Lo stato delle cose

ricevo e volentieri pubblico :

lo stato delle cose

pensiero critico e scritture

30 giugno 2009
comunicato stampa


È uscito il n. 2 della nuova serie (il 18° in assoluto) de Lo stato delle cose, trimestrale di pensiero critico e scritture.

Aprono il fascicolo paesaggi, non paesaggi e piccole prose donate da Marosia Castaldi, la scrittrice di origini napoletane, amata da critici e scrittori di generazione ed orientamenti diversi, Segre e Starnone, Maraini e Leonetti, Gramigna e Lamarque.

Una bella novità è rappresentata, a seguire, dalla prima traduzione italiana (a cura di Daniele Arosio) di pagine poetiche di Jean Claude Izzo, tratte da L’aride des jours (1999).  Lo scrittore, notissimo grazie alla trilogia noir (protagonista Fabio Montale), soleva affidare ai versi la sua più autentica visione del mondo: Poèmes à haute voix (1970) avevano segnato l’ingresso sulla scena letteraria francese, salutata  – per sempre e troppo presto -, assieme alla vita,  trent’anni dopo, con L’aride.

Domina, nel resto della rivista, la figura di Giuseppe Bartolucci, il maggiore teorico  teatrale del secondo Novecento, artefice del passaggio dal concetto di ‘drammaturgia’ a quello di ‘scrittura scenica’ (ma non solo). Il contributo de Lo stato non riguarda, tuttavia, tale missione di GB, che da altri è ben analizzata, seppure con il diffuso limite di avviare ogni approfondimento dall’attenzione che il critico riservò al teatro a partire dai primi anni Sessanta sul quotidiano Avanti! Qui si prova a dimostrare che per “trovare le radici di questo grande albero bisogna scavare di più”, sino alla produzione giovanile postresistenziale di impianto politico ed a quella degli anni Cinquanta, di critico letterario e scrittore. S’è ritenuto, per questo, utile riproporre un articolato reportage di GB sulla fine del neorealismo, oltre a testi (ad es., su Scotellaro) che testimoniano il suo speciale interesse per le lettere meridionali: a far da corollario, un intervento di Francesco G. Forte, “Bartolucci e l’«esemplarità» di Cummeo”, che analizza l’adesione del critico al mondo narrativo di Domenico Rea. Per l’aspetto politico, si ripropongono due saggi del ’45 (GB ha 22 anni!), sul socialismo di Rosselli e sulla figura di Lenin nelle pagine soreliane. Qualche nota inedita, piccole curiosità, brani di lettere completano questo omaggio, per il quale si auspicano più sostanziosi sviluppi.

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