Archivi categoria: slow-forward

1-12 maggio 2006

venerdì, 12 maggio 2006   [link]
 

alcuni giorni di attesa. non un buon momento


mercoledì, 10 maggio 2006   [link]

Roma, Libreria MELbookStore  [ via Nazionale 252/255 ]

Giovedì 11 maggio, alle ore 18:00Presentazione della raccolta di poesie diElizabeth Bishop, Miracolo a colazione

(Adelphi)

Saranno presenti Ottavio Fatica, Damiano Abeni e Riccardo Duranti

Ospite/lettore straordinario: Mark Strand


La presentazione è organizzata dalla Sezione Traduttori del Sindacato Nazionale Scrittori

Dalla nota editoriale:«Arcaicamente nuova» – così l’ha definita Marianne Moore, di cui è ritenuta degna erede -, Elizabeth Bishop è ormai entrata di diritto nel novero dei massimi poeti americani del Novecento, ma non ha perso nulla del suo fascino elusivo. Eterna sfrattata dai Paesi come dagli affetti, ha condotto una vita appartata, itinerante, dalla Nuova Scozia a New York, da Parigi a Key West fino al Brasile. E da questa inappartenenza costitutiva nasce la sua poesia «di immensa discrezione e di immensità discreta» – secondo le parole di Seamus Heaney -, dove grazie a «una concentrazione perfettamente inutile, dimentica di sé» e a un modo assorto, metodicamente obliquo di ottenere il giusto grado di rifrazione, si accendono visioni capaci di cogliere scorci inediti di quella sostanza surreale che intride la vita quotidiana.


Melbookstore Roma
via Nazionale 252/255
Tel. 064885411


               


lunedì, 08 maggio 2006   [link]

segnalo questi siti esplorati recentemente: http://www.jubilat.org/

http://www.doublechange.com/, http://thediagram.com.

trovate Portugal, Giraudon, Cadiot e Alferi (oltre a moltissimi altri) tradotti in http://www.durationpress.com.

su Free Verse (http://english.chass.ncsu.edu/freeverse/) un dossier sulla poesia ‘sperimentale’ (?) in Irlanda:

http://english.chass.ncsu.edu/freeverse/Pages/Poetry.htm. qualche dubbio; ma da leggere.

infine segnalo Eric Baus (e Marie Buck) in http://glitterponymag.com/


giovedì, 04 maggio 2006   [link]

In occasione dei 20 anni della rivista

                     

“Semicerchio”

              

presentazione del nuovo numero (34):

Dialoghi transorientali e poesia del Pacifico

               

Roma, venerdì 5 maggio 2006, ore 18:00
               
presso il centro culturale Libreria Bibli
via Fienaroli 28 (Trastevere)

                  

Partecipano
                            
Antonella Anedda, Franco Buffoni, Annalisa Comes,

Francesca Corrao, Annalisa Cosentino,

Marco Giovenale, Mia Lecomte, Valerio Magrelli
          
    
Coordina
   
Francesco Stella

       

 


“Semicerchio. Rivista di poesia comparata” è una pubblicazione dalla casa editrice Le Lettere. Col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali (Università di Siena – Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo)La rivista, diretta da Francesco Stella, in occasione del numero 34 dedicato a “Transoriental Dialogues: Pacific Poetry – Dialoghi transorientali. Poesia del Pacifico”, invita all’incontro “20 anni di poesia dal mondo e dal tempo”: letture di poesia italiana, araba, birmana, giapponese, cinese e latina, greca e angloamericana.Con Antonella Anedda, Franco Buffoni, Annalisa Comes, Francesca Corrao, Annalisa Cosentino, Marco Giovenale, Mia Lecomte, Valerio Magrelli. “Semicerchio” è la prima rivista italiana di poesia comparata. Fondata a Firenze nel 1985 da un gruppo di scrittori e di universitari, si interessa di poesia dall’antichità al contemporaneo, con attenzione particolare al quadro internazionale e ai rapporti interculturali, alla critica tematica e alla letteratura d’immigrazione. Si compone di una parte dedicata a un tema antropologico, esplorato nella sua storia poetica attraverso ricerche specialistiche e antologie di testi, una sezione di saggi miscellanei, una serie di inediti italiani e stranieri, e una vasta rubrica di recensioni di libri da ogni parte del mondo, compresa la poesia classica e medievale e la canzone rock e le poesie araba, africana, iranica, lituana, greca, indiana. La combinazione di un rigoroso criterio filologico nelle analisi e nelle selezioni del materiale e un’impostazione interculturale sensibile ai movimenti della società ne ha fatto uno degli strumenti di informazione e di proposta letteraria più avanzati sul piano metodologico e più conosciuti e consultati dai cultori di poesia italiani ed internazionali, oltre che un ponte ideale fra ricerca universitaria, militanza critica e aggiornamento scolastico.

