que les établissements financiers italiens – ou autres – eussent eu l’intelligence minimum de ce qu’est l’économie culturelle dans un contexte international – c’était beaucoup s’illusionner.

Cependant nous avons maintenu et même intensifié – c’est tout au moins notre sentiment – notre politique en ligne sur notre site . Chose somme toute naturelle pour un dispositif qui, outre le catalogue de la librairie, a été conçu et développé selon une organisation en  rubriques assez proche de celle qui prévaut sur les sites issus de la presse écrite avec cette différence qu’une partie non négligeable de l’offre y relève de notre propre activité dans et hors les murs (phonothèque, traitement en ligne de nos expositions, présentation des ouvrages imprimés des éditions Cythère critique…). L’ensemble étant en accès libre et gratuit (archives incluses).

Puisque nous avons évoqué les Editions Cythère critique, précisons qu’une nouvelle parution en est à un stade de préparation assez avancé. Il s’agira d’un travail original sans lien avec la précédente collection « Objectale » mais qui devrait inaugurer une collection proposant dans un même ouvrage littérature, essais et poésie autour d’une figure ou d’un sujet unique.

Pour avoir, au cours des mois d’août et septembre, mis en ligne une version partiellement bilingue de la revue européenne en langue italienne « Sud », animée par notre ami Francesco Forlani, nous avons pu réaliser qu’une nouvelle Cythère était possible à condition de privilégier les initiatives intégrées et la mutualisation des activités et des lieux – physiques et virtuels. Ainsi les résultats de consultation sur notre serveur informatique font apparaître que vous avez été 2700 visiteurs différents en ce mois de novembre pour un total de 3.000 visites et plus de 15.000 pages lues dont 75% des origines de connexions sont italiennes et françaises mais viennent ausi d’ailleurs ( Pays anglo-saxons, pays germanophnes, Europe centrale et de l’Est, monde francophone). Cythère devient donc une plate-forme internationale.

Cythère critique est l’enseigne commerciale de la Transversale culturelle srl, société commerciale déclarée à la Chambre de commerce de Rome.

La situation décrite plus haut ne peut naturellement pas se poursuivre sans le nécessaire financement dégagé par les activités commerciales de la librairie. Depuis la fermeture de celle-ci, survenue début septembre, nous nous sommes interrogés sur l’opportunité de sa  relance. Pour cela il nous fallait répondre à quelques questions liminaires :

  • une librairie francophone (1), telle que nous la concevons, est-elle viable à Rome et pour quelle clientèle ?
  • est-elle légitime ? en d’autres mots, répond-elle à des besoins et des désirs de cette clientèle ?

A ces deux premières questions nous pensons pouvoir répondre – à ce jour – par l’affirmative et entamer, par voie de conséquence, la nécessaire redéfinition de certaines modalités pratiques.

         a) par une recapitalisation en fonds propre.

Mais la reprise de notre activité serait ainsi suspendue à la  possibilité, dans un nouveau lieu, d’une coopération factuelle ou structurelle dans une conception partagée des enjeux et de la qualité (2) avec un opérateur, éditeur ou autre, sensible à la production francophone mais pas seulement (à titre d’exemple, l’implication contractuelle d’un opérateur-investisseur italien ou étranger se traduirait automatiquement dès l’ouverture par une offre bilingue ou multilingue jouant de la complémentarité et de la diversité).

Nos nouveaux locaux devraient en être l’expression, offrant une librairie (par le doublement – au départ – du nombre de documents imprimés, l’enrichissement de l’offre de périodiques – au nom de la découverte et de l’innovation), inaugurant une cinémathèque, présentant des expositions et des cycles de projections, accueillant des auteurs, des traducteurs, des éditeurs, francophones ou pas, abritant des « fêtes littéraires ».

A notre avis un tel lieu n’existe pas encore à Rome (3). Nous en estimons la superficie utile à 250 M². 

           b) Alors, comment pourrions-nous procéder ?

Nous souhaiterions nous inspirer de ce qui a pu se faire à la naissance de certains organes de presse ou même de certaines librairies en France :

Nous envisageons de faire appel à une souscription.

Notre plan de redémarrage a établi nos besoins en financement extérieurs par souscription à 120.000 euros. Cette condition nécessaire remplie, nous pourrons nous-même faire jouer nos propres dispositifs, sachant que le capital de lancement ne saurait être inférieur à 250.000 €. (4)

A nos souscripteurs nous offrirons contractuellement bien évidemment des conditions commerciales intéressantes sur tous nos produits – à l’exception des livres publiés en France pour les résidents français pour des raisons de prix tout à fait évidentes.

Nous souhaitons que le montant de la souscription soit libre par tranche de 50 € avec un  plancher de 150 €.

Le choix de privilégier l’appel à un grand nombre de souscripteurs est justifié par le souci de maintenir la liberté intellectuelle & contractuelle de la librairie, ce qui, nous en sommes persuadés, ne serait pas acquis dans le cas d’une recapitalisation par trop concentrée (mécénat ou subvention) générant une perte de l’indépendance que nous vous devons. Convaincus que « s’assumer  minoritaire » et « masse économique critique » ne sont pas antinomiques mais doivent, au contraire, aller de pair. 

Nous souhaitons connaître votre désir d’un tel lieu. Si cette proposition rencontre votre assentiment, nous publierons très rapidement un document contractuel, encadrant juridiquement cette procédure de levée de fonds.

Journaux en crise (Le Monde, Libération en France), librairies indépendantes fragilisées, les entreprises de l’écrit et de l’imprimé sont confrontées à une nécessaire redéfinition de leur activité qui était traditionellement monoproduit et à un réexamen de leur logique économique et pour y parvenir, il faut alléger les charges fixes, envisager de faire appel à des investisseurs-souscripteurs extérieurs en préservant l’indépendance vis à vis de tout groupe ou organisation politique ou sectaire, développer une offre en plateforme tout en renforçant notre coeur de métier. Il s’agit d’un projet qui ne connaît pas de nationalité car la pensée est désormais partout perçue comme un frein à la rentabilité.

Notre décision est liée à vos remarques et à votre engagement pratique et financier, nous  vous  remercions de votre intérêt et de votre attention en vous encourageant à diffuser ce texte. Nous répondrons à toutes les questions issues de vos réponses au questionnaire (infra).

      

La Transversale culturelle srl / Cythère critique,

Ph.Pogam, directeur.

        

 ____________________________________

(1) ou plutôt faut-il parler d’un espace à dispositifs  multiples

(2) nous n’avons jamais fait mystère de nos positions et notre volonté de dissiper  les mauvaises raisons qui dominent ce monde

(3) Après plus de deux ans d’exercice monastique à Rome, et vingt ans d’expérience dans le domaine, il est recommandé d’admettre que rien ne pourra se faire qui ne dégage immédiatement du plaisir.

(4) La modicité de ce montant confirme notre non-intention d’une capitalisation immobilière, tout au moins au départ.

      

     

QUESTIONNAIRE – en Français

           

    


sabato, 03 dicembre 2005   [link]

 

È appena uscito il nuovo libro di poesie di Franco Buffoni, Guerra, nella collana dello Specchio di Mondadori.

      

 

Lunedì 5 dicembre, alle ore 18:00 verrà presentato a Roma da Andrea Cortellessa e Tommaso Giartosio, presso MEL Bookstore, in via Nazionale 252.

     

 

Questo testo – anticipato negli scorsi mesi in plaquettes e in riviste – è uno dei pochi esempi di scrittura civile ‘frontale’ ma niente affatto retorica o barocca (anzi asciutta, denotativa) che si registrino nel nostro paese. (Uno dei pochi casi degli ultimi trent’anni, dice giustamente Alessandro Baldacci). 

   

Ci sono in Italia molte scritture di sperimentazione che da sempre perseguono – con i più diversi risultati e fortune – una linea di impegno netta: agiscono tuttavia o in senso performativo, o nella piena e produttiva torsione dei significanti, o comunque codificando e ricodificando le ‘occasioni’ e i luoghi della parola impura, della violenza delle cose. È il rispetto per l’incandescenza del dolore a portare i vetri che la chiudono a deformarsi.

   

Sono invece più rare e paradossalmente più difficili da vincere le sfide giocate sul campo del grado zero dell’enunciazione, sull’orizzonte visibile e immediato dei fatti – seccamente riportati, incisi. Il lavoro di Buffoni va (da anni) in quest’ultima direzione, con successo. Qui la ‘ricerca’ consiste nello spingere al freddo pieno gli eventi, entro l’ulteriore freddezza (che non è calcolo) di rispettarne lo spessore, di non renderli pretesti. Riducendo di numero le stesse figure retoriche, a favore di uno ‘stile dichiarativo’ che non è però realismo.

