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Note sul concetto di installance / Marco Giovenale. 2010

    
1.
  
Ovviamente Robert Barry sul finire degli anni Sessanta ha svolto un lavoro molto vicino al concetto di installance. Dove l’indeterminazione è dominante e non c’è però accenno alla segretezza.
Rilasciare una quantità di elio o neon o altro “da qualche parte” nell’atmosfera è indeterminazione; ma la performance è tale: c’è azione, pubblico, volendo. Che poi l’account, la descrizione-dichiarazione-racconto spieghi post quem ciò che ha avuto luogo, e il fatto che la performance ha avuto luogo, non toglie “segretezza” e nascondimento al lavoro.
Inoltre, tutto il resto è definito e chiaro: si sa che tipo di gas è quello rilasciato, e viene detto, se ne conosce e viene dichiarata la quantità, eccetera.
Se si rilascia segretamente in luogo preciso ma solo fotografato e non dichiarato un oggetto di dimensioni indefinite, spesso coperto di scrittura o asemantica o illeggibile o cancellata, i gradi e strati di non conoscenza sono tali da rendere l’opera definitivamente non perimetrabile, senza tuttavia rinunciare alla sua materialità.
Senza dover ricorrere a un gas o a un’idea, un concetto.
Attenzione: è tuttavia e comunque possibile, attraverso l’installance, ricorrere precisamente a un’idea, o ad altro. A un’azione immateriale e su cui non c’è testimonianza e magari nemmeno è data documentazione. Si veda l’installance assente “nella” chiesa con le sliding doors (http://installance.blogspot.com/2010/09/installance-0007-unperformed.html).
  
 
2.
   
Nel caso di Barry l’opera è, se non performata in presenza di pubblico, comunque pubblicizzata, resa nota come “evento”. L’installance invece è – tendenzialmente – evento solo in termini ontologici, non sociali. Individuali semmai. Non è o può non essere necessariamente “socializzata”.
Altra prossimità apparente, non sostanziale. I writers e i disegnatori che variamente lavorano sui muri delle città privilegiano sì la segretezza dell’opera ma la limitano al puro momento esecutivo. L’opera deve nascere quasi spontaneamente, nella loro (condivisibile o meno) idea, dal discorso della società, e comparire in/al pubblico. L’esibizione è quindi successiva e intera. L’opera è esposta e visibile: già affissa: è sul muro.
Vero è che per le installances non è differente l’esibizione dell’oggetto (esibizione anche costante, perdurante, fino al deperimento dei materiali) successiva alla non-azione, alla installazione secretly performed. Forse allora quello che differisce, ciò che marca distanza fra graffiti e installance, è il senso della durata dell’opera. L’installance non teme di essere persa, di sparire, di corrompersi, di non esser registrata da altro occhio di colui che la pone in essere.
  
   
3.
   
L’installance è un pacchetto di senso individuale isolato. Spesso e anzi si direbbe elettivamente asciugato da ogni narcisismo e atto di esposizione autoriale. È un dono e un’operazione riservata. È per la collettività, non in forma autistica, ma evita lo show. L’oggetto di senso viene donato alla collettività senza passare necessariamente per i canali della consueta “notificazione” legale = spettacolare. (Pur se una “notizia” può essere, ma non deve essere, fornita).
In questo senso, un post in un blog è solo in parte una contraddizione in termini. Vero è che può costituire una documentazione ex post (!). Successiva. Dopo che il dono è stato fatto (segretamente + per tutti + senza più possesso dell’artista + senza alcuna “vendita” + senza narcisismo + senza un destinatario né una fonte “privilegiati” + senza immaterialità).
    

installance # 0004, "return to sender"

“RETURN TO SENDER”


installance n. : # 0004
type : ripped fragment of sheet
piece : abandoned
size : approx cm 3×1
handwritten on it : “RETURN TO SENDER” on one side, and “C” and “A” on the other
record : none
additional notes : none
date : Aug. 26th, 2010
time : 11:58am
place : Rome, piazza Volsinio, on the top of a little wall


“installance” : che cos’è / about

inst

 

host / lost

dérive / river

  

01. a secretly performed installation is an installance

02. an installance and its (non)action may or may not be recorded

03. yes, you can take several notes and produce and pile up documents as well

04. part of the stuff involved in the installance can be abandoned, lost —or not

05. it’s funny that : (04) + the absence of “observers” = installance

06. notes, records, documents —if any— may or may not be published

07. this webspace [now offline: installance.blogspot.com] can host one or more notes per installance

08. this webspace [now offline: installance.blogspot.com] is made for theories too. in Italian too

09. this place [now offline: installance.blogspot.com] won’t host simple installations and/or performances 

10. of course, all of the above are definitely/strongly linked to dada, surr-, fluxus, conceptual art, asemic writing

addenda

11. the trivial, the forgotten, the indefinite, et toutes les dérives may sometimes turn into installances. and, yes, the flux hosting “the lost things” may actually be a real river

12. the word & (non)action “installance”, in association with all the dépense one can put into the idea and practice, are (CC) differx: they’re not kind of brand, TM shit, etc etc. they’re anarchist stuff, take them and do what you want