Alla redazione e al comitato scientifico, composti da 30 specialisti di vari paesi europei ed extraeuropei, si sono affiancati di volta in volta collaboratori illustri (fra cui Horacio Armani, Josif Brodskij, Hans Georg Gadamer, Seamus Heaney, Antony Hecht, Gunter Kunert, Reiner Kunze, Mario Luzi, Les Murray, Edoardo Sanguineti, Charles Simic, Charles Wright, Andrea Zanzotto, Jan Ziolkowski, Paul Zumthor) e giovani autori: hanno pubblicato su “Semicerchio” alcune delle loro prime prove poetiche, fra gli altri, Rosaria Lo Russo, Giacomo Trinci, Elisa Biagini, Antonello Satta Centanin, Enzo Fileno Carabba, Federico Condello.

13-30 aprile 2006

domenica, 30 aprile 2006   [link]
 

Sono online due miei video (clip-letture), a bassa (bassissima) fedeltà. Una ‘enunciazione’ in quattro righe: Sequence of four (il link sarà disponibile da un altro sito); e un giro di stanza per tre versi di Eliot: The notion… [ 7.5 Mbytes ]


Il numero 11 di “Poesia da fare”

     

Esce il n.11 [eBook PDF] (maggio 2006) della rivista online “Poesia da fare”, a cura di Biagio Cepollaro.

    

     

Sommario

Biagio Cepollaro, Editoriale

     

Testi   

Forough Farrokhzad, da Un’altra nascita

Marina Pizzi,da Sorprese del pane nero

      

Letture  

Massimo Sannelli, Su Neuropa,di Gianluca Gigliozzi
          

Immagine  
B.C., Scrittura


sabato, 29 aprile 2006   [link]

 

Grazie a Sven Staelens e Valeria Gallucci, sette mie poesie in traduzione olandese (e testo italiano) su http://estropoetico.web-log.nl e su http://www.decontrabas.com/stanza/ (link diretti ai testi: 1, 2, 3).  

All’esperimento di ‘sought poem’ Deposizione degli oggetti sulla pista (agosto 2005) è legata una ‘dissipazione grafica’ leggibile in formato pdf qui.

*

Segnalo inoltre, dalla pagina di Vertigine (a cura di R.Astremo), l’intero indice del n.33 di “Nuovi Argomenti” (su cui, come dicevo qualche post fa, compare una sequenza di testi miei con il titolo complessivo Le fortune):

Il numero 33 di Nuovi Argomenti (gennaio-marzo 2006) è in edicola, con due Esquisses non inserite da Proust nel finale de Il tempo ritrovato, una sezione in cui Van Straten, Sanvitale, Moresco, Colombati, Mantello, Janeczek, Santi e Manica fanno i conti con 8 libri che hanno fatto l’Italia (parlando di Pisacane, Abba, Artusi, Croce, De Sanctis, Gramsci, Nievo), e altri pezzi di Pardini, Pincio, Trevi, Canali, ecc.

SOMMARIO

DIARIO di Enzo Siciliano

INEDITO di Marcel Proust, Due Esquisses, con una nota di Assia Thermes

8 LIBRI CHE HANNO FATTO L’ITALIA
Giorgio Van Straten, Il combinato disposto, Giuseppe Cesare Abba
Francesca Sanvitale, Francesco De Sanctis, “Un viaggio elettorale” (1875)
Antonio Moresco, L’insurrezione
Leonardo Colombati, Come leggere l’Artusi e decidere di mettersi a dieta
Marco Mantello, La poesia che prese il posto di Antonio Gramsci
Helena Janeczek, Caccia di guardie e ladri in terra padana
Flavio Santi, Ippolito Nievo, l’annegato d’Italia
Raffaele Manica, L’ultima sconfitta di Croce

CANTIERE
Stefano Simoncelli, Verso la terra di nessuno
Vincenzo Pardini, Un puma
Piero Sorrentino, Rassegna dell’ultima narrativa italiana
Marco Giovenale, Le fortune
Tommaso Pincio, Io ma non proprio
Sebastiano Leotta, Dopo il dialetto. La poesia di Silvio Basso
Nicola Vitale, Intende l’ascoltatore
Raffaella D’Elia, “Il velo nero” di Rick Moody
Emanuele Trevi, Tre poesie buone
Manuela Marchesini, Finding the cure: Dante in Gadda e Shaub
Ruggero Savinio, Via Statilia
José Emilio Pacheco, Un disegno di ottobre
Brendan Kennelly, “Chi compra una poesia”
Francesca Serra, Potenzialmente Calvino
Andrea Gibellini, Il caso Pascoli
Luca Canali, Amarezze biformi
Alessandro Baldacci, Nelle fauci della specie
Sebastiano Mondadori, Il caos ossessivo di Veronesi
Elisabetta Liguori, Per fortuna