   

(Come non c’è realismo in Fortini, in Sereni).

 


  [link]

In rete il sito di Parola plurale, con l’antologia intera in formato pdf

17-28 novembre 2005

lunedì, 28 novembre 2005   [link]
 

Giovedì 1 dicembre, alle ore 18:00, presso la libreria Empiria

(via Baccina 79, Roma)

Giorgio Patrizi presenta l’antologia

Parola plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli

  




a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi,
Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli, Paolo Zublena

 Luca Sossella Editore

  Saranno presenti, fra i curatori,

Alessandro Baldacci, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli

 Leggeranno i poeti

Franco Buffoni, Paolo Febbraro, Marco Giovenale

www.parolaplurale.it




 


domenica, 27 novembre 2005   [link]

 

.

Una delle più belle letture ascoltate all’Auditorium di Roma recentemente è stata quella dei testi di Che cos’è la poesia?, di Valerio Magrelli. Il libro, che ora esce presso Luca Sossella, accompagnato appunto dal cd con la registrazione della lettura dell’autore, è non solo una sequenza di definizioni-narrazioni, un vocabolario per circoscrivere alcune parole come occasioni pretesti ed emergenze di senso della scrittura o scansione di versi, ma a sua volta un libro di poesie in prosa. Ventuno “voci” sulla voce, dalla voce.

«Questo lavoro corrisponde a una specie di diario, o meglio a un resoconto stilato dopo trent’anni di pratica e di ricerca (ovvero di una pratica che consiste nella ricerca). Non ha nulla di sistematico, anzi, andrà piuttosto considerato come un contromanuale. Per questo ho fatto ricorso allo stratagemma dell’abecedario: senza l’appiglio delle sue ventuno voci, credo difatti che, una volta scoperchiato il vaso di Pandora della poesia, sarei stato spazzato via da tanta furia. Ho scelto di afferrarmi al loro esile traliccio, per raccontare qualcosa della mia esperienza, dalla A di “autore” alla Z di “zeppa”».

Autore, Barbarismo, Calligramma, Dramatis persona, Explicit, Figura retorica, Gnarus, Hapax, Impegno, Lettore, Musica, Non-sense, Onomatopea, Paronomasia, Quaesitio, Ritmo, Strofa, Tematica, Urgenza, Virgola, Zeppa.

La voce di Valerio Magrelli è stata registrata dal vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma


 


venerdì, 25 novembre 2005   [link]

 

quella del 2005 è stata una pessima estate e alle molte ragioni si aggiunge una notizia (che ho avuto solo stasera): la notizia della morte di Emilio Garroni, uno dei maggiori filosofi italiani, e tra i maggiori interpreti di Kant in assoluto


 


lunedì, 21 novembre 2005   [link]

 

morto mondo morto, dedica. deriva

da questa dedica una serie

di dati, di preavvisi nella volta

a crociera, a metro a metro e palmo

misurata dai telemetri tedeschi,

precisi a fototraslare, trasmettere, non ferire

– fare lo spettacolo dell’alto

mondo morto

  

     

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testo e foto                      loop + lettura

56K                                 4,5 M


 


venerdì, 18 novembre 2005   [link]

 

Domenica 20 novembre, ore 19:30, al Teatro Eliseo, foyer  Romolo Valli e Luchino Visconti, nuovo incontro del Caffè letterario (ciclo di letture e performances curate da Giulio Marzaioli e Romina De Novellis). Letture di Paola Febbraro, Marco Giovenale, Marco Mantello, Nina Maroccolo, Luigi Pingitore, Vincenzo Ostuni, Marcello Sambati. Con Flavio Arcangeli in Lunaria, studio improvvisazione di danza butoh; e Conzertu, di nudoEcrudo Teatro. Mostra fotografica di Giuseppe Distefano. Il Teatro Eliseo è in Via Nazionale 183 (Roma), tel. 064885033.

     

     


 


  [link]

 

Matteo Fantuzzi, nel suo blog UniversoPoesia, ripropone un’intervista di Grazia Casagrande ad Andrea Cortellessa e Giancarlo Alfano comparsa su http://www.librialice.it/. Il tema è il libro Parola plurale (Sossella, 2005). Ne consiglio la lettura, è una conversazione molto densa, utile per ragionare su quel lavoro antologico.

Cito alcune osservazioni di A.C.: “Massimo Sannelli […] è nato nel 1973 e ha pubblicato il suo primo libro nel 2002, appartiene cioè in pieno alla generazione che Raboni chiamava postmoderna. Un poeta di soli dieci anni prima avrebbe considerato il suo linguaggio incoerente e incomprensibile, perché vi figurano riferimenti a Sanguineti e comunque a una certa avanguardia degli anni Sessanta, e contemporaneamente riferimenti alla tradizione mistica, in particolare al linguaggio di Luzi, che da un punto di vista storico-ideologico è incompatibile con quella linea avanguardistica e materialistica, eppure nella poesia di Sannelli queste due cose stanno insieme e sono compatibili, perché guarda a questo panorama poetico con uno sguardo diverso da quello dei poeti precedenti, perfino diverso dal mio che sono nato solo cinque anni prima di lui.”.

In un articolo sull’“L’Ulisse” n.1 (specie al paragrafo 4) mi capitava precisamente di parlare del Novecento, o della percezione del Novecento da parte di autori tra cui Massimo Sannelli, come di una “rete tesa ai punti”. Ossia come un reticolo di tracce e voci e direzioni di ricerca non necessariamente complanari e aconflittuali (come è nel timore di E.Sanguineti, in Il secolo del montaggio, intervento contenuto in M.A.Bazzocchi, F.Curi [a c.di], La poesia italiana del Novecento. Modi e tecniche, Pendragon, Bologna 2003, pp. 251-257) e però riferite ad autori-tensori che – storicizzando – possono certo essere stati fra loro in grande e frontale conflitto.

    

(In parallelo, segnalo le poesie de Lo schermo, di M.Sannelli, recentemente postate da Massimo Orgiazzi su http://www.liberinversi.splinder.com/post/6296220).

1-16 novembre 2005

mercoledì, 16 novembre 2005   [link]
 

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 dedica / deriva

la dissoluzione del tempo individuale – o meglio la sua distruzione – riesce a sembrare la stessa di un luogo definito. casa. nei mesi e anni, le parole intorno a questi due fenomeni di sfaldamento si sovrappongono, o a loro volta si somigliano 

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lunedì, 14 novembre 2005   [link]

 

nota sulla vita oggettiva

anche il tempo individuale, distrutto, subisce una digitalizzazione, si deforma. ridotto a zero nella realtà, viene variamente percepito dalle variabili e varianti interfacce dei testimoni. molti photoshop al lavoro sullo stesso morto

*

l’alacre europa degli anni venti del novecento preparava, con l’annientamento del tempo, l’annientamento delle persone. il privilegio del xxi secolo è che la distruzione del tempo è contemporanea e sovrapposta a quella dei corpi. sovraimpressa. è nota ed è venduta come tale. il mercato sa da decenni che può vendere anche e soprattutto la morte, la schiavitù; e che queste sono regolarmente oggetto di desiderio. a milioni fanno la coda e strepitano davanti al boia per farsi decapitare. agitano banconote sotto il naso del loro becchino


  [link]

 

da una nota – in corso

Recentemente – e spesso – in scritti critici i più diversi ricorre il tema del trobar clus. O di quelle che potrebbero forse esser definite “scritture problematizzanti”. (Penso anche a un articolo come quello di G.Marano su A.Rendo in «Poesia» n. 195, p.61, leggibile anche su www.dissidenze.com). Sono chiamate in causa cioè quelle scritture che in versi come in prosa mettono radicalmente in questione il linguaggio, lo sfidano e forzano dall’interno, e costituiscono un punto di crisi del concetto (pre-saussuriano) di linguaggio-strumento, di linguaggio polarizzato da un uso e da determinate regole codificate di interazione fra i parlanti. Lavorare entro la crisi dei codici, o comunque nella considerazione della natura umbratile inaffidabile e non strumentale del linguaggio, è attività in definitiva quotidiana (ogni boutade è già una microcrisi) che le arti – non solo quella della parola – hanno costantemente praticato o proprio tematizzato

– continua –

 


 

da una scheda sinteticissima per la collana Liquid (Oedipus):

 

Di ‘scrittura liquida’ – in relazione alla ricerca che vado svolgendo in versi e in prosa – parlerei in termini di lavoro sulla fluidità di forme metriche e soprattutto sintattiche. Diversi anni di inventio hanno condotto a una sintassi e a una metrica non semplicemente frante, ma frante-e-ricostituite continuamente (derivando questo processo da necessità stilistica, non arbitrio – nel progetto). I risultati del laboratorio sono via via indagati e registrati da una sorta di ‘telemetro’ in rete, che visualizza ‘liquidamente’ & mobilmente lo stato dell’arte (http://slow-forward.splinder.com), nella sua mutevolezza e nelle sue persuasioni raggiunte (e ridiscusse).

