Lunedì 28 giugno, ore 20.30
alla sala Azzurro Scipioni (Via degli Scipioni 82, Roma)
Rai Cinema e Digital Studio presentano
Senza scrittori
un documentario di Andrea Cortellessa e Luca Archibugi con la collaborazione di Elisa Veronica Zucchi
(durata 72 minuti)
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Senza scrittori
Il titolo suona volutamente paradossale. In Italia ogni anno vengono pubblicate decine di migliaia di novità librarie, e letteralmente non si contano gli esordi di poeti, narratori e saggisti. Il titolo di scrittore, insomma, non si nega a nessuno: tanto più che chiunque raggiunga una certa fama, a qualsiasi titolo (foss’anche quello di efferato pluriomicida), si sente in dovere di corroborarla, e insieme sfruttarla, pubblicando appunto un libro. Il libro è così divenuto il feticcio per eccellenza della nostra «società del narcisismo». E attorno al libro s’è affermata, con la nascita e il crescente predominio dell’editoria di massa, una vera e propria industria della vanità: che passa per la “macchina” editoriale, improntata a criteri di produzione sempre più automatizzati e standardizzati; la “filiera” per molti versi perversa della distribuzione, sempre più condizionata dalle concentrazioni proprietarie; il “tritatutto” della promozione, che gigantografa le figure-feticcio degli autori à la page coi meccanismi numerolàtrici delle classifiche di vendita e la spettacolarizzazione dei festival e dei premi letterari – come la vera e propria “fiera della vanità” ogni inizio di luglio messa in scena dallo Strega; infine la “tonnara” della vendita al dettaglio, che spinge i malcapitati lettori al consumo più immediato e irriflesso in luoghi sempre più alienanti e massificanti.
A fronte di questo sistema apparentemente senza falle né residui, Senza scrittori mette in scena un guastafeste ingombrante, un grillo parlante curioso e molesto – il critico Andrea Cortellessa – che quelle falle e quei residui ostinatamente cerca e in parte trova, sottolineando le diverse interpretazioni che della famosa “filiera” – contro un pensiero che tutto presenta, invece, come “seconda natura” – possono essere date da soggetti diversamente responsabili. E che infine, quasi per caso, perviene in un luogo che pare fuori dallo spazio e dal tempo, la fantomatica Stazione di Topolò sita al confine con la Slovenia: dove espressione artistica e letteraria, relazioni personali e col territorio, senso della storia e dell’identità sembrano trovare un equilibrio – precario quanto affascinante.
Interviste con: Marco Belpoliti, Tiziano Scarpa, Antonio Scurati, Giorgio Vasta, Valentino Zeichen, Giuseppe Antonelli, Francesco Piccolo, Raffaele Manica, Gabriele Pedullà, Antonio Franchini, Alberto Magnani della Demoskopea, Francesco Cataluccio, Giulio Mozzi, Piero Gelli, Stefano Mauri, Sergio Bianchi e Ilaria Bussoni di DeriveApprodi, Romano Montroni, Stefano Salis, Vincenzo Orieti e Carla Tombolini della Libreria Tombolini, Carla Bernini e Luca Nicolini del festival di Mantova, Antonella Bukovaz, Moreno Miorelli e Donatella Ruttar della Stazione di Topolò.
Andrea Cortellessa è nato a Roma nel 1968. Insegna Letterature comparate all’Università di Roma Tre. Fra i suoi libri: Le notti chiare erano tutte un’alba. Antologia di poeti italiani nella prima guerra mondiale (Bruno Mondadori 1998), Ungaretti (Einaudi Tascabili-RAI Educational 2000), La fisica del senso. Saggi e interventi su poeti italiani dal 1940 a oggi (Fazi 2006), Libri segreti. Autori-critici nel Novecento italiano (Le Lettere 2008), Scuole segrete. Il Novecento italiano e Tommaso Landolfi (Aragno 2009) e, con Marco Belpoliti, Da una tregua all’altra. Auschwitz-Torino sessant’anni dopo (Chiarelettere 2010). Ha curato per Adelphi, Bompiani e Garzanti testi di Giorgio Manganelli, Giorgio de Chirico, Elio Pagliarani e Giovanni Raboni. Per Le Lettere ha ideato e dirige la collana fuoriformato, giunta nel febbraio 2010 al suo ventiseiesimo titolo. Sta coordinando un gruppo di lavoro nell’allestimento del «Meridiano» di Amelia Rosselli, la cui pubblicazione è prevista nel 2011. Collabora alla «Stampa» e al suo supplemento «Tuttolibri», a «Poesia», «L’Indice dei libri del mese» e altre testate. È nella redazione di «Alfabeta2» e del «verri» e collabora ai programmi culturali di RAI-Radio Tre.
Luca Archibugi (Roma, 1957), scrittore e regista, lavora alla Rai dal 1984 e ha diretto principalmente rubriche, programmi e documentari culturali, prima alla radio, poi in televisione. Ha lavorato per Radio Tre, Divisione Stampa, Educational, Rai Due e attualmente per Rai Uno e Rai Cinema, per cui sta realizzando progetti sul teatro, in dvd, dal repertorio Rai e su nuove produzioni. Ha conseguito numerosi premi nazionali e internazionali, sia come regista televisivo che come drammaturgo. Ha rappresentato una ventina di testi teatrali e diretto una decina di spettacoli. Collabora a giornali e riviste, fra cui «Il Messaggero» e «il manifesto». Insegna Storia e tecnica del linguaggio teatrale e dello spettacolo alla Link Campus University.