GIORNALE DI BORDO
George R. Gissing, Giornate romane
Nadia Anjuman, Il canto più triste


martedì, 25 aprile 2006   [link]

 

Nei giorni 26 e 27 aprile 2006, alle ore 20:00

presso la John Cabot University

(Roma, via della Lungara 233)

Italian Poets in Translation

dodici poeti leggono i propri testi, in italiano e in traduzione inglese:

         

mercoledì 26 aprile, alle ore 20:00:

Edoardo Albinati
Adelaide Basile
Anamaria Crowe Serrano
Annamaria Ferramosca
Vincenzo Ostuni
Daniele Pieroni
           

giovedì 27 aprile, alle ore 20:00

Cristina Annino
Marco Caporali
Marco Giovenale
Lidia Riviello
Massimo Sannelli
Gian Mario Villalta
  
                    


JOHN CABOT UNIVERSITY
Via della Lungara 233, Roma, tel. 06-6819121,
www.johncabot.edu



lunedì, 24 aprile 2006   [link]

 

Segnalo :

-la pubblicazione di un racconto di Jorge Ibargüengoitia, La donna che no, tradotto da M.Cristina Secci per il sito Segnal’etica. Il testo è in formato pdf. Questo il link diretto;

– il sito Mission impossible


domenica, 23 aprile 2006   [link]

 

da una nota del 2003

       

Il valore di una retorica sta nella usefulness che il tempo vorrà accordarle? Nel fatto che – tra dieci anni – lettori o autori giovani leggeranno e useranno le forme e formule ora inventate o risperimentate per (=al fine di) fare qualcosa (di profittevole)? (In letteratura?). Niente garantisce da adesso – su nulla. Magari in futuro si penserà qualcosa del genere. Ma parlando di valore non si parla di pura (hegeliana) presenza perimetrabile di qualcosa. Il fatto che la materia delle parole che il ventenne o trentenne oggi usa in letteratura sia quella assorbita con il latte dai media e dai mediatori e dai letterati che erano giovani venti o trent’anni fa, non depone automaticamente a favore di questi ultimi.

Né, d’altro canto, esistono adesso garanzie sul lavoro artistico di chi non sarà più giovane quando nuovi rendiconti saranno scritti. Solo, lasciar scegliere al mercato o a ‘un’ criterio (p.es. “piana fluente lettura” versus “sperimentazione irta” versus “narrazione”) è altrettanto puerile quanto pensare che criteri e correnti non esisteranno affatto. Il richiamo all’onestà della (scrittura di) ricerca dunque può valere ancora. Non come prescrizione; semmai come presa d’atto di qualcosa che già c’è.


  [link]

 

Un nuovo invito – stavolta molto pressante – a non spedire plichi e testi al mio indirizzo postale, almeno fino a giugno. A causa di un trasloco, i materiali rischiano di andare irrimediabilmente persi. Grazie


sabato, 22 aprile 2006   [link]

 

World Book Capital – capitale mondiale del libro –

in occasione del passaggio di consegne da Torino a Roma

sabato 22 aprile 2006, dalle ore 20:00
presso il Globe Theatre di Villa Borghese
(Largo Aqua Felix, da via di Valle Giulia)

LEGGERE ROMA

La Casa delle letterature e il Comune di Roma organizzano una lettura di poesie. Parteciperanno, tra gli altri, alcuni autori di “Nuovi Argomenti”: Carlo Carabba, Andrea Di Consoli, Massimo Gezzi, Marco Giovenale, Marco Mantello, Jacopo Ricciardi, Vanni Schiavoni, Sara Ventroni    

     > file pdf <

          

annotazione post-factum: Mi scuso con chi è venuto ad ascoltare ed è rimasto sorpreso e deluso da un ritardo enorme. La regia dell’evento ha procrastinato la lettura in maniera imprevedibile. Nessuno di noi avrebbe potuto immaginarlo…


venerdì, 21 aprile 2006   [link]

 

2 link politici

– un giustissimo intervento di Martin Kettle

– il passato (speriamo)


martedì, 18 aprile 2006   [link]

 

“rivista cartacea”

1. nel 2003 esce un libro di poesie di un giovane autore, lo recensisco. la recensione diventa un saggio che una rivista cartacea accoglie o dice di accogliere e in verità rimanda di uscita in uscita. passano circa due anni prima che venga pubblicato. quando compare (senza alcuna correzione di bozze) contiene un refuso anzi un’omissione seria che rende una parte del testo meno comprensibile, a tutto danno di una poesia analizzata. [quella stessa rivista aveva già pubblicato versi (miei) con refusi tenacissimi nonostante le bozze].