Proprio l’impianto aperto e problematico di una lettura filosofica kantiana del percepire in generale (e dell’operare artistico in particolare), così come viene messa in campo da Emilio Garroni nei suoi studi sulla terza Critica, porta a visualizzare il lascito dell’arte novecentesca come un continuo interrogarsi sul nastro di Moebius del senso-non-senso. (Termine che è una e due parole insieme).

In questa filosofia dell’apertura (ma anche della centralità di nuove forme ‘necessarie’, nel loro cristallizzare nuclei provvisori/stabili) posso dire di riconoscermi non solo come autore, ma come persona. 

     

 

    


venerdì, 11 novembre 2005   [link]

 

nc135Da un post recente di Massimo Sannelli sul sito di romanzieri.com:

Agli strumenti per sondare la nuova poesia italiana (tra i quali, ultimamente, l’antologia Parola plurale, edita da Sossella) si è aggiunto il numero 135 (2005) di “Nuova corrente”, che contiene un’antologia di testi 1996-2005

(nell’ordine: Bonito, Zuccato, Lo Russo, Raimondi, Berisso, Gardini, Inglese, Frene, Raos, Giovenale, Biagini, Pugno, Fusco, Santi, Di Prima, Sannelli, De Alberti, Maccari, Gezzi), con due bellissimi saggi (Paolo Zublena, Chiusure ospitali e altre forme di disseminazione; Giancarlo Alfano, S(f)oglie dell’io. Forme della soggettivazione nella più recente poesia italiana).


sabato, 05 novembre 2005   [link]

 

sud4-5Pubblicato e in distribuzione il n.4-5 di «Sud»  

L’indice completo – e una scelta di testi subito leggibili in rete – di questo ricchissimo numero doppio è sul sito di Cythère-Critique, a cura di Philippe Pogam e Francesco Forlani: all’indirizzo http://www.cythere-critique.com/sudnumero5.html:  

Testi di Yvonne Baby, Elisabeth Barillé, Frederich Beigbeder, Piero Berengo Gardin, Emmanuel Bonetti, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Esteban Buch, Angelo Castrovilli, Maria Grazia Calandrone, Ennio Cavalli, Gianni Celati, Biagio Cepollaro, Stanko Cerovic, Fiammetta Cirilli, Thierry Crifo, Cesare Cuscianna, Dominique Delcourt, Luis de Miranda, Jean Philippe Domecq, Luigi Esposito, Francesco Forlani, Gabriella Fuschini, Antonio Ghirelli, Marco Giovenale, Paolo Graziano, Benoît Gréan, Domenico Grifoni, Petr  Král, Olivier Maillart, Giorgio Mascitelli, Walter Nardon, Michel Odoul, Matteo Palumbo, Alessandra Petrova, Felice Piemontese, Philippe Pogam, Lakis Proguidis, Renata Prunas, Laura Pugno, Eleonora Puntillo, Davide Racca, Raiz, Margherita Remotti, François Ricard, Massimo Rizzante, Francesco Rosi, Roger Salloch, Lucio Saviani, Roberto Saviano, Domenico Scarpa, Carmelo Seminara, Michele Sovente, Michael Sullivan, François Taillandier, Jean-Charles Vegliante, Ornela Vorpsi, Wu-Ming 1, Stefano Zangrando

Traduzioni a cura di Chris Altan, Paola de Luca, Federica Di Lella, Francesco Forlani, Martina Mazzacurati, Paola Micalizzi, Paolo Nusco, Valentina Parisi, Sandra Rivazio, Laura Toppan, Francesca Spinelli, Irene Stelli, Maria Laura Vanorio, Lidia Verde

Immagini di Frédéric Pajak, Marie B.Cros, Fulvio Caporso, Davide Sala, Roger Salloch, Emmanuel Bonetti, Guy Debord, Philippe Schlienger, Mimmo Jodice, Luca Anzani (detto il Vichingo), Francis Amiand, Bruno Bressolin, Marc Garcia, Frédérique Giacomazzi, Luigi Esposito, Romani Slocombe, Roberta della Volpe, Luca Dalisi, Andréas Lang, Patrick Chevaleyre, Chantal Nau, Rafaele Ide, Carlo Levi (archivio Prunas), Archivio Nunziatella, Archivio Fiat

   

 

Per informazioni: Dante & Descartes. (Qui alcuni link a pagine del n.0)

ottobre 2005 / schede su nodi tematici e autori per “poesia ultima”

domenica, 30 ottobre 2005

Alcune schede di lavoro e questioni

sui cinque nodi tematici proposti per RomaPoesia 2005

 

Propongo qui di séguito alcune annotazioni da/per i cinque appuntamenti di Poesia ultima, la serie di incontri con autori e critici che si è svolta all’Auditorium di Roma il 21 e 22 ottobre, in occasione di RomaPoesia 2005.

   

I.

Corpo gelo tempo oggetti
in scritture di autori nati negli anni Sessanta e Settanta
Elisa Biagini, Florinda Fusco, Laura Pugno, Massimo Sannelli

Il primo nodo tematico ha affrontato e posto l’accento su una modalità di scrittura (da ciascuno dei quattro autori declinata in maniera diversa) che fa perno precisamente sugli elementi del titolo:

– il corpo come immagine e distanza, visto e sezionato nella sua materialità ma anche nella sua infinita e indefinita riproducibilità (di merce, di prodotto-riprodotto, appunto). Si direbbe un corpo fortemente e ossessivamente visto-nominato, più (e più precisamente) che vissuto-nominato. [E: è corpo ‘non organico’, bensì accumulo e catasta di fatti / oggetti / attraversamenti: come scrive A.Cortellessa nell’introduzione alla poesia di Elisa Biagini, in Parola plurale]        

– Il gelo inteso come intenzionale distanziamento dalla materia, raffreddamento della forma; ma anche come collocazione del corpo nello spazio ostile dell’architettura contemporanea, e in una pagina resa essa stessa nonluogo.

– Il tempo coincide con frammentazione e percorso biografico nel gelo, nei detti spazi ostili, e nelle nuove o non nuove soluzioni metriche (e performative) messe in atto dagli autori. Il tempo parlato affiora in Biagini e Sannelli come linea che esplode. Gli autori procedono attraverso strumenti di frammentazione molecolare del testo. Fusco e Pugno usano invece modalità che all’apparenza riprendono un flusso poematico, in verità eludendo qualsiasi ipotetica natura ‘unitaria’ della forma-poemetto. (Il flusso nella loro scrittura è tale solo come valanga di schegge).   

– Gli oggetti sono il termine estremo che come per chiasmo dà modo di ritornare a parlare daccapo del corpo, perché del corpo sono segni e segnanti, ferite e feritoie, non allegorie ma segnature, tracce, materia di discorso per un ego disintegrato in queste.       

Si può parlare di scrittura ‘fredda’, estranea al realismo (anche se tutt’altro che “anti”realista), e nettamente non-sentimentale. Semmai capace di riassorbire una selezione imprevedibile di dati emotivi all’interno di apparenti allegorie o meglio ancora gruppi oggettuali. Li chiamerei precisamente così: più che ‘correlativi oggettivi’. (Si direbbe configurata così una opposizione: molti postmodernismi versus il ‘grande stile’ del Modernismo).

E dunque: c’è un materialismo (che non esclude impronte religiose: vedi il caso di Sannelli) che si incarica di flettere i versi su dati e materiali e immaginario assolutamente riconoscibili/familiari e tuttavia fotografati o registrati quasi come ‘ostili’. (Interni vuoti, come nelle fotografie di Luisa Lambri e Alessandra Tesi; case-nidi-minacce, come in Nan Goldin, nei set di David Lynch, nei videoclip di Apex Twin, nei neri di Francesca Woodman: l’Unheimlich è una categoria-ponte, allora, tra modernismo e postmoderno? … e post-human?).

*

II.

Linee della scrittura di ricerca (1):
Il lavoro nelle arti: performance e (ri)definizione della vocalità
Esse Zeta Atona, Sparajurij, Sara Ventroni
Con la partecipazione di Tommaso Ottonieri

Questo nodo tematico è stato il primo di una coppia il cui intento era affrontare alcuni aspetti e definizioni interne a/di una possibile ‘scrittura di ricerca’ all’altezza dei primi anni del nuovo secolo. Il primo termine della coppia riguarda la vocalità, nel senso della performance. Il secondo termine riguarda (vedi anche il punto IV) una possibile scelta installativa della scrittura.   

