a tutte queste cose, con un tuffo in america, si arriva per decenza quotidiana, vasche calde piene di tag usati, un mucchio di catarro con sopra una scavatrice che slitta, un mucchio più alto ancora, con le pellicole dei filmini di quando eravamo scozzesi di pastasfoglia, mestruati nelle orecchie, pieni di noia, in un a parte che coinvolge il suggeritore a comprare un libro molto piccolo, quasi nano, senza nessun freno morale, almeno per l’inverno che viene, come uomini eliotiani, stufati, capaci solo di prestare numeri e scattare sull’attenti davanti al backup, appunto, tutti pixelati, ingranditi male già dal primo stampatore, käte con il gadget “mozilla maxilla”, gestione clienti in spagnolo per respirare, timbrati a mano.
una ricerca, anche fatta bene, non può rappresentare una scatola in vera plastica, o le piegatrici di cucchiai.
si fanno sì ripetuti tentativi di costruire cervelli, due linee, esportano una casualità.
ma tu sii sereno, indipendente. avvia un fastidioso programma ricreativo. anche qui non ci sono strutture che ci sostengano. le ragazze scout brasiliane zoppe pubblicizzano una marca di ozono. con tutto questo ben di dio non si può essere infelici.