2. nel 2002 esce un libro di poesie di un autore solo anagraficamente giovane. voce assolutamente matura. l’anno successivo scrivo su quel testo un saggio che tuttora attende di esser vagliato per uscire probabilmente su una rivista cartacea tra le maggiori in Italia. (e per la quale ho stima e gratitudine). una parte del saggio è stata nel frattempo anticipata online. a breve proporrò lo stesso pezzo critico, integralmente, di nuovo in rete, rinunciando a uscire sulla “rivista fra le maggiori in Italia”, la cui tiratura si aggira intorno alle 500 copie.

3. all’inizio del 2004 Alessandro Broggi mi chiede un brano di critica che scrivo in poco tempo e gli consegno: nel giugno dello stesso anno esce, senza errori (o con qualche lieve problema grafico poi corretto dal webmaster e dalla redazione) sull'”Ulisse” online, n.1: qui. da allora ha avuto 600 lettori circa. non deve essere spedito pagato inviato ricevuto. un clic lo raggiunge, una stampante lo stampa.

è banale, ma è così concreto, e solidamente chiaro, tutto questo…

su (molte) riviste di carta mi sono formato, e sulla cultura del libro. a quella cultura si deve tornare: è il luogo inquietante/materno (ah, unheimlich) della scrittura.

ma va pur detto che deve (perché può) crescere ed estendersi una raggiera di riviste e sedi e siti di critica e/o di poesia in rete – possibilmente nella serietà e severità e nei tempi e con le revisioni e i ripensamenti di una tecnologia ‘lenta’ come quella della civiltà gutenberghiana.


  [link]

 

esce ora “bina” 60, con poesie di Massimo Rizzante. per riceverla: bina_posta [at] yahoo.it

come file (pdf) il numero è anche linkato su Cythère-Critique, grazie a Philippe Pogam


domenica, 16 aprile 2006   [link]

 

aggiungo ora quattro link: alla pagina di Alexandra Petrova, a PoésiesChoisies.net, e ai siti di Asya Nemchenok e di Notamax. (da sfogliare online il recente libretto d’artista fatto da Notamax con testi di Gherardo Bortolotti).

riparte (con due post) il lavoro a dominio del mondo. un testo e una foto ora anche in endoglosse. un testo su differx.


(è in rete inoltre un documento (file Pdf, 55 Kb) su alcuni aspetti del lavoro critico tra 2003 e 2006, con note su RomaPoesia 2005 e sugli articoli del 2006 per “Poesia”)

1-12 aprile 2006

mercoledì, 12 aprile 2006   [link]
 

Bollettino ‘900

Particolarmente interessante l’ultimo numero di Bollettino ‘900, dedicato al racconto breve. E’ leggibile in rete a questo indirizzo:

http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/.

Qui di séguito riporto la presentazione/indice:

Il numero si apre con un saggio di Guido Guglielmi, pubblicato nel 1992 e mai più ristampato, e con gli Atti del seminario “Forme e statuto del racconto breve”, tenutosi all’Università di Bologna negli anni 2003 e 2004. Corredano il numero alcune splendide immagini tratte dalla rivista “La Lettura” (1938-1940). La sezione dei Testi comprende racconti originali di Boubacar Boris Diop, Ben Okri, Laura Pugno e Stefano Visani. Chiude il numero la sezione dedicata alle recensioni.

INDICE :

Un’idea di racconto

Guido Guglielmi,
Un’idea di racconto
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/

Forme e statuto del racconto breve
A cura di Federico Pellizzi

Federico Pellizzi,
Introduzione: Forme del racconto
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Pellizzi.html

John Butcher,
Due racconti di Michele Prisco e Dino Buzzati
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Butcher.html

Eleonora Conti,
La narrativa anni Ottanta di Antonio Tabucchi
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Conti2.html

Andrea Cortellessa,
Metaracconti di Tommaso Landolfi
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Cortellessa.html

Ida De Michelis,
Dalla parte del racconto: Carlo Emilio Gadda narratore
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/DeMichelis.html