La performance richiede presenza, soggetto enunciante, lavoro attoriale; l’installazione al contrario può avvenire senza autore (pensiamo alle ur-installazioni delle poesie scritte da pc, di Nanni Balestrini), cioè in assenza di soggetto parlante: l’azione vocale può essere – non paradossalmente ma logicamente – affidata anche a una macchina. A un lettore digitale, a un traduttore automatico, a un nastro, a un estraneo scelto casualmente… Nel nodo dedicato alla performance, non si fa allora cenno alla assenza autoriale.       

In ogni caso, invece che attraverso affermazioni il tema può essere delimitato per mezzo di domande:      

– In generale, di cosa parliamo quando parliamo di scrittura di ricerca?   

– Il lavoro della voce e con la voce sposta ormai definitivamente l’asse dell’opera dalla pagina, o lo ricolloca diversamente nel campo del testo, che esce dalla presenza grafica su foglio ma vi fa continuamente ritorno?    

– Performance e vocalità, antispettacolari in anni passati, ora sembrano intrecciare un diverso rapporto con lo spettacolo: e attraverso lo spettacolo: il ‘nemico’ allora qual è? 

*

III.

Visibilità e dicibilità del mondo
Scrivere luoghi e storia, esserne scritti. Per una poesia civile? E: senza o con “io lirico”?
Mario Desiati, Massimo Gezzi, Fabrizio Lombardo, Andrea Ponso, Lidia Riviello

Questa lettura/discussione chiama in causa direttamente due aree ‘pericolose’ per la retorica del secondo Novecento: la poesia civile, e l’io. La poesia civile è stata declinata in molte forme, e quasi condotta dallo stile inatteso dell’ultimo Pasolini, con Trasumanar e organizzar, a mosse o modi di sperimentalismo; mentre molti autori proprio in quegli stessi anni revocavano in dubbio ogni dicibilità diretta del mondo. (Pensiamo che una rivista come «Anterem» nasce precisamente nel 1978).       

Oggi sembra piuttosto complesso riprendere una qualsiasi dicibilità immediata/lineare delle cose: ma appartiene veramente all’io la scrittura civile di questi anni, se pure se ne registra una? 

Alla domanda si è cercato di rispondere grazie a cinque scrittori molto diversi tra loro, e anche molto diversi dagli autori dei precedenti e successivi nodi tematici; chiamando in causa quella che appunto è per loro una costante stilistica non meno difficile da affrontare della poesia civile: il ritorno frontale e talvolta sfrontato del soggetto – lirico o meno – nel verso.

Allo stesso tempo, parlare di inclinazione civile della scrittura poetica non intendeva offuscare il tema o momento che in verità – a mio modo di vedere – la precede e la determina: il tema della visibilità del mondo, e della sua emersione in codici, parola.     

Il peso del reale non è mai eluso dalle scritture sperimentali, d’avanguardia, di ricerca (a torto accusate di fuga nei significanti: ed è polemica sterile e vecchia). Qui possiamo osservare come questa mancata elusione, ossia l’immersione del/nel mondo, sia in gioco in autori che non si definiscono sperimentali. In che modo, accedendo al visibile e al dicibile del reale, pur non sperimentando con il linguaggio, le loro sono scritture nuove? Quale senso danno alla loro ricerca?  

 

*

IV.

Linee della scrittura di ricerca (2)
Un dialogo con Francia e Stati Uniti
Gherardo Bortolotti, Andrea Inglese, Andrea Raos, Michele Zaffarano
Con la partecipazione di Damiano Abeni

Questo è stato forse il nodo tematico più arduo da presentare, volendo e dovendo legare insieme esattezza e brevità.

Il dialogo con gli autori qui presenti dura da molti anni, ed è complesso sintetizzare i temi affrontati in questo tratto di tempo.        

Si può dire innanzitutto che Andrea Inglese e Andrea Raos da anni si occupano di scrittura di ricerca, vivono entrambi tra Parigi e l’Italia, e sono due autori ‘di connessione’ preziosissimi per intendere il panorama della poesia francese. Andrea Raos ha curato per «Action Poétique» un cahier di poeti italiani contemporanei, e ha tradotto diversi francesi in italiano, in più occasioni e sedi (senza contare che è sua un’interessantissima e finora credo unica antologia bilingue che lega la poesia contemporanea giapponese e quella italiana). Sia Inglese che Raos, con il sito di NazioneIndiana, stanno facendo moltissimo per tradurre autori francofoni. Un esempio recente è quello di Liliane Giraudon. In Francia molto lavoro di ricerca e sperimentazione si deve ad autori come Christophe Tarkos, Jean-Michel Espitallier, Pierre Alferi, e moltissimi altri, di cui sono traduttori e conoscitori Michele Zaffarano e Gherardo Bortolotti, che hanno avviato (presso le edizioni milanesi Arcipelago) una collana di autori anglofoni e francofoni.

A Damiano Abeni si deve una pluriennale e attentissima opera di traduzione dall’inglese, di autori a volte introdotti da lui per la prima volta in Italia. (È il caso di Markson, uscito pochi mesi fa su «Nuovi Argomenti»; ma pensiamo anche a Strand, Simic, Ashbery…).    

Quello che Inglese, Raos, Bortolotti e Zaffarano come scrittori e come traduttori portano alla mappatura di Poesia ultima è – per un’Italia avvinghiata alla non conoscenza dell’altro – un’occasione essenziale di apertura, preziosa. Sul piano della loro poesia, Inglese e Raos intrattengono un fitto dialogo con le cose, con il mondo nominato, addirittura talvolta riversandolo in forme ‘chiuse’ (come certi sonetti di Raos). Stessa cosa fanno Zaffarano e Bortolotti, ma con un diverso impiego di mezzi: se per Raos e Inglese la nominazione è diretta, per Zaffarano e Bortolotti questa non si dà mai se non per campionamento, prelievo, cut-up, ricorso a logiche random, o a elencazioni. Se un modello di riferimento per i primi due potrebbe senza troppo arbitrio essere individuato in Pagliarani; è sicuramente Balestrini la voce ‘dittante’ degli altri due.    

Per Zaffarano e Bortolotti – ma anche per Alessandro Broggi – valgono inoltre le osservazioni fatte in tema di ‘freddo’ (per distanziamento stilistico dallo stile stesso) e soprattutto in tema di ‘installazione’. Le loro pagine sono oggetti disposti in uno spazio grafico (pagina) o sonoro (voce/lettura): spazio da immaginare assolutamente estraneo alla presenza fisica autoriale. Anzi, in alcuni loro progetti questa scompare per esser sostituita da meccanismi. In ciò i due seguono varie esperienze francesi e statunitensi o canadesi, che precisamente a un’idea di poesia come disposizione di materiali fanno riferimento.  

 

*

V.

Edipo Antiedipo
Ricerca in prosa e in poesia: il rapporto con i ‘padri’ = stili del Novecento.
Alessandro Broggi, Giovanna Frene, Christian Raimo, Luigi Severi

Concludono gli incontri di Poesia ultima quattro autori che permettono non solo di ricapitolare i momenti e nodi tematici affrontati fin qui, ma di impostarne alcuni cruciali, toccati solo in parte negli incontri precedenti.       

Di scrittura fredda si può parlare sicuramente per Broggi e Frene, di (ri)definizione della vocalità per Raimo (attivo in molti poetry-slam), di tensione civile si parla sia per alcune cose di Frene, sia per molte pagine di Raimo e di Severi. Così come l’io (lirico o meno) compare qua e là in tutti gli autori (tranne forse in Broggi). Influenze di letteratura e sperimentazioni di area inglese sono senz’altro in Broggi e Raimo, come per Severi (anche in virtù della sua continua rilettura del Modernismo, in particolare di Pound: e dunque di un maestro assoluto del plurilinguismo).    

Per Frene si deve far riferimento anche alla sua attività artistica, nel campo dell’incisione. Per Broggi, all’intreccio costante di varie arti, specie musica elettronica e arti visive, nei codici della sperimentazione. A un’arte combinatoria fa riferimento il laboratorio di Broggi, mentre per Frene verrebbe, ma entro limiti ormai da descrivere bene, immediato il nome di Zanzotto, suo maestro dichiarato (e ‘metabolizzato’). Ecco allora il tema dei maestri, degli stili-guida, stiletti e stilemi.    

