In effetti per me Tristano è stata un’operazione definitiva, ultima, nel senso che vedo in quell’opera il risultato della distruzione radicale di quello che è l’istituto formale chiave della borghesia, cioè appunto il romanzo, come storia di un personaggio-individuo che in vari modi entra in conflitto con la società per quasi sempre finire male (se è una donna, poi, finisce sempre malissimo), e che viene raccontato attraverso i suoi momenti e passaggi psicologici. Con Tristano ho voluto fare un libro che non raccontasse alcuna storia, non avesse personaggi, non ammettesse alcun tipo di psicologia e debordasse completamente da tutte le regole della sintassi tradizionale. Si tratta di una negazione completa – sotto tutti gli aspetti, a cominciare da quelli formali appunto – dell’ideologia borghese sottesa alla forma-romanzo.
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Nanni Balestrini
intervistato da Andrea Cortellessa
https://www.alfabeta2.it/2019/05/26/balestrini-uno-due-e-tre-letteratura-politica-vogliamo-tutto-1972-2018/