Rita Fresu,
Lingua e stile di «Giovine anima credula» di Bontempelli
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Fresu.html

Giuseppe Gliozzo,
La narrativa breve sulla rivista “La Lettura” (1938-1940)
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Gliozzo.html

Maria Antonietta Grignani,
Sulla lingua di Tommaso Landolfi
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Grignani.html

Giulio Iacoli,
Modelli per “La giornata d’uno scrutatore” di Italo Calvino
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Iacoli.html

Orsetta Innocenti,
Su alcuni racconti di Primo Levi
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Innocenti.html

Caterina Marinucci,
Sandro Penna, i racconti di “Un po’ di febbre”
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Marinucci.html

Florian Mussgnug,
I travestimenti del racconto in Giorgio Manganelli
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Mussgnug.html

Giorgio Nisini,
Sulla forma breve nella narrativa di Pier Paolo Pasolini
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Nisini.html

Maria Elena Renda,
Il racconto della violenza in Primo Levi
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Renda.html

Note e rassegne sul racconto,
A. Chiurato, E. Conti, C. La Via, L. Preziosi
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Hpage/noteracconto.html

Testi

Boubacar Boris Diop,
La vecchietta
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Diop.html

Ben Okri,
L’arte perduta di incantare: narrazione e magia
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Okri.html

Laura Pugno,
Il tè
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Pugno.html

Stefano Visani,
Padre e figlio
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Visani.html

Recensioni

Silvia Cavalieri,
Jose Luis Peixoto, Questa terra ora crudele
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Cavalieri.html

Chantal Colomb,
Pierre Jourde, La Litterature sans estomac
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Colomb.html

Tiziana De Rogatis,
Pierluigi Pellini, Le toppe della poesia
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/DeRogatis.html

Anna Frabetti,
Elena Ferrante, I giorni dell’abbandono
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Frabetti.html

Elena Gurrieri,
Ernestina Pellegrini, L’opera letteraria di Claudio Magris
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Gurrieri.html

Claudia La Via,
“Connessioni Leggendarie”: la Net.Art.
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/LaVia2.html

Manuela Mellini,
“Digisic. Archivio digitale della letteratura siciliana”
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Mellini.html

Guido Michelone,
Aldo Nove, Milano non è Milano
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Michelone.html

Laura Toppan,
Danilo Breschi, Congiunzione carnale, astrale, relativa
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Toppan1.html

Laura Toppan,
Giovanni Stefano Savino, Anni solari II
(poesie scelte 2002-2004)
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Toppan2.html

Bijoy M. Trentin,
Dino D’Erice, Ad ogni avvento
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Trentin.html

Le immagini di questo numero:

Immagini da “La Lettura” (1938-1940)
http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2005-i/Hpage/immagini.html


“Bollettino ‘900” – Electronic Journal of ‘900 Italian Literature

Direttore: Federico Pellizzi

Dipartimento di italianistica dell’Università di Bologna
Via Zamboni 32 – 40126 Bologna – Italia

SITI WEB:

http://www.boll900.it/
http://www.unibo.it/boll900/
http://www.comune.bologna.it/iperbole/boll900/

MAILING LIST:
http://boll900.it/mailman/listinfo/b900

Per iscriversi alla Newsletter bimestrale scrivere a:
redazione@boll900.it, oppure seguire le procedure
automatiche (
http://boll900.it/mailman/listinfo/b900,
mailto:
b900-request@boll900.it?subject=subscribe)



domenica, 09 aprile 2006   [link]

 

Poesia Italiana Online: il nuovo libro di B.Cepollaro

+ inediti e ristampe (Costa, Caserza,

Garau, Renello, Tini Brunozzi)

Lavoro da fareEsce
Lavoro da fare ,

nuovo libro di Biagio Cepollaro; è in formato ebook, sia pdf sia html.

Il testo nasce legato a numerosi materiali che lo rendono vera e propria opera multimediale: nel sito dedicato si possono infatti leggere sia la postfazione di Florinda Fusco, sia le letture critiche di Andrea Inglese, Giorgio Mascitelli e Giuliano Mesa; e si possono ascoltare gli mp3 di lettura delle poesie. Si può sfogliare un ricco album di fotografie, o ascoltare la collaborazione con Giuseppe Cepollaro.