I quattro sono prosatori e poeti, Broggi lavora con frammenti di prosa quasi-narrativa, e in versi; Frene è autrice di un breve epistolario; Raimo ha praticato sia il codice poetico che – forse più frequentemente – quello del racconto; Severi è sia poeta sia narratore.


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ottobre 2005 / non inviare

sabato, 29 ottobre 2005   [link]
 

ESORTAZIONE importante, invito, suggerimento:

salvo indicazioni contrarie, non inviare – sottolineo NON inviare – files e libri e testi, di qualsiasi genere, in quasiasi forma, per mail o in forma cartacea, al mio indirizzo. non sarebbe possibile leggerli ora. sarà possibile leggerli solo a marzo. non sarà possibile rispondere esaustivamente fino ad agosto. vi prego di non spedire materiali non richiesti al mio indirizzo. grazie.

ottobre 2005 / DoctorClip

venerdì, 28 ottobre 2005   [link]
 

romapoe    comune    alberello       

RomaPoesia  –  IX edizione  –  ottobre 2005

a cura di Luigi Cinque e Nanni Balestrini

DOCtorCLIP
     

Primo festival italiano di videoclip di poesia

Concorso internazionale

      

Auditorium Parco della Musica

Teatro Studio
V.le De Coubertin – info 06.80241281

     

>>>   venerdì 28 ottobre 2005 – ore 21.00   <<<
  

      

SERATA DI PREMIAZIONE

con ELIO PAGLIARANI

coordinamento di Andrea Cortellessa

     

Da tempo la poesia intrattiene rapporti con le altre arti, si mescola con loro, si modifica e le modifica in un processo di ibridazione continua che è uno dei segreti della sua longevità ed anche, paradossalmente, di fedeltà alle proprie radici; l’interdisciplinarietà del verso è stata infatti praticata sin dalle prime Avanguardie. La rivoluzione digitale ha poi permesso la diffusione di massa di una serie di tecnologie di registrazione delle immagini e del suono, dando impulso a cortocircuiti tra mondo audiovisivo e poesia e permettendo l’interfacciarsi della poesia con il cinema, la video-arte e i new media.

Nell’ottobre 2004 all’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito dell’ottava edizione del festival Romapoesia, MRF progetti e Casa delle Letterature di Roma, in collaborazione con  lo Zebra Poetry Film Award di Berlino, hanno presentato il numero zero del primo Festival italiano di videoclip di poesia: una nuova espressione poetica che fa interagire parola ed immagini artistiche; un linguaggio, inventato e praticato dai giovani, che è nato e si è affermato soprattutto nelle grandi capitali internazionali, quali Berlino, Barcellona, Chicago. Roma si è unita a queste città presentando al pubblico una selezione di lavori del festival berlinese  e impegnandosi nella preparazione della 1° edizione italiana del Festival. Il lancio ufficiale del concorso è avvenuto il 21 marzo 2005 nella Giornata Mondiale della Poesia.

I video in concorso sono stati selezionati da una giuria* formata da poeti, registi e videoartisti italiani ed internazionali e al vincitore andrà un premio di Euro 2.500,00. La premiazione si svolgerà oggi, 28 ottobre, alle ore 21:00 presso il Teatro Studio dell’Auditorium,  in una serata interamente dedicata al videoclip in cui interverranno ospiti d’eccezione e verranno proiettati i video ritenuti più validi dalla giuria.

 * Fanno parte della giuria: Daniela Rossi, Nanni Balestrini, Fernando Birri, Luigi Cinque, Maria Ida Gaeta, Franco La Cecla,  Enzo Minarelli, Alberto Piccinini, Franca Rovigatti, Sergio Spina, Sara Ventroni, Giacomo Verde, Lello Voce, Thomas Wohlfart

I 10 video finalisti
(in ordine alfabetico per autore)

     

33 giri stereo LP di Vincenzo Bagnoli
Ti scrivo solo di domenica di Tomaso Binga
I have a secret servant… di Elena Chiesa
Colazione al Fiorucci Store di Gemma Gaetani
Il grafologo della città di Nova York di Giovanni Matteo
Silence please di Enrico Mazzi
Nuvolari di Antonio Poce
Pils Pulse di Cecilia Addone
Giorgio di Davide Simon
(senza titolo) di Sparajurijlab


giovedì, 27 ottobre 2005   [link]

Nei prossimi giorni saranno inseriti in slow-forward materiali su RomaPoesia, per dar conto del lavoro svolto con “Poesia ultima” (21-22 ottobre, Auditorium) e “L’esperienza-divenire delle arti” (23 ottobre, Fondazione Baruchello). I partecipanti alle tre giornate che vogliono inviarmi annotazioni e materiali sono i benvenuti.


mercoledì, 26 ottobre 2005   [link]

nell’ambito di

RomaPoesia  –  IX edizione  –  ottobre 2005

 

    

giovedì 27 ottobre: dalle ore 16.00

Università degli Studi di Roma “La Sapienza” –  P.le Aldo Moro, 5
Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, diretto da Simonetta Lux

   
tel. 06.49910365 –
www.luxflux.net

            

   
Presentazione del numero di «Avanguardia» (Pagine editore)

dedicato ad Adriano Spatola

    

      

   A cura di Domenico Scudero
   Interverranno: i direttori della rivista Francesca Bernardini e Aldo Mastropasqua; e Nanni  Balestrini, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Giovanni Fontana, Simonetta Lux,  Raffaele Manica, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Daniela Rossi, Lello Voce
   Ospite d’onore: Giulia Niccolai
   Sarà presentato un video su Adriano Spatola

                     

             

 

 

 

e

Presentazione dell’antologia

Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli

(Luca Sossella editore)

   Ciascuno dei curatori introdurrà la lettura di uno dei poeti presenti nell’antologia:
   – Antonella Anedda presentata da Alessandro Baldacci
   – Stefano Dal Bianco presentato da Paolo Zublena
   – Claudio Damiani presentato da Raffaella Scarpa
   – Gabriele Frasca presentato da Giancarlo Alfano
   – Valerio Magrelli presentato da Cecilia Bello Minciacchi
   – Aldo Nove presentato da Andrea Cortellessa
   – Tommaso Ottonieri presentato da Massimiliano Manganelli
   – Gian Mario Villalta presentato da Fabio Zinelli

         

      

    

Giovedì 27 ottobre a partire dalle ore 16, presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università di Roma «La Sapienza» si svolgeranno senza soluzione di continuità due presentazioni-evento, nell’ambito delle iniziative di Romapoesia 2005, che avranno al loro interno un vero e proprio reading di poesia.

 

Nella prima parte del pomeriggio verrà presentato il n. 29 della rivista «Avanguardia», edita da Pagine, dedicato ad Adriano Spatola, un poeta “totale” – lineare, sonoro e visivo – di cui si sente molto la mancanza, oggi, a più di quindici anni dalla scomparsa. Interverranno, oltre ai direttori di «Avanguardia» – Francesca Bernardini e Aldo Mastropasqua – e ad alcuni del gruppo redazionale, anche Nanni  Balestrini, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Giovanni Fontana, Simonetta Lux,  Raffaele Manica, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Daniela Rossi e Lello Voce.

Sarà presente anche Giulia Niccolai che ha condiviso con Adriano Spatola anni di intensa passione letteraria, affiancandolo, oltre che nella sua attività di incessante sperimentazione poetica anche nel suo lavoro di editore in proprio di libri e di riviste che hanno lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana contemporanea.

 

Nella seconda parte del pomeriggio verrà presentata, con un ideale passaggio di testimone, l’importante antologia di poesia italiana contemporanea Parola plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli, edita da Luca Sossella. La struttura della presentazione è assolutamente originale: ciascuno degli otto curatori dell’antologia, autore di saggi di lettura e di commenti ai testi, introdurrà criticamente uno dei poeti antologizzati che leggerà un proprio testo. Lo schema degli abbinamenti tra poeti e critici è il seguente: Antonellla Anedda – Alessandro Baldacci; Stefano Del Bianco – Paolo Zublena; Claudio Damiani – Raffaella Scarpa; Gabriele Frasca – Giancarlo Alfano; Valerio Magrelli – Cecilia Bello Minciacchi; Aldo Nove – Andrea Cortellessa; Tommaso Ottonieri – Massimiliano Manganelli; Gian Mario Villalta – Fabio Zinelli.

ottobre 2005 / Québec

martedì, 25 ottobre 2005   [link]
 

nell’ambito di RomaPoesia  –  IX edizione  –  ottobre 2005

 

martedì 25 ottobre – alle ore 21:00

OLTREATLANTICO

poeti dal Québec e dagli Stati Uniti

presso il bookshop dell’Auditorium parco della musica

viale de Coubertin – Roma – tel. 06.80693461

presentazione e lettura di poesie di

Francis Catalano  Stéphane Despatie  (Québec)

Craig Arnold  (USA)

L’incontro con gli autori è curato da

Maria Teresa Carbone, Marco Giovenale, Laura Pugno, Lidia Riviello 

Francis Catalano e Stéphane Despatie, presenti il 23 ottobre presso la Fondazione Baruchello, e il 24 alla libreria Empiria, sono in Italia per incontri e letture che li vedono nella doppia veste di poeti e di curatori/traduttori di numerosi autori italiani, di cui hanno pubblicato poesie sul n.40 della loro rivista “Exit” (è in corso un progetto di scambio con la rivista “l’immaginazione”, che ospiterà presto autori del Québec in un fascicolo monografico). Craig Arnold è in Italia per elaborare un testo lirico-biografico dedicato alla figura di Ovidio: il suo progetto ha vinto la Joseph Brodsky Rome Prize Fellowship, edizione 2005-06, e lo ha condotto a Roma, ospite della American Academy.

