martedì, 30 maggio 2006 [link]
appunto # 0.8
né si creda che quanto detto nell’appunto # 0.7 riguardi la sola poesia. (al contrario: è la poesia a ri-guardare tutto).
i minimi dettagli e movimenti dello sguardo riportano il mondo a se stesso. le sfumature sono il codice di uno spostarsi e orientarsi nel mondo che si avvia a conoscerlo, filtrando nella sua complessità, cifrandola daccapo. cercando una pertinenza ai suoi segnali – pur non arrendevole.
“les nuances sont fondamentales pour participer au réel”, scrive Philippe Roux (in un post inserito il 28 maggio da Eric Suchère su www.nazioneindiana.com). e – per restare al suo articolo – in politica il capovolgimento delle prassi e dell’azione in spettacolo è come la conclusione del Salò di Pasolini. i sadici rovesciano i binocoli, e contemplano divertiti i supplizi, miniaturizzati.
invece, sono o dovrebbero essere il corpo e la presenza materiale del corpo a dire e fare realtà, dunque politica. positivamente, a mediazioni ridotte o azzerate. la politica ri-guarda o dovrebbe ri-guardare il lavoro effettivo delle persone, la loro salute, istruzione, il tempo minacciato, le condizioni reali della loro esistenza, il loro male. mentre la politica fatta nello (e dallo) spettacolo è esito e causa dell’incubo iniziato in Italia con particolare violenza negli anni Ottanta, e cresciuto esponenzialmente dal 1994 in avanti
lunedì, 29 maggio 2006 [link]
appunto # 0.7
fitti dialoghi privati con amici, in questi giorni, a proposito di letteratura in rete, poesia in rete. alcuni siti italiani sono stupefacenti. alcuni post – specie di poesia – splendono di un tale grado di kitsch, estraneità all’ortografia, banalità, da bruciare ogni ipotesi – sia pure bislacca e divertita – di commento.
a chi verrebbe fatto di commentare ‘positivamente’ o ‘negativamente’ un’influenza, un virus, il morbillo? se e dove si tratta di crisi di crescenza, è natura. amen. dove così non sia, dove cioè si tratti di “cultura” (pessima, magari recidiva) occorrerebbe un team medico, un eroico kamikaze alla Woody Allen, o un bracchetto barone rosso sul tettino della cuccia, capace di slanciarsi senza paura contro l’orrore di certe videate, mitragliandole di sorrisi senza pietà.
è crudele, la rete, perché non permette il gesto di amicizia, l’attenzione che solo il corpo ha verso il corpo. il corpo è capace di comunicare l’insostenibilità di un verso, di un giro di frase, con un piccolo gesto non astioso, con una tonalità di sguardo. solo il corpo sa presentarsi alla pagina indifeso quanto lei – e però capace di insegnarle a difendersi (come lui stesso non sa)
domenica, 28 maggio 2006 [link]
mi scrive (per sms!) una persona conosciuta tra 2005 e 2006, adombrata per il fatto di avermi affidato in lettura un suo testo che non sono purtroppo ancora riuscito a sfogliare con attenzione. vorrei dirgli che sono forse anni che quasi non leggo miei testi. magari è giusto spiegarsi con immagini, perché osservo che con interlocutori che si occupano di linguaggio, stranamente, il linguaggio verbale non ha effetto. ci aiuteremo con le figure. quella nelle foto p.es. è la situazione attuale di una delle scrivanie di casa. le altre non posso fotografarle perché non c’è una distanza a cui mettersi per abbracciarne il caos in una sola inquadratura. da diversi mesi ho iniziato poi a impilare addirittura plichi, non libri. questi visibili qui sono libri, in gran parte da leggere ancora, quasi tutti arrivati (alcuni comprati) nel 2005. bon. la situazione non può variare in nessun modo, per il momento. sto seguendo da ottobre un trasloco che arriverà a un primo punto fermo soltanto il 15 giugno, ossia tra poco più di due settimane. è stata ed è una situazione che azzera il tempo già azzerato delle giornate. documentazione visiva, come ripeto spesso, è su immag (consiglio vivamente di dare un’occhiata). in sintesi: rinnovo qui l’invito fatto molte volte: a non spedire in nessun modo e per nessuna ragione dei libri al mio indirizzo, né dei files alla mia casella di posta elettronica. riuscirò ad affrontare nell’estate 2006 una piccola parte di letture del 2004-05. tutto il resto andrà all’estate del 2007. sono un lavoratore dipendente, 6 giorni su 7 vivo 13 ore filate fuori casa, spesso nell’impossibilità di leggere. le domeniche sono dedicate alla mia famiglia, necessariamente – e giustamente. ci sono vari progetti che sto comunque portando avanti, scritture e attività in rete e fuori. faccio il possibile per affiancare i files, leggere comunque anche negli interstizi temporali più illogici. ma è ben complicato forzare la mano alla matematica che descrive la scansione oggettiva del tempo.