                

Costa

Escono inoltre i nuovi titoli della collana di Poesia Italiana Online:

-  Corrado Costa, Pseudobaudelaire (1964, ristampa)

-  Guido Caserza, Priscilla (2006, inedito)

-  Sergio Garau, Fedeli alla linea che non c’è (tesi di laurea sul Gruppo 93, 2005)

-  Gianpaolo Renello, Nessun torna (2006, inedito)

-  Francesca Tini Brunozzi, Brevi danze (2006, inedito)
    


[ tutti i testi sono liberamente scaricabili dal sito, dove sono presenti anche opere di G.Mesa, B.Cepollaro, M.Sannelli, G.Niccolai, M.Giovenale, L. Di Ruscio, A.Inglese, G.Mascitelli, F.Fusco, F.Forlani, M.Baino, S. La Chiusa, A.Broggi, G.Bortolotti, S.Beltramo, B.Cascella: cfr. il CATALOGO in formato PDF ]


venerdì, 07 aprile 2006   [link]

 

Su NazioneIndiana

Su www.nazioneindiana.com è ora accolto (grazie ad Andrea Inglese) il primo dei due articoli su “alcuni autori nati negli anni 1968-77”: Corpo, gelo, tempo, oggetti. (Originariamente in “Poesia” di febbraio).


domenica, 02 aprile 2006   [link]

 

Francesca Vitale, Acqua

Lunedì 3 aprile 2006, alle ore 18:00
                     
presso il centro culturale La camera verde
Roma, via G.Miani 20 (zona Ostiense)
     
si presenta il libro
       
VENTI SONETTI
     
di  
Massimo Sannelli
           

Sarà presente l’autore.
       

“I sonetti sono stati scritti in una clinica genovese, nell’estate del 2004: la loro forma chiusa o pseudochiusa significava, in quel momento, che ad una chiusura ambientale corrispondeva, per necessità, una chiusura formale. Il testo doveva riflettere quella vita e quello spazio, e dalla chiusura del corpo in quello spazio doveva nascere almeno una libertà artistica. I Venti sonetti del 2004 appartengono solo a quella condizione, iniziata e finita: non avevo scritto sonetti prima, non ne scriverò più dopo” (M.S.)
         

Il centro culturale e casa editrice La camera verde è diretto da Giovanni Andrea Semerano. Per acquistare il libro e per ogni informazione: tel. 06-6572894540, lacameraverde@tiscali.it
         


           
[ Massimo Sannelli, Venti sonetti, Roma 2006. Collana ‘Stalker’. Con una postfazione-lettera di Raffaello Bisso. Immagine in copertina (visibile in questo post) di Francesca Vitale]

marzo 2006

mercoledì, 29 marzo 2006   [link]
 

In questi giorni sul sito di Biagio Cepollaro ci sono moltissime novità. Qui di séguito segnalo per ora soltanto l’uscita del n.10 di “Poesia da fare”. Ma invito tutti a visitare subito www.cepollaro.it


  [link]

 

Il numero 10 di “Poesia da fare”

     

Esce il n.10 [eBook PDF] (aprile 2006) della rivista online “Poesia da fare”, a cura di Biagio Cepollaro.

    

     

Sommario

Biagio Cepollaro, Editoriale

     

Testi   

Gabriella Fuschini, Da Rosa in forma di poesia

Michele Zaffarano, Da La fine dell’amore

      

Letture  

Giorgio MascitelliSul canto sull’usura di E. Pound    

Erminia PassannantiSu Amelia Rosselli          

Immagine  
B.C. Lisboa, 1



giovedì, 16 marzo 2006   [link]

 

domenica 19 marzo 2006, ore 19:30 (circa)

presso il

Teatrino del Parco Trotter

via Giacosa 46, Milano

MM1 Rovereto

dissipazione e disposizione del testo

le poesie di

Gherardo Bortolotti

Marco Giovenale

Michele Zaffarano

Introduzione e cura di

Paolo Giovannetti

  

Presentati da Paolo Giovannetti, i tre autori leggono i loro testi, offrendo annotazioni ed elementi di poetica – anche in rapporto alla recente scrittura di ricerca italiana, anglofona, francofona.

Teatro del Trotter via Giacosa 46 (MM1, fermata Rovereto). Iniziativa dell’Associazione culturale Casa della poesia. A cura di Giusi Busceti e Pierluciano Guardigli

la lettura è inserita nel contesto di

Un marzo di gran vento

Domenica 19 marzo, ore 15 – 22

Manifestazione promossa dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO nell’ambito della Giornata Mondiale della Poesia 2006

Il programma prevede:

“Il Deserto nella poesia araba ed ebraica”, Video/scenografia con testi e immagini degli alunni della Casa del Sole, a cura di Alberto Casali

Gruppo di musica d’insieme, concerto degli alunni della Scuola Media Rinaldi, a cura di Ferdinando Pinto e Michele Valle