*

Francis Catalano, nato a Montréal nel 1961, ha pubblicato quattro libri di poesia: Romamor (Écrits des Forges, 1999), Index (Trait d’union, 2001), M’atterres, Panoptikon (Éditions Triptyques, 2005). Sue poesie compaiono in numerose antologie realizzate in Québec e altrove: su “Action poétique” (n.153-154, Québec: une autre poésie de langue française), “Ritmica”(n.8: Poesia del Quebec : Dieci autori canadesi di lingua francese), “Estuaires”(n. 37, Onze poètes du Québec), e Aqui y ahora (35 poètes québécois depuis 1960). Come traduttore, ha pubblicato Le vase brisé (Éditions du Noroît, 2000), scelta di poesie di Valerio Magrelli, e Instructions pour la lecture d’un journal (Écrits des Forges, 2005), dello stesso autore. Co-fondatore negli anni ’80 della rivista “Influx”, è attualmente membro del comitato di redazione della rivista “Exit”.

   

Stéphane Despatie è nato a Montréal nel 1968. Dal principio degli anni novanta partecipa attivamente alla vita letteraria e culturale sia come editore della rivista “Entracte” (consacrata alle arti della scena e dello spettacolo), sia successivamente come libraio, cronista di letteratura, direttore di una collana di poesia, organizzatore e animatore di letture pubbliche in Québec e in Francia, e come lettore della propria opera. È stato uno dei fondatori del Marché de la poésie di Montreal. È attualmente critico letterario e teatrale del settimanale “Voir”, e direttore della rivista di poesia “Exit”. La sua opera poetica comprende numerose raccolte, tra cui Engoulevents, Au milieu du vacarme e Garder le feu. Il suo racconto Réservé aux chiens è comparso presso XYZ editore. Sue poesie sono tradotte in spagnolo.

Craig Arnold è nato nel 1967 a Merced (California). Nel 1989 ha conseguito un Bachelor of Arts all’università di Yale. Si è poi trasferito a Salt Lake City per seguire un dottorato di scrittura creativa, presso l’università dello Utah. Nel 1996 gli è stata assegnata una Amy Lowell Poetry Traveling Scholarship. Ha insegnato anche presso la Princeton University. E’ stato redattore del “Quarterly West magazine”. Attualmente è assistente alla cattedra di Poesia dell’università del Wyoming. La sua poesia Hot è inclusa nell’antologia The Best American Poetry 1998. Altre opere, poesie e saggi, in “Poetry”, “The Paris Review”, “The Yale Review”, “The Austin Chronicle”, “Open city” e “The New Republic”. Con il testo Shell (pubblicato come volume nel 1999) ha vinto nel 1998 la Yale Series of Younger Poets competition, presieduta da W.S.Merwin. E’ a Roma come vincitore della Joseph Brodsky Rome Prize Fellowship.


  [link]

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  [link]

Laura Pugno vince il Premio per la Sceneggiatura all’Autumn Film Festival

[ Verona, Autumn Film Festival, 18-22 ottobre 2005 ]   

Con la sceneggiatura Sleepwalking, tratta dalla sua raccolta Sleepwalking. Tredici racconti visionari, Laura Pugno ha vinto il Premio Scrivere Cinema per la miglior sceneggiatura.

www.autumnfilmfestival.net, www.laurapugno.it


lunedì, 24 ottobre 2005   [link] nell’ambito di RomaPoesia  –  IX edizione  –  ottobre 2005  

 lunedì 24 ottobre:

Poesia dal Québec

alle ore 18:00, presso la Libreria Empiria

via Baccina 79 – 00184 Roma – tel./fax 06.69940850

Stéphane Despatie Francis Catalano

– L’incontro e il dialogo con gli autori è curato da

Maria Teresa Carbone, Laura Pugno e Lidia Riviello

Francis Catalano e Stéphane Despatie, ospiti già il 23 ottobre della Fondazione Baruchello, sono in Italia per incontri e letture che li vedono nella doppia veste di poeti e di curatori/traduttori di autori italiani, di cui hanno pubblicato un’ampia scelta sul n.40 della loro rivista “Exit” (è in corso un progetto di scambio con la rivista “l’immaginazione”, che ospiterà presto autori del Québec in un fascicolo monografico). Della loro poesia e del loro lavoro di traduzione, così come del panorama poetico quebecchese, si parlerà oggi alle 18 presso la libreria Empiria; e domani, 25 ottobre, alle 21, presso il bookshop dell’Auditorium – Parco della musica (v.le de Coubertin), dove sarà presentato anche il poeta statunitense Craig Arnold.

    


domenica, 23 ottobre 2005   [link]

FONDAZIONE BARUCHELLO – ROMAPOESIA 2005

L’ESPERIENZA – DIVENIRE DELLE ARTI.

GENERAZIONE ’68-’78

19 ottobre 2005 | 10.00 – 15.00 | rassegna video | Filmstudio 2 | Via degli Orti d’Alibert 1/c

23 ottobre 2005 | 10.00 – 19.00 | mostra e tavola rotonda | Fondazione Baruchello (terza giornata di RomaPoesia 2005)

a cura di Carla Subrizi, Marco Giovenale, Ilaria Gianni, Francesco Ventrella

artisti: Tania Carson, Annalisa Cattani, Carla Cruz, Gianluca Codeghini, Antonello Faretta, Stefania Galegati, goldiechiari, Massimo Grimaldi, Silvia Iorio, Domenico Mangano, Marzia Migliora, Sandrine Nicoletta, Stefano Pasquini, Guendalina Salini, Marinella Senatore, Valerie Tevere, Marta Valenti + Chloé Barreau, Italo Zuffi

poeti: Elisa Biagini, Gherardo Bortolotti, Alessandro Brogli, Mario Desiati, Esse Zeta Atona, Florinda Fusco, Giovanna Frene, Massimo Gezzi, Andrea Inglese, Fabrizio Lombardo, Andrea Ponso, Laura Pugno, Christian Raimo, Andrea Raos, Lidia Riviello, Massimo Sannelli, Luigi Severi, Sparajurij, Sara Ventroni, Michele Zaffarano

interventi: Nanni Balestrini, Lorenzo Benedetti, Sergio Bianchi, Luigi Cinque, Maria Grazia Calandrone, Rossana Campo, Francis Catalano e Stéphane Despatie, Biagio Cepollaro, Vincenzo Chiarandà (undo.net), Daniela Cignini, Emilio Fantin, Francesco Forlani, Francesco Forte, Gino Gianuizzi, Tommaso Ottonieri, Cesare Pietroiusti, Luigi Pingitore e Giulio Marzaioli, Cesare Viel.

La Fondazione Baruchello, nell’ambito di RomaPoesia 2005, propone due giornate con proiezioni-video, mostra e tavola rotonda per osservare quanto sta avvenendo nelle arti e nella poesia di ricerca più recenti. In accordo con il tema, (la generazione di poeti ’68-‘78) intorno al quale tutta l’edizione di RomaPoesia 2005 ha realizzato le sue giornate, la Fondazione Baruchello, il 23 ottobre, (a conclusione di RomaPoesia 2005), punta il proprio progetto sul confronto di artisti e poeti di una stessa generazione. Circa venti artisti e altrettanti poeti, sono stati invitati per presentare lavori recenti ma anche per aprire un confronto sulle questioni emergenti della ricerca-divenire delle arti. Accanto ad essi artisti, critici, poeti, scrittori interverranno per allargare il confronto su altri punti di vista e prospettive. Il giorno 19 ottobre, presso l’Associazione Filmstudio 80, una rassegna di video degli artisti invitati, costituirà un’ulteriore possibilità per riflettere su temi e procedure emergenti nel panorama artistico recente.  

