sulle coppie / alberto d’amico. 2019

per https://romeartweek.com/it/strutture/?id=1209

SULLE COPPIE

Nel mio ricordo, la prima coppia artistica di cui ho avuto notizia è stata quella dei coniugi Delaunay, visti a Parigi nel 1984 in occasione di un viaggio fatto con la mia futura moglie. Che rivelazione quei due, con il loro cubismo orfico, basta con i grigetti e i marroncini di Braque e Picasso, finalmente un’esplosione di colori, primari e complementari. Poi quei cerchi, irregolari e ipnotici come spirali in movimento o i dischi ottici rotanti di Duchamp.

Una decina di anni più tardi, nella mostra della collezione Sonnabend, vidi un’opera di Gilbert & George e ne rimasi folgorato, il titolo dell’opera era They e rappresentava la coppia degli autori, una foto resa grafica grazie a un intervento cromatico che la faceva somigliare a una vetrata gotica. Quello che m’interessava era la tautologia di quel pannello, una coppia aveva realizzato un’opera che rappresentava se stessa e l’aveva intitolata They, “Loro”.

Probabilmente è da allora che il fenomeno delle coppie d’arte ha iniziato a essere un tema d’interesse per me. Nessun piglio da studioso, semmai da collezionista, che cerca di annoverare nel suo repertorio mentale non solo tutte le coppie artistiche che incontra, ma anche le diverse tipologie che riguardano le coppie.

La riflessione su questo tema, a ritroso, mi ha fatto ripensare agli autori dei fumetti:

Lee Falk e Phil Davis, Lee Falk e Ray Moore, Uderzo e Goscinny, Stan Lee e Steve Dikto, Siegel e Shuster

Lee Falk e Phil Davis, Lee Falk e Ray Moore, Uderzo e Goscinny, Stan Lee e Steve Dikto, Siegel e Shuster
e agli autori di cartoons Hanna e Barbera. Anche nel cinema era possibile rintracciare duraturi sodalizi di attori, sceneggiatori e registi come i Lumiere, i fratelli Cohen, i Taviani, Powell e Pressburger oppure le coppie delle serie televisive come Mork e Mindy e Starsky e Hutch ad esempio.

Anche in letteratura e in filosofia si annoverano coppie importanti: Sartre e Simone Beauvoir, Deleuze e Guattari.

Le mie domande interne riguardo a queste collaborazioni, erano rivolte al processo creativo. Parlavano insieme di idee che avevano avuto singolarmente? Oppure in base a un tema discutevano per elaborare soluzioni narrative, grafiche, gag, personaggi o brani musicali, come faceva presupporre l’accoppiata Lennon – Mc Cartney? Tutto questo faceva parte di un livello inconscio, non avevo ancora “tematizzato” dentro di me la “collaborazione artistica”.

Un testo che mi aiutò a chiarire la dimensione creativa nell’arte in genere è stato Il critico come artista di Oscar Wilde. Questo saggio mette a confronto due voci, due personaggi, come nei dialoghi platonici, a dibattere della realizzazione di un’opera d’arte. Semplificando molto, in quel saggio, si individuano due funzioni, quella poietica o produttiva e quella critica (nel senso kantiano). Di norma, le due funzioni sono interne a uno stesso autore, invece, nelle coppie d’arte le due funzioni possono essere assunte singolarmente dai due componenti, che si scambiano liberamente i ruoli, tra chi propone e chi critica e questo processo media e rafforza il processo creativo.

Sono felice di poter dire di essere stato in gioventù allievo di Giulio Gianini, studiando sotto la sua direzione cinema d’animazione al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il mio professore insieme a Lele Luzzati formava una favolosa coppia artistica che ha realizzato raffinatissime opere in animazione tali da meritare prestigiosi premi e una menzione agli Oscar.

In seguito mi è capitato spesso di realizzare cortometraggi d’animazione in coppia con altri autori (Arduini, Benassi, Canevari, Coccetti, Colazzo, Khebrehzadeh, Paris, etc.) e ho potuto sperimentare gioie e dolori di un percorso artistico intrecciato.

Con questo primo evento intendo aprire un canale di osservazione sul fenomeno delle coppie artistiche, augurandomi di ospitarne di nuove in un prossimo futuro.

Alberto D’Amico