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a partire

a partire dai prossimi giorni posterò del tutto irregolarmente su queste pagine (come del resto ho sempre fatto) un po’ di good hints & links a proposito di luoghi e tipi e zone che fanno arte contemporanea, scrittura ed esperimenti fuori registro, serie di letture, venues, riviste, gruppi, movimenti, siti, eccetera.

I’m absolutely fed up with Italian mainstream. (with mainstream in general.)

mi sento fisicamente male tutte le volte che apro un romanzo e leggo stili e nodi e modi e retoriche e cose come questa di Benni. (ed è simpatica; e mi sta simpatico lui).

(oppure questa: trovo in rete un pezzo di un romanzo della Nothomb che dice “Le magnifiche stanze tradizionali profumavano di tatami fresco, e ciascuna aveva la sua immensa vasca da bagno zen, riempita ininterrottamente da un bambù che vi versava acqua bollente. Per evitare che debordasse, nella pietra cruda del bagno era stato praticato un orifizio, sopra il quale campeggiava l’ideogramma della balla di fieno incendiata, simbolo del nulla. – Metafisico! – esclamai“.

ecco: una cosa come questa può allungare di diversi millimetri le ulcere del mio apparato digerente).

più in generale (prescindendo da esempi):

pur riconoscendo la non insensatezza di varie scritture orientate secondo linee  di mainstream, inizio ad avere seri problemi (risolvibili solo facendo ricorso per diagnosi e cure a qualche dispendiosa tossicologia) con poesie dichiarative o liriche, con romanzi romanzoni e con prose regolarissimamente narrative e — come tali — normative.

prego chiunque voglia inviarmi suoi testi di tenere presente questa piccola nota, scritta con l’umiltà e l’onestà del lettore orientato.

alcuni elementi di descrizione

ricevo molti inviti a reading di persone che stimo e per libri che posso non amare ma che sinceramene rispetto.

vorrei sottolineare in ogni caso che da diverso tempo la gran parte dei miei interessi è decisamente laterale e ‘decentrata’ rispetto a moltissima parte della produzione testuale italiana.

per un’idea di quel che sto dicendo si possono visitare le diverse pagine web che curo o a cui collaboro.

il mio interesse, voglio dire, si concentra sulla scrittura di ricerca, la poesia visiva, le installazioni verbali o le interazioni tra testo ‘freddo’ e arte.

non sono interessato al mainstream confessionale, lirico, neoralistico, o altro. specie se italiano.

non sto in nessun modo tentando di “convincere” qualcuno a leggere o interessarsi di visual poetry, asemic writing, conceptual poetry o googlism. do solo alcuni parametri e margini di definizione di ciò che ‘a me’ personalmente interessa. (dando per implicito e comprensibile che non mi ritrovo, quindi, nel mainstream suddetto).

Costruire la sinistra: il tempo è adesso

ricevo, aderisco, rilancio:

Le ragazze e i ragazzi che in questi giorni portano la loro protesta in tutte le piazze del paese per una scuola che li aiuti a crearsi un futuro ci dicono che la speranza di un’altra Italia è possibile. Che è possibile reagire alla destra che toglie diritti e aumenta privilegi. Che è possibile rispondere all’insulto criminale che insanguina il Mezzogiorno e vuole ridurre al silenzio le coscienze più libere. Che è possibile dare dignità al lavoro, spezzando la logica dominante che oggi lo relega sempre più a profitto e mercificazione. Che è possibile affermare la libertà delle donne e vivere in un paese ove la laicità sia un principio inviolabile. Che è possibile lavorare per un mondo di pace. Che è possibile, di fronte all’offensiva razzista nei confronti dei migranti, rispondere – come fece Einstein – che l’unica razza che conosciamo è quella umana. Che è possibile attraverso una riconversione ecologica dell’economia contrastare i cambiamenti climatici, riducendone gli effetti ambientali e sociali. Che è possibile, dunque,  reagire ad una politica miserabile la quale, di fronte alla drammatica questione del surriscaldamento del pianeta, cerca di bloccare le scelte dell’Europa in nome di una cieca salvaguardia di ristretti interessi.

Cambiare questo paese è possibile. A patto di praticare questa speranza che oggi cresce d’intensità, di farla incontrare con una politica che sappia anche cambiare se stessa per tradurre la speranza di oggi  in realtà. E’ questo il compito primario di ciò che chiamiamo sinistra.