Con questa premessa la Fondazione Baruchello, ha dunque cercato di mettere insieme una prospettiva quanto mai aperta e varia di aspetti, per poter far emergere quelle che abbiamo individuato come alcune delle questioni di maggior rilievo ma anche di maggiore problematicità: la sperimentazione; nuove prospettive in cui torna il rapporto arte/vita/quotidianità; la performatività non tanto nella procedura artistica quanto alla radice della ricerca di forme di relazione e dialogo; la riflessione non sull’individualità ma sull’individuazione di forme di identità; il superamento della specificità delle tecniche e delle tipologie artistiche; la necessità di indagare la realtà a partire da nuove prospettive che intrecciano la storia personale, l’autobiografia, il racconto di sé all’inquietudine, alla responsabilità, alla necessità di entrare in relazione con altri; l’ironia e l’affrancamento da premesse ideologiche o teoriche; il rapporto/confronto con il passato; le contraddizioni, le coincidenze, il dubbio come radici di nuove forme di pensiero e produzione. Questi divengono non tanto temi quanto aspetti presenti nel fare artistico, segni o sintomi di un divenire che più che attraversare di fatto la nostra epoca, deve essere edificato. Un libro documenterà l’intera manifestazione (edizione DeriveApprodi, 2006).

Il 23 ottobre sarà presentato il libro di documentazione degli interventi (per la Fondazione Baruchello) per RomaPoesia 2004.

REGIONE LAZIO | COMUNE DI ROMA | AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

FONDAZIONE BARUCHELLO . via di Santa Cornelia 695, 00188 Roma

www.fondazionebaruchello.com

Per raggiungere la Fondazione Baruchello: strada statale Cassia bis – uscita Castel de’ Ceveri (dopo il tunnel)– poi a sinistra, Via di Santa Cornelia, direzione Formello, fino al civico 695.

ottobre 2005 / Poesia ultima

domenica, 16 ottobre 2005   [link]
 

romapoe    comune    alberello       

     RomaPoesia  –  IX edizione  –  ottobre 2005

a cura di Luigi Cinque e Nanni Balestrini  –  www.romapoesia.it

     

21-22 ottobre: Auditorium, Poesia ultima

23 ottobre: Fondazione Baruchello, L’esperienza-divenire delle arti

28 ottobre: Auditorium, DOCtorCLIP

13-29 ottobre: letture e incontri in tutta la città


21-22 ottobre: POESIA ULTIMA

Auditorium Parco della Musica
V.le De Coubertin – info 06.80241281
Studio 2

incontri coordinati da Marco Giovenale

venerdì 21 ottobre

 ore 16:00
  CORPO, GELO, TEMPO, OGGETTI
  in scritture di autori nati negli anni Sessanta e Settanta

  Letture e interventi di:
  Elisa Biagini, Florinda Fusco, Laura Pugno, Massimo Sannelli

pausa

ore 21:00
 
 
LINEE DELLA SCRITTURA DI RICERCA (1)
  ll lavoro nelle arti: performance e (ri)definizione della vocalità

  Letture e interventi di:
  Esse Zeta AtonaSparajurij, Sara Ventroni
  con la partecipazione di Tommaso Ottonieri

sabato 22 ottobre

 ore 15:00
  VISIBILITÀ E DICIBILITÀ DEL MONDO
  Scrivere luoghi e storia, esserne scritti. Per una poesia civile? E: senza o con “io lirico”?

  Letture e interventi di:
  Mario Desiati, Massimo Gezzi, Fabrizio Lombardo, Andrea Ponso, Lidia Riviello

ore 17:30
  LINEE DELLA SCRITTURA DI RICERCA (2)
  Un dialogo con Francia e Stati Uniti

  Letture e interventi di:
  Gherardo Bortolotti, Andrea Inglese, Andrea Raos, Michele Zaffarano
  con la partecipazione di Damiano Abeni

pausa

 ore 21:00
   EDIPO ANTIEDIPO
   Ricerca in prosa e in poesia: il rapporto con i ‘padri’ = stili del Novecento.

  Letture e interventi di: 
  Alessandro Broggi, Giovanna Frene, Christian Raimo, Luigi Severi

          

>>> Gli incontri di Poesia ultima si completano/concludono con il confronto con artisti e scrittori, critici, editori e curatori, della stessa generazione e di generazioni precedenti, presso la Fondazione Baruchello, domenica 23 ottobre:

       

23 ottobre: L’ESPERIENZA-DIVENIRE DELLE ARTI

Fondazione Baruchello
Via di Santa Cornelia, 695 – info 06.3346000 – www.fondazionebaruchello.com

incontri a cura di Carla Subrizi, Marco Giovenale, Ilaira Gianni, Francesco Ventrella 

domenica 23 ottobre

ore 10.00 
   L’ESPERIENZA-DIVENIRE DELLE ARTI
 
  Giornata di dibattito e confronto tra artisti e poeti della generazione ’68-’78, …e di dialogo  con artisti, critici e autori di diverse generazioni.
   Esposizione/presentazione di opere degli artisti.
   Viene inoltre esposto ed è consultabile un “archivio” di materiali, documenti, immagini, scritti degli artisti e dei poeti invitati. Cenni delle presenze di siti, riviste, collane, iniziative sulle ultime generazioni.

   Gli artisti: Carla Cruz (Portogallo), Gianluca Codeghini (Italia), Rä Di Martino (Italia), Antonello Faretta (Italia), Stefania Galegati (Italia), goldiechiari (Italia), Massimo Grimaldi (Italia), Silvia Iorio (Italia), Domenico Mangano (Italia), Marzia Migliora (Italia), neuroTransmitter (USA), Luana Perilli (Italia), Gabriele Picco (Italia), Riccardo Previdi (Italia), Guendalina Salini (Italia), Marinella Senatore (Italia), Marta Valenti + Chloé Barreau (Italia + Francia), Zimmerfrei (Italia), Italo Zuffi (Italia), Stefano Pasquini (Italia)

    I poeti: Elisa Biagini, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Mario Desiati, Esse Zeta Atona, Florinda Fusco, Giovanna Frene, Massimo Gezzi, Andrea Inglese, Fabrizio Lombardo, Andrea Ponso, Laura Pugno, Christian Raimo, Andrea Raos, Lidia Riviello, Massimo Sannelli, Luigi Severi, Sparajurij, Sara Ventroni, Michele Zaffarano

   Saranno presenti:  Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Lorenzo Benedetti, Maria Grazia Calandrone, Rossana Campo, Francis Catalano e Stéphane Despatie (rivista “Exit”, Québec), Biagio Cepollaro (ebook di ‘Poesia Italiana Online’, e rivista online “Poesia da fare”), Vincenzo Chiarandà (undo.net), Daniela Cignini, Emilio Fantin, Francesco Forlani (rivista “Sud”), Francesco Forte (editore, Oedipus), Gino Gianuizzi (galleria Neon), Tommaso Ottonieri, Cesare Pietroiusti, Luigi Pingitore con Luca Soldi e Giulio Marzaioli (collana Liquid, di Oedipus), Carla Subrizi, Cesare Viel

alcuni approfondimenti sugli artisti: in UnDo.Net 

 


                                           

28 ottobre: DOCtorCLIP

primo festival italiano di videoclip di poesia

Concorso internazionale

Auditorium Parco della Musica
V.le De Coubertin – info 06.80241281
Teatro Studio

venerdì 28 ottobre, ore 21.00
Teatro Studio

MRF, Casa delle Letterature di Roma, LiteraturWERKstatt Berlin presentano la prima edizione del FestivalInterverranno Elio Pagliarani e altri ospiti d’eccezione. In programma: proiezione dei video finalisti al concorso e premiazione del primo classificato.
Da tempo la poesia intrattiene rapporti con le altre arti, si mescola con loro, si modifica e le modifica in un processo di ibridazione continua che è uno dei segreti della sua longevità ed anche, paradossalmente, di fedeltà alle proprie radici; l’interdisciplinarietà del verso è stata infatti praticata sin dalle prime Avanguardie. La rivoluzione digitale ha poi permesso la diffusione di massa di una serie di tecnologie di registrazione delle immagini e del suono, dando impulso a cortocircuiti tra mondo audiovisivo e poesia e permettendo l’interfacciarsi della poesia con il cinema, la video-arte e i new media.

