il microfono implicito

   
1) voi parlate e mentre parlate avvertite il microfono registrare
o la telecamera, la videocamera
registrare (avvertite). il microfono registra. (registrate).

il microfono che registra è come l’osservatore
dei fenomeni
quantistici:

cambia la situazione osservata.

se è presente il microfono, il video, l’operatore, l’intervistatore
allora
la scena psicoanalitica cambia.

il microfono c’è già, dunque c’è già l’analista.
a chi parla rimane così soltanto la voce dell’isterico.
il suo discorso.
allora fa quello. fate.

voi
parlate e mentre
parlate avete
davanti a voi una due tre persone.
(pare ne bastino due per formare
un pubblico).
il pubblico
genera di fatto un (o il) microfono, anche se non c’è microfono
e la presenza del microfono ci porta al punto 1.
(non c’è punto 2).

e parlando parlando (nel discorso dell’isterico) voi di balza in balza
dislocate ossia (siamo sempre al punto
1) slogate spostate la figura intera che volete sia
percepita intera (dai vostri interlocutori)
in questa o in quella cosa. di identificazione in identificazione.
senza coscienza di questo processo. (l’analista che dovrebbe farvelo notare
lo avete predigerito in microfono: tace).

procedete e parlate costruendo continui
specchi nelle parole o nell’ascolto dell’altro
anzi degli altri
che (non per voi) sono davanti.

questo
forma il problema che nella pratica testuale contemporanea viene detto

narcisismo

si presenta o meglio può presentarsi (dipende da chi parla)
non più quantisticamente incerto ma newtonianamente stabile
tutte le volte che compare un microfono, un video, una platea
o il sommarsi di due o più sguardi o ascolti.

anche in assenza di microfono.

in ogni orante c’è un microfono implicito.
parla come essendo o volendo essere (e essere perché ri-preso)
registrato

messo a registro, in riga.
regolato. detto integro.
ma
(c’è un ma, o il ma)

strato dopo strato

si sfoglia è esattamente una cipolla ovviamente senza
ecc.