Milli Graffi, embargo voice, prefazione di A.Cortellessa, pp.102, 2006
Bibliopolis Poesia 4
ISBN 88-7088-512-7
scheda editoriale:
Questa è la quarta raccolta di poesie di Milli Graffi, e giunge al fondo di una lunga interrogazione sulle sorti della poesia. Nasce da un disagio. Dall’oblio in cui sono caduti tutti gli interessi culturali che avevano sostenuto la scena letteraria del Novecento, non ultima la vivacissima discussione sollevata dalle scienze umane. Embargo vuol dire chiusura, esclusione. Vuol dire perdere l’orientamento, perdere la teoria, perdere i compagni di strada. Eppure quando si riesce a descrivere il disagio, forse si è già entrati nella ripresa. Le poesie qui raccolte sono quasi tutte molto recenti, a parte l’ultima sezione stringa una storia che era in qualche modo inaugurale della crisi. Un libro da leggere alla rovescia? Piuttosto un libro sulla contemporaneità di tutte le istanze, sulla convivenza continua del tempo con se stesso, passato e futuro. Sulla necessità di sentire la voce della lingua che si parla, anche a costo di dissolvere in essa il proprio io. Andrea Cortellessa ha individuato “la fobia di un’identificazione ultima del soggetto [in] tutti i libri di Milli Graffi”, e alla fine può concludere: “Embargo voice è il libro di Milli in cui più ci si spinge a rischiare lo squarciarsi del velo. E lo si può anzi leggere, per certi versi, come una vera e propria escussione del ‘caso’ in oggetto: un prolungato procedimento indiziario che, con movenza non nuova all’autrice ma mai così sistematica, produce il senso (o un senso) dal bricolage di una «scrittura» che, dolorosamente ma necessariamente, ‘cammina / sui propri cocci’”.