Nell’ottobre 2004 all’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito dell’ottava edizione del festival Romapoesia, MRF progetti e Casa delle Letterature di Roma, in collaborazione con  lo Zebra Poetry Film Award di Berlino, hanno presentato il numero zero del primo Festival italiano di videoclip di poesia: una nuova espressione poetica che fa interagire parola ed immagini artistiche; un linguaggio, inventato e praticato dai giovani, che è nato e si è affermato soprattutto nelle grandi capitali internazionali, quali Berlino, Barcellona, Chicago. Roma si è unita a queste città presentando al pubblico una selezione di lavori del festival berlinese  e impegnandosi nella preparazione della prima edizione italiana del Festival. Il lancio ufficiale del concorso è avvenuto il 21 marzo 2005 nella Giornata Mondiale della Poesia.

I video in concorso saranno selezionati da una giuria* formata da poeti, registi e videoartisti italiani ed internazionali e al vincitore andrà un premio di E 2.500,00. La premiazione si svolgerà il 28 ottobre alle ore 21.00 presso il Teatro Studio dell’Auditorium,  in una serata interamente dedicata al videoclip in cui interverranno ospiti d’eccezione e verranno proiettati i video ritenuti più validi dalla giuria.

 * Fanno parte della giuria: Daniela Rossi, Nanni Balestrini, Fernando Birri, Luigi Cinque, Maria Ida Gaeta, Franco La Cecla,  Enzo Minarelli, Alberto Piccinini, Franca Rovigatti, Sergio Spina, Sara Ventroni, Giacomo Verde, Lello Voce, Thomas Wohlfart

Lo Zebra Poetry Film Award – che si svolge a Berlino ogni 2 anni contemporaneamente al Berlin Poetry Festival e con la prestigiosa Weltklang – Nacht der Poesie, organizzata da literaturWERKstatt Berlin in collaborazione con Deutsche Gesellschaft für Technische Zusammenarbeit (GTZ) GmbH e Interfilm Berlin, sotto la direzione di Thomas Wohlfahrt – è giunto alla sua seconda edizione, confermandosi come il più grande e importante contest mondiale dedicato alla videopoesia – con più di 800 opere inviate al concorso, provenienti da 57 differenti paesi

                     

INTORNO
Romapoesia nella città: 13-29 ottobre

Giovedì 13 ottobre
Lavatoio Contumaciale – Piazza Perin del Vaga, 4 – tel. 06.36301333
ore 18.30

   Presentazione del libro La notte innocente e del CD Onda di Gabriella Gianfelici
   Con Maria Teresa Pellegrini Raho, Antonella Petricone e Stefania De Grossi
ore 19.30
   Roma caput poetry. Glorificazione e dissacrazione della città eterna
   Raid poetico a cura di Bianca Menna, in collaborazione con “Maratona di poesia” diretto da Francesca Farina

Venerdì 14 ottobre ore 21.00
Cafè Notegen – Via del Babuino, 159 – tel. 063200855

   Fernandel Editore presenta gli autori Gianluca Morozzi, Michele Governatori, Roberto Michilli e Marco Pedone

Sabato 15 ottobre ore 21.00
Libreria Editrice Empiria – Via Baccina, 79 – tel. 06.69940850

   Edizioni Empiria e Hamish Henderson Folk Club presentano:
   Mariano De Simone in  
   Benvenuti in America!
   Canzoni poesie immagini musiche di minoranze etniche nel sud degli Stati Uniti
   A cura di Pino Mereu
   Con Mariano De Simone (canto, voce, banjo, chitarra, violino, dulcimer), Vincenzo Appolloni (violino, chitarra, voce) e Riccardo Di Nonno (melodeon)

Lunedì 17 ottobre ore 18.30
Libreria Editrice Empiria – Via Baccina, 79 – tel. 06.69940850

   Una Stagione un giorno una parola
   Incontro dedicato all’haiku
   A cura di Michiko Nojiri e Carla Vasio
   Con Simona Cigliana, Ennio Cavalli, Daniela Costanzi, Riccardo Duranti, Moussia   Fantoli, Mario Lunetta, Luigi Manzi, Elio Pecora, Cetta Petrollo, Argo Suglia

Martedì 18 ottobre ore 21
Istituto Polacco di Cultura – Via Vittoria Colonna, 1 – tel. 06.36000723

   Gente sul ponte – “Come vivere? Mi ha scritto qualcuno a cui io intendevo fare la stessa domanda”
   Spettacolo di parola e musica sui testi di Wislawa Szymborska
   Con Lisa Ferlazzo Natoli (voce recitante), Gianni Trovalusci (flauto e live electronics), Gianluca Ruggeri (percussioni e live electronics), Cezary Duchnowski (pianoforte e live electronics) e Agata Zubel (voce)

Mercoledì 19 ottobre ore 10.00
Cinema FilmStudio – Via degli Orti D’Alibert, 1/C – tel. 06.68192987
   1968-1978. Il video dopo il video
  
Nuove generazioni – Nuove ricerche a confronto

   A cura della Fondazione Baruchello

Giovedì 20 ottobre ore 19.00
Biblioteca Elsa Morante, Via A. Cozza, 7 – Ostia, lungomare di ponente
tel. 06.5611815

   A trent’anni dalla scomparsa di P. P. Pasolini
  Poemus“quando il corpo è separato dalla spada è frusta maligna” (E. Fiore)
   Letture di Gianni Godi, Giovanni Fontana,  Mariateresa Ciammaruconi, Elmerindo  Fiore, Giovanni Greco e Mariacristina Zerbino, Marco Palladini, Barbara Gabotto e  Giacomo Guidetti, Sergio Zuccaro

Giovedì 20 ottobre ore 20.30
Centro Culturale Libreria Bibli – Via dei Fienaroli, 28 – tel. 06.5884097

   L’Ambasciata di Francia in Italia presenta
   Col tempo/Avec le temps
   Incontro con Erri de Luca e Valerio Magrelli
   Non ora non qui di Erri de Luca e Poesie, didascalie di Valerio Magrelli:
   letture in italiano e in francese degli autori e di Silvie Fedensieu-Busnel e Francis Catalano

Lunedì 24 ottobre ore 18.30
Libreria Editrice Empiria- Via Baccina, 79 – tel. 06.69940850

   Poesia dal Québec
 
Lettura di poesie di Stéphane Despatie e Francis Catalano
   Presentazione della rivista “Exit”

Martedì 25 ottobre ore 21.00
Book Shop dell’Auditorium Parco della Musica – V.le de Coubertin
tel. 06.80693461
   Oltreatlantico
   Incontro con Francis Catalano, Stéphane Despatie (Québec) e Craig Arnold
(USA)

Mercoledì 26 ottobre ore 18.30
Biblioteca Rispoli – Piazza Grazioli, 4 – tel. 06.6796609

   Mantrapoesia: Orienti Occidenti  – seconda edizione
   A cura di Tiziana Colusso
   Li Guangwen legge una scelta di poeti cinesi contemporanei; reportage fotografico dalla Cina di Concetta Scuderi; performance poetica di Giulia Niccolai, Isabella Bordoni e Tiziana Colusso;
   Pino Blasone legge alcune sue traduzioni di poeti arabi e persiani

Giovedì 27 ottobre ore 16.00
Università degli Studi di Roma “La Sapienza” –  P.le Aldo Moro, 5
Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, diretto da Simonetta Lux
tel. 06.49910365 – www.luxflux.net

   * Presentazione del numero di «Avanguardia» dedicato ad Adriano Spatola
   A cura di Domenico Scudero
   Interverranno: i direttori della rivista Francesca Bernardini e Aldo Mastropasqua;  Nanni  Balestrini, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Giovanni Fontana, Simonetta Lux,  Raffaele Manica, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Daniela Rossi, Lello Voce
   Ospite d’onore: Giulia Niccolai
   Sarà presentato un video su Adriano Spatola
   * Presentazione dell’antologia Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli (Luca Sossella editore)
   Ciascuno dei curatori introdurrà la lettura di uno dei poeti presenti nell’antologia:
   – Antonella Anedda presentata da Alessandro Baldacci
   – Stefano Dal Bianco presentato da Paolo Zublena
   – Claudio Damiani presentato da Raffaella Scarpa
   – Gabriele Frasca presentato da Giancarlo Alfano
   – Valerio Magrelli presentato da Cecilia Bello Minciacchi
   – Aldo Nove presentato da Andrea Cortellessa
   – Tommaso Ottonieri presentato da Massimiliano Manganelli
   – Gian Mario Villalta presentato da Fabio Zinelli

Sabato 29 ottobre ore 21.00
Lavatoio Contumaciale – Piazza Pierin del Vaga, 4 – tel. 06.36301333

   Le edizioni Il Filo presentano
   Astronomi di Tiziana Fumagalli
   Poemetti di antichi studiosi arabi di stelle e fenomeni celesti

   A cura di Francesca Romana Cerri
   Sarà presente l’autrice