Premio di poesia “Marina Incerti”, presentazione degli allievi finalisti dell’edizione 2004-2005, a cura di Luigi Cannillo

Omaggio a Paola Cusumano, a cura di Giusi Busceti, con interventi di Giancarlo Majorino, Angelo Lumelli, Michelangelo Coviello

Poesia e musica con gli artisti intervenuti:

Fabrizio Bernini Gherardo Bortolotti Michelangelo Coviello

Maurizio Cucchi Antonella Doria Beno Fignon Tomaso Kemeny

Angelo Lumelli Paolo Giovannetti Marco Giovenale Giacomo Guidetti

Giancarlo Majorino Giulia Niccolai Alberto Pellegatta

Maria Pia Quintavalla Marta Rodini Mario Santagostini

Michele Zaffarano Matteo Zattoni Maddalena Zeiro

Conducono Barbara Gabotto e Roberto Carusi


Ideazione e Coordinamento: Giusi Busceti – Pierluciano Guardigli

Hanno collaborato: Antonella Doria e Vincenzo Viola

Ufficio stampa: Renato M. Fondi – r.mfondi@alice.it

Info: giusi.busceti@tiscali.it – 339.8255245 – 333.6368840

Il titolo “Un marzo di gran vento” è tratto da una poesia di Fernanda Romagnoli

[ www.casadellapoesia.135.it ]


domenica, 12 marzo 2006   [link]

 

Il numero 9 di “Poesia da fare”

     

Esce il n.9 [eBook PDF] (marzo 2006) della rivista online “Poesia da fare”, a cura di Biagio Cepollaro.

    

     

Sommario

Biagio Cepollaro, Editoriale

     

Testi   

Gianluca Gigliozzi, Da Neuropa

Giorgio Mascitelli, Non barboni 

      

Letture  

Italo TestaImpurità    

Erminia PassannantiSu Amelia Rosselli          

Immagine  
Fausto Pagliano (1988)


               

       


venerdì, 03 marzo 2006   [link]

 

Su “Poesia” di marzo: il secondo articolo + rassegna antologica

È in edicola il n.203 di “Poesia” (Crocetti), con il secondo dei due articoli dedicati a poeti nati negli anni 1968-77: Visibilità e dicibilità del mondo. In questo caso è proposta una lettura (e un rapidissimo campionamento) delle sintassi di alcuni autori.

             

         

Su “Nuovi Argomenti” di marzo: Le fortune, dieci poesie

È in libreria in questi giorni il n.33 di “Nuovi Argomenti” (gennaio-marzo 2006). Rapida segnalazione: alle pp. 176-185 si può leggere una sequenza di mie poesie sotto il titolo complessivo de Le fortune. I dieci testi sono segmento di un libro in scrittura.

         

           

“Il libro dell’immagine”, n.5 (con Tiresia, di Giuliano Mesa)

    

Esce ora il quinto volume della rivista “Il libro dell’immagine”, a cura di Giovanni Andrea Semerano, che ospita – tra gli altri – testi di Luigi Toni, Ilirjana Stringa, Fiammetta Cirilli, Giulio Marzaioli. Segnalo in particolare il Tiresia, di Giuliano Mesa, legato alle immagini di Matias Guerra. La rivista accoglie infine una versione riveduta di Endoglosse, con due nuove prose.

     

Una presentazione del numero si farà presso La camera verde (Roma, via G.Miani 20) il prossimo 25 marzo, dalle ore 18 in poi.

    

Chi volesse ricevere la rivista può telefonare fin da ora al numero 06-6572894540 (tutti i giorni dopo le 18, tranne il lunedì).

     

 

[ Uscirà più avanti un ulteriore fascicolo legato al “Libro dell’immagine”, con una sezione di autori contemporanei ]

febbraio 2006

domenica, 26 febbraio 2006   [link]
 

mg1446R.feb06Le presenze del tragico nominate dal modernismo: miseria e guerra, principalmente. (Per la prima, cfr. Eliot, Preludes).

La tragedia è data per spacciata ossia innominabile via via che si estende una ‘sensibilità postmoderna’. (E: il fatto che p.es. Nina Berberova assai tardi, addirittura nel 1988, usi il vocabolario dei Preludes è attribuito e forse di fatto attribuibile a uno spirito russo). La stessa malattia è o categorizzata (l’aids come immagine di altro, in Sontag) o schiacciata sugli schermi come spettacolo del post-human.