Viviamo in un paese e in un tempo che hanno bisogno  di un ritrovato impegno e di una nuova sinistra, ecologista, solidale e pacifista. La cronaca quotidiana dei fatti è ormai una narrazione impietosa dell’Italia e della crisi delle politiche neoliberiste su scala mondiale. Quando la condizione sociale e materiale di tanta parte della popolazione precipita verso il rischio di togliere ogni significato alla parola futuro; quando cittadinanza, convivenza, riconoscimento dell’altro diventano valori sempre più marginali; quando le donne e gli uomini di questo paese vedono crescere la propria solitudine di fronte alle istituzioni, nei luoghi di lavoro – spesso precario, talvolta assente – come in quelli del sapere; quando tutto questo accade  nessuna coscienza civile può star ferma ad aspettare.  Siamo di fronte ad una crisi che segna un vero spartiacque. Crollano i dogmi del pensiero unico che hanno alimentato le forme del capitalismo di questi ultimi 20 anni. Questa crisi rende più che mai attuale il bisogno di sinistra, se essa sarà in grado di  farsi portatrice di una vera alternativa di società a livello globale.

E’ alla politica che tocca il compito, qui ed ora, di produrre un’idea, un progetto di società, un nuovo senso da attribuire alle nostre parole. Ed è la politica che ha il compito di dire che un’alternativa allo stato presente delle cose è necessaria ed è possibile. La destra orienta la sua pesante azione di governo – tutto è già ben chiaro in soli pochi mesi – sulla base di un’agenda che ha nell’esaltazione persino esasperata del mercato e nello smantellamento della nostra Costituzione repubblicana i capisaldi che la ispirano. Cosa saranno scuola e formazione, ambiente, sanità e welfare, livelli di reddito e qualità del lavoro, diritti di cittadinanza e autodeterminazione di donne e uomini nell’Italia di domani, quel domani che è già dietro l’angolo, quando gli effetti di questa destra ora al governo risulteranno dirompenti e colpiranno dritto al cuore le condizioni di vita, già ora così difficili, di tante donne e uomini?

E’ da qui che nasce l’urgenza e lo spazio – vero, reale, possibile, crescente – di una nuova sinistra che susciti speranza e chiami all’impegno politico, che lavori ad un progetto per il paese e sappia mobilitare anche chi è deluso, distratto, distante. Una sinistra che rifiuti il rifugio identitario fine a sé stesso, la fuga dalla politica, l’affannosa ricerca dei segni del passato come nuovi feticci da agitare verso il presente. Una sinistra che assuma la sconfitta di aprile come un momento di verità, non solo di debolezza. E che dalle ragioni profonde di quella sconfitta vuole ripartire, senza ripercorrerne gli errori, le presunzioni, i limiti. Una sinistra che guardi all’Europa come luogo fondamentale del proprio agire e di costruzione di un’alternativa a questa globalizzazione. Una sinistra del lavoro capace di mostrare come la sua sistematica svalorizzazione sia parte decisiva della crisi economica e sociale che viviamo.

Per far ciò pensiamo a una sinistra che riesca finalmente a mescolare i segni e i semi di più culture politiche per farne un linguaggio diverso, un diverso sguardo sulle cose di questo tempo e di questo mondo. Una politica della pace, non solo come ripudio della guerra, anche come quotidiana costruzione della cultura della  non violenza e della cooperazione come alternativa alla competizione. Una sinistra dei diritti civili, delle libertà, dell’uguaglianza e delle differenze. Una sinistra che non sia più ceto politico ma luogo di partecipazione, di ricerca, di responsabilità condivise. Che sappia raccogliere la militanza civile, intellettuale e politica superando i naturali recinti dei soggetti politici tradizionali. E che si faccia carico di un’opposizione rigorosa , con l’impegno di costruire un nuovo, positivo campo di forze e di idee per il paese.

La  difesa del contratto nazionale di lavoro, che imprese e governo vogliono abolire per rendere più diseguali e soli i lavoratori e le lavoratrici è per noi l’immediata priorità, insieme  all’affermazione del valore pubblico e universale della scuola e dell’università e alla difesa del clima che richiede una vera e propria rivoluzione ecologica nel modo di produrre e consumare.

Lavorare da subito ad una fase costituente della sinistra italiana significa  anche spezzare una  condizione di marginalità – politica e persino democratica –  e  scongiurare la deriva bipartitista , avviando   una  riforma delle pratiche politiche novecentesche.

L’obiettivo è quello di lavorare a un nuovo soggetto politico della sinistra italiana attraverso un processo che deve avere concreti elementi di novità: non la sommatoria di ceti politici ma un percorso democratico, partecipativo, inclusivo. Per operare da subito promuoviamo l’associazione politica “Per la Sinistra”, uno strumento leggero per tutti coloro che sono interessati a ridare voce, ruolo e progetto alla sinistra italiana, avviando adesioni larghe e plurali.

