A sette anni dalla sua precedente raccolta di versi, Valerio Magrelli presenta un libro centrato su un deciso contrasto tematico. Nel volume risalta infatti una netta opposizione fra la prima parte, aperta alle più varie sollecitazioni della cronaca, e la seconda, tutta risolta in ambito domestico. A mo’ di chiusura sta poi un’appendice che tenta di formulare una riflessione complessiva: in un mondo infestato da sopraffazioni pubbliche e private, genocidi e fratricidi, Irak e Erika, queste poesie cercano di ricondurre macro e micro-conflitti a una radice comune, una patologia cognitiva che li spiegherebbe in termini di «disturbi del sistema binario». Dopo avere allargato il raggio delle considerazioni alla sfera politica e sociale (Nella tribù), dopo avere descritto il margine di residua extraterritorialità in cui sembra ancora possibile esercitare sentimenti umani non distruttivi (La volontà buona), l’autore prova cioè a comprendere la banalità del Male tramite un celebre test percettivo basato sull’ambiguità dell’immagine (L’individuo anatra-lepre).E mentre la scrittura assume l’andamento di un trattatello, il lettore può assistere a un istruttivo quanto desolato confronto fra le illusioni del soggetto e la vulnerabilità del suo mondo.