Roma, via del Consolato 12,
dal 3 al 10 gennaio
Un pensiero per i bimbi poveri del mondo, un progetto di Alberto D’Amico per “Una vetrina”.
Una riflessione amara e pungente sui traumi dell’infanzia, il dualismo bontà e cattiveria secondo i canoni dell’Italia dei primi anni sessanta.
Riprodurre una vetrina nella ‘Vetrina’, alla ricerca di una “mise en abyme” per sondare cosa permane e cosa no delle garanzie morali incistate nelle nostre personalità.
dal 3 al 10 Gennaio 2020
Una Vetrina – via del Consolato, 12 – Roma
La vetrina ha due “storie”, la prima se ci si pone di fronte dalla strada permette di isolare l’indianino sospeso e il testo relativo, la seconda, collegata alla prima attraverso la lettera alla befana, si legge entrando e guardando i doni agognati dalla parete a vetri interna della Vetrina.
L’allestimento quindi si avvale di una tridimensionalità conquistata attraverso l’accostamento di due piani ortogonali, uniti dal fondo della vetrina dove un proiettore con i film e altri giocattoli simulano il pavimento dove noi bambini degli anni sessanta, ultimi baby boomers, eravamo intenti nelle nostre attività ludiche.
La presenza del mondo magico esoterico (la befana) era essenziale nella formazione del nostro orientamento morale.
Gli oggetti sull’espositore rimandano contemporaneamente a Andy Warhol (le box del trenino Märklin), alle mensole di Donald Judd e alle teche di Damien Hirst (le pillole e il tesoro recuperato della mostra a Palazzo Grassi).