un post-commento

Ammetto in questa sede un errore che sarò sempre pronto ad ammettere in altre sedi, in tutta limpidezza: nella discussione seguita alla pubblicazione del testo introduttivo di V. Ostuni a Poesia degli anni Zero, su Nazione indiana, avrei fatto assai meglio a non comparire come commentante.

In primo luogo perché arrivo a pensare, personalmente, che il post non richiede(rebbe) forse esplicitazioni che — da parte di un ‘incluso’ — possono prestare il fianco ad accuse ragionevoli di inopportunità; e poi perché il tono delle accuse e la radicalità del non ascolto, nei commenti, aveva già in talune prime battute raggiunto un livello che metteva il mezzo web fuori dalla possibilità di risultare un buon luogo per dirimere o discutere alcunché.

Oltre un certo segno di conflittualità, l’unica strada aperta per la discussione restava e resta (e, per chi vuole, resterà) l’incontro de visu, la litigata franca magari, ma non la digitazione su tastiera.