Antonia Pozzi: “Poesia che mi guardi”

L’opera di Antonia Pozzi ha conosciuto una diffusione lenta e frammentaria. Poesia
che mi guardi
è una ricognizione testuale e visiva che vuole servire da strumento
liminare, propedeutico all’attività di studio di questa scrittrice grande amica di
Vittorio Sereni e apprezzata da Eugenio Montale – che già nel 1943 accoglie una
sua raccolta nella prestigiosa collana mondadoriana “Lo specchio”.

Il volume (che offre pure l’intero diario della scrittrice, un’importante scelta di
lettere e alcuni saggi) è arricchito da approfondimenti critici di Fulvio Papi, Dino
Formaggio, Gabriele Scaramuzza, Eugenio Borgna, Giovanna Calvenzi, Goffredo
Fofi, Roberta De Monticelli, e da un dvd con il film Poesia che mi guardi di
Marina Spada, presentato in anteprima nel 2009 alla 66ma Mostra del Cinema di
Venezia.

Stretta tra il carattere repressivo del padre, l’influenza intellettuale dell’amico
Vittorio Sereni e il primo decisivo amore infelice (perché inespresso, sublimato e,
infine, proibito dal padre di lei) per il professore di latino e greco Antonio Maria
Cervi, Antonia Pozzi vive una fulminante e appassionata giovinezza intellettuale.
Poetessa, saggista (ma anche pregevole e anticipatrice fotografa), allieva a Milano
di Antonio Banfi, si lega presto d’amicizia con giovani e brillanti intellettuali come
Enzo Paci, Remo Cantoni, Alberto Mondadori, Dino Formaggio.