“Le didascalie sono schiettamente quelle delle prime edizioni, poche e scarne: le edizioni moderne portano molte altre didascalie aggiunte nell’Ottocento, di solito capricciose o inutili perché l’autore aveva gran cura di spiegare nei discorsi degli attori le loro azioni, quasi fosse un teatro per ciechi. E forse lo era; cioè gli attori non facevano quasi nulla, soltanto entrare, uscire o morire: l’azione era nei versi. La scena, come si sa, era nuda: se serviva un tavolo lo si spingeva avanti e poi lo si portava via. Le luci erano candele messe sull’orlo del palco; oppure la luce del giorno”.
[ J.Rodolfo Wilcock, introduzione a Christopher Marlowe, Teatro completo, Adelphi, Milano 1966, p.XVII ]