È al suo terzo appuntamento l’iniziativa di Luigi Pingitore, che – grazie ad Andrea Raos – su Nazione Indiana accoglie interventi di otto autori, in tema di scrittura, secondo le linee e suggestioni di un editoriale riportato qui in calce (insieme all’indice dei primi interventi):
___ Variazioni Meridiano – 1: Marina Pizzi, La strage della parola: l’imbuto in gergo
___ Variazioni Meridiano – 2: Roberto Gigliucci
___ Variazioni Meridiano – 3: Giulio Marzaioli, In assenza di.
Sono passati 38 anni da Il Meridiano di Paul Celan.
Quel discorso, pronunciato in occasione dell’assegnazione del premio “Büchner”, fu tra le tante cose una riflessione lucida, tutt’altro che dogmatica, e piena di strazi, sul significato che Celan attribuiva al proprio fare poesia; in un’epoca in cui la poesia aveva ampiamente dismesso la propria identità millenaria.Otto poeti italiani. Oggi. Che abbiano già esordito (quindi con almeno una pubblicazione alle spalle che li abbia consegnati all’esterno). Tracciano il proprio meridiano, seguendo le coordinate intime delle proprie necessità, dei propri slanci e delle proprie abiure. La scelta di questi poeti è puramente arbitraria. Ne mancano altri. Potevano essere altri. Ma è una scelta. Non ci sono note bibliografiche. Di ciascuno di loro è possibile rintracciare in rete molteplici informazioni. Qui basti il testo.
N.B. Questo esercizio nasce dopo che Nazione Indiana ha già proposto un’operazione analoga – usus scribendi – dedicata a 4 narratori. Era stato pensato alcuni mesi fa ma tant’è, forse era necessario che si completasse la mappatura di un certo territorio della letteratura italiana.
Luigi Pingitore