sabato, 27 maggio 2006 [link]
la quantità (e qualità) di siti e blog anglofoni di poesia sperimentale, e poesia visiva, e poesia non lineare, e google-poetry, è tale, e con risultati di tale bellezza, da non chiedere commento. è sufficiente uno sparuto numero di click: per esempio a partire da http://nonlinearpoetry.blogspot.com/ e dai link collegati.
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italia. in italia la poesia contemporanea, come si diceva qualche tempo fa, è in linea di massima contemporanea al 1940. (e al 1940 italiano, non europeo).
ipotesi. i problemi sono legati a: enfasi, ego, oratoria, patetismo, vedutismo, vocabolario tirchio (la scarsella del petrarca), zero conoscenza dell’arte contemporanea, zero frequentazione del ‘900 europeo e mondiale.
giovedì, 25 maggio 2006 [link]
DOCtorCLIP
primo festival italiano di videoclip di poesia
concorso internazionale
seconda edizione
dalla scheda di presentazione
DOCtorCLIP raddoppia … La prima edizione ha raccolto numerosi e unanimi consensi. Molto elevato il numero delle iscrizioni al concorso (oltre duecento video): la serata finale, con la presentazione dei dieci video finalisti all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha sancito un vivo successo di pubblico e di critica.
Il festival romapoesia, promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, si conferma dunque nella necessità di continuare a dedicare uno spazio privilegiato alla videopoesia: nuova coniugazione tra parola suono e immagine, proposta di “arte totale” che, a partire da un testo poetico, dialoga alla pari con i mezzi tecnologici, contagiandoli di poesia. Dopo oltre un secolo, prende corpo visibile l’idea dei Futuristi che mirava a inserire nel contesto poetico immagini (e suoni).
La passata edizione è stata caratterizzata da un’ampia partecipazione di giovani poeti, accanto a figure più consolidate del panorama italiano. Analizzando l’insieme delle video-opere, emerge il buon livello tecnico generale: tutti gli artisti sanno maneggiare la videocamera, si giostrano agevolmente tra frame, tavole di montaggio e apparati di regia; ma soprattutto dimostrano di aver ben compreso che fare videopoesia implica cognizioni estetiche e strutturali diverse da quelle necessarie per scrivere un testo. Al limite, il punto debole di questa nuova generazione di videopoeti – ma potrebbe anche essere considerato un merito! – consiste in un’apparente “ignoranza” dei lavori e delle esperienze di chi li ha preceduti e ha battuto le stesse piste: sin dai primi anni Settanta, almeno dopo la comparsa di un libro cult come il famoso Videoteppista di Roberto Faenza o dopo la storica commercializzazione del video-portapak da parte della Sony. Se la prima edizione di DOCtorCLIP ha avuto un’impronta prevalentemente italiana, la seconda verrà lanciata con più decisione a livello internazionale, aprendo i battenti all’Europa e ai nuovi mondi, Asia e Americhe.
Per partecipare alla seconda edizione di DOCtorCLIP bisogna mandare alla redazione di romapoesia, entro il 15 luglio 2006, un video inedito della durata massima di cinque minuti che si articoli intorno ad una poesia. E’ possibile scaricare dal sito (www.romapoesia.it) il regolamento del concorso e la scheda di iscrizione. Anche quest’anno i video finalisti verranno proiettati alla fine di ottobre nel Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel corso di una serata ad essi dedicata all’interno del festival romapoesia 2006. E al primo classificato andrà un premio di 2500 euro.
La redazione di DOCtorCLIP
Via G. Lanza 178 – 00184 Roma – tel +39.06.48906040 – info@romapoesia.it – (www.romapoesia.it)