Fin da ora si formino nei territori comitati promotori provvisori, aperti a tutti coloro che sono interessati al processo costituente , con il compito di partecipare alla realizzazione, sabato 13 dicembre, di una assemblea nazionale. Punto di partenza di un processo da sottoporre a gennaio a una consultazione di massa attorno a una carta d’intenti, un nome, un simbolo, regole condivise. Proponiamo di arrivare all’assemblea del 13 dicembre attraverso un calendario di iniziative  che ci veda impegnati, già da novembre, a costruire un appuntamento nazionale sulla scuola e campagne  sui  temi    del   lavoro e dei diritti negati, dell’ambiente e contro il nucleare civile e militare e per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Sappiamo bene che non sarà un percorso semplice né breve, che richiederà tempo, quel tempo che è il luogo vero dove si sviluppa la ricerca di altri linguaggi, la produzione di nuova cultura politica, la formazione di nuove classi dirigenti. Una sinistra che sia forza autonoma – sul piano culturale, politico, organizzativo – non può prescindere da ciò. Ma il tempo di domani è già qui ed è oggi che dobbiamo cominciare a misurarlo. Ecco perché diciamo che questo nostro incontro segna, per noi che vi abbiamo preso parte, la comune volontà di un’assunzione individuale e collettiva di responsabilità. La responsabilità di partecipare a un percorso che finalmente prende avvio e di voler contribuire ad estenderlo nelle diverse realtà del territorio, di sottoporlo ad una verifica larga, di svilupparlo lavorando sui temi più sensibili che riguardano tanta parte della popolazione e ai quali legare un progetto politico della sinistra italiana, a cominciare dalla pace, dall’equità sociale e dal lavoro, dai diritti e dall’ambiente alla laicità.

Noi ci impegniamo oggi in questo cammino. A costruirlo nel tempo che sarà richiesto. A cominciare ora.

Roma, 7 novembre 2008


primi firmatari:

Vincenzo Aita, Ritanna Armeni, Alberto Asor Rosa, Angela Azzaro, Fulvia Bandoli, Giovanni Berlinguer, Piero Bevilacqua, Jean Bilongo, Maria Luisa Boccia, Luca Bonaccorsi, Sergio Brenna, Luisa Calimani, Antonio Cantaro, Luciana Castellina, Giusto Catania, Paolo Cento, Giuseppe Chiarante, Raffaella Chiodo, Marcello Cini, Lisa Clark, Maria Rosa Cutrufelli, Pippo Del Bono, Vezio De Lucia, Paolo De Nardis, Loredana De Petris, Elettra Deiana, Arturo Di Corinto, Titti Di Salvo, Walter Fabiocchi, Daniele Farina, Claudio Fava, Carlo Flamigni, Pietro Folena, Enrico Fontana, Marco Fumagalli, Luciano Gallino, Giuliano Giuliani, Umberto Guidoni, Margherita Hack, Paolo Hutter, Francesco Indovina, Rosa Jijon, Francesca Koch, Wilma Labate, Simonetta Lombardo, Francesco Martone, Graziella Mascia, Gianni Mattioli, Danielle Mazzonis, Gennaro Migliore, Adalberto Minucci, Filippo Miraglia, Serafino Murri, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano, Paolo Naso, Diego Novelli, Moni Ovadia, Italo Palumbo, Giorgio Parisi, Elisabetta Piccolotti, Paolo Pietrangeli, Bianca Pomeranzi, Alessandro Portelli, Alì Rashid, Luca Robotti, Massimo Roccella, Stefano Ruffo, Mario Sai, Simonetta Salacone, Massimo L. Salvadori, Edoardo Salzano, Bia Sarasini, Scipione Semeraro, Patrizia Sentinelli, Massimo Serafini, Giuliana Sgrena, Aldo Tortorella, Gabriele Trama, Mario Tronti, Nichi Vendola

alcuni link:

http://rifondazioneperlasinistra.wordpress.com/2008/11/07/costruire-la-sinistra-il-tempo-e-adesso/

http://www.sinistra-democratica.it/costruire-la-sinistra-il-tempo-adesso-0

http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=9797

http://notizie.alice.it/notizie/politica/2008/11_novembre/07/sinistra_vendola_ferrero_rifletta_facciamo_un_cartello_per_ue,16757424.html

http://sdtv.myblog.it/archive/2008/11/08/claudio-fava-una-sinistra-per-trasformare-il-paese.html

http://www.sinistra-democratica.it/costruire-la-sinistra-il-tempo-adesso


Anche quest’anno

Anche quest’anno la vita fa a pugni con i testi. Non potrò presenziare agli incontri di “Anterem” di ottobre. Sono a rischio anche altri impegni, presi lo scorso anno.

Un saluto grato e ovviamente dispiaciuto a Ranieri Teti e Flavio Ermini, e un grazie a Rosa Pierno, per le annotazioni critiche che dedica ai miei testi.

novembre o oltre

per favore non speditemi libri fino a novembre inoltrato. la vecchia casa non può contenerne più. la nuova è ancora in subbuglio e potrebbe esser pronta solo fra mesi e mesi. please wait. grazie!

mg

(ps: chi volesse comunque farmi conoscere il proprio lavoro, può inviare un file in word, formato .doc : preferisco ricevere in questa forma i libri)