dalla scheda sul sito Garzanti
Jolanda Insana, secondo alcuni dei sempre più numerosi ed entusiasti interpreti, è figlia di Talento e di Disciplina. Secondo altri, è nata dalle nozze del giovane Corpo (cuore, con aritmie, e sesso, un’ossessione) con la matura Parola (esperta in misture di aulico e di osceno). A sentire altri, le dettero i natali Linguaggio (venuto dalla Spagna barocca e ultraista) e Psiche (sempre alla ricerca spasmodica di non fuggevole Amore). E c’è chi indica come suoi genitori il Vocabolario (dagli arcaismi dialettali ai neologismi di produzione propria) e la Sicilia (a partire dallo Stretto di Messina, in cui sproloquia di vita, d’amore e di morte la notturna Ciccina Circè). Nacque Poesia, che impavida e sfrontata crebbe dagli strazianti iniziali frammenti lirici (versi roventi sulla punta della lingua, picchi di strofe che si isolano come scoglio: rosicchia rosicchia / qualche osso resterà) fino a poemetti che la sanno lunga e la raccontano con idee-ictus, voce incrinata, fegato iroso e sprezzante. Tragedia e commedia greca ma fatta a pezzi, teatro popolare e proverbiale da recitare con urlo, quando la finzione tocca il nervo. Sono dolce e divento amara. Dall’isola al continente: dove la madre lingua fa da chioccia ai dialetti, sempre fecondi e nutrienti. Una parola morta gratta carta? Jolanda Insana con graffianti parole incide figure di destino indelebile. L’inchiostro è lì lì per sanguinare: umori, e umorismo, Lingua mi desti e lingua t’affettai. Quanta energia in questo italiano per infliggerci «coltellate di bellezza» che spesso sono anche «coltellate di verità». Jolanda avverte: Ti do la lana non la pecora. Se però cercate sotto la lana delle arruffate e calde metafore, sentirete ruggire una tigre. Le vie del sublime sono infinite.
Walter Pedullà
«nasce per morire il desiderio
e per rinascere muore»
Jolanda Insana è nata a Messina nel 1937 e vive a Roma. Le sue poesie sono raccolte in Sciarra amara (1977), Fendenti fonici (1982), Il collettame (1985), La clausura (1987), Medicina carnale (1994), L’occhio dormiente (1997). Ha tradotto Poesie di Saffo (1985), Per diritto di memoria di Aleksandr Tvardovskij (1989), Carmina Priapea (1991), il De amore di Andrea Cappellano (1992), e per il teatro La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi (1989) e La Casina di Plauto (1991).
Jolanda Insana, Tutte le poesie (1977-2007)
Gli Elefanti Poesia, Garzanti, 2007
ISBN 881167910-3
http://www.garzantilibri.it/
alcuni testi di J.I. in rete: Sono questi i fiori, Mastra di trame e di telai, Minchiababba e Babbannacchia, Il martòrio.