Il postmoderno ha avuto e ha la tendenza a eliminare le parole della presenza del tragico, a tacerle. (Forse riassorbendo inefficacemente nelle strutture letterarie ogni confronto con il negativo). Ovviamente sulla realtà del tragico non ha modo di incidere. Le pietre pesano. Perfino il burlesco assume i connotati di un variato articolarsi di acrobazie e lacune e silenzio sulla realtà, che dal canto suo insiste ad accatastare vittime fuori dal linguaggio 


sabato, 18 febbraio 2006   [link]

 

Casa Pasolini per Amelia

            

Il V Municipio e la Casa della Poesia Pier Paolo Pasolini presentano, sabato 25 febbraio alle ore 17.30 presso la Casa della Poesia Pier Paolo Pasolini in via Giovanni Tagliere 3, Roma (zona Rebibbia), luogo in cui il poeta visse dal 1951 al 1953, l’incontro:

                         

SOFFIATI NUVOLA

lettura per Amelia Rosselli

            

I poeti Paola Febbraro, Florinda Fusco, e Massimo Sannelli dedicheranno una lettura ad Amelia Rosselli, scomparsa l’11 febbraio 1996.

                               

                           

Questo non vuole essere un semplice omaggio per un anniversario, ma la prova collettiva di alcune voci, che leggeranno sia testi propri sia testi di Rosselli: in nome di una vicinanza – tecnica ed emotiva – alla poesia e alla voce di un’autrice assoluta. Tentare questa esperienza a Casa Pasolini serve a riprodurre un’antica solidarietà: il poeta di Casarsa aiutò Amelia nella pubblicazione del primo libro Variazioni belliche, e ne curò la prima ipotesi critica. In comune, i due poeti hanno un rigoroso “contenutismo”, che unisce l’istintualità del sangue alla pratica politica e al “gettare il corpo nella lotta”. “Poeta grande” è Amelia, per Pier Paolo; “maestro”, con tutto l’affetto e la sfida che si possono provare per chi insegna, fu Pasolini agli occhi di Rosselli.

            

*  *  *

                         

Paola Febbraro
Nata a Marsciano (PG), vive e lavora a Roma. Ha scritto testi per la radio e per il teatro. Nel 1979 partecipa al Festival di Castelporziano come ideatrice e redattrice della “Quotidiana di Poesia”. Finalista al Premio Laura Nobile 1993. Ha curato la sezione “Lezione e conversazioni” di Amelia Rosselli sul numero della rivista “Galleria” completamente dedicato a lei e curato da Daniela Attanasio e Emmanuela Tandello. Con la raccolta La Rivoluzione è solo della Terra (Manni editore) vince il Premio Renato Giorgi 2002. Altre sue pubblicazioni : Il Drago Addormentato (Antologia Poetromachia con R. De Angelis, R.M.Trovato e A. Dorato – Joyce & C., Roma 1993)  a fratello stefano (La Volpe e L’Uva, Bologna 2000).

                         

Florinda Fusco
Suoi testi poetici e critici sono apparsi in varie riviste italiane tra cui “il verri”, “poetiche”, “Nuovi Argomenti”, “Allegoria” e nei volumi Lessico novecentesco (Laterza 2000), Akusma. Forme della poesia contemporanea (Metauro 2000), Sololimoni (Shake 20001), Verso, l’immagine. Sulla soglia tra arte e poesia (Fondazione Baruchello), Parola plurale (Sossella 2005). La sua prima opera poetica pubblicata è linee (Editrice Zona 2001). Con Il libro delle madonne scure (Mazzoli 2003), illustrato da Luigi Ontani, è stata vincitrice del Premio Delfini. Ha tradotto dallo spagnolo l’opera poetica della scrittrice argentina Alejandra Pizarnik, vincendo il  premio nazionale di traduzione Bernard Simeone (2004). Suoi testi sono stati tradotti in francese e pubblicati nell’antologia Action Poétique nel 2004. Attualmente sta scrivendo una monografia su Amelia Rosselli. 

                         

Massimo Sannelli
Massimo Sannelli è nato nel 1973, vive a Genova. I suoi ultimi libri sono:
La giustizia (edizioni d’if, 2004); Santa Cecilia e l’angelo (Atelier, 2005); Il nuovo (Cantarena, 2005); Venti sonetti (La Camera Verde, 2006). Si occupa di letterature e testi medievali. Ad Amelia Rosselli ha dedicato Il pragma (Dedalus, 2000), e-book nel sito
www.vicoacitillo.it.

                         

*

                         

Per raggiungere Casa Pasolini – via Giovanni Tagliere 3:
Metro B fino a Rebibbia (capolinea)
Autobus 311(Via di Casal de’Pazzi), scendere davanti al carcere in via
Bartolo Longo. Prendere la salita dopo la rotatoria.


  [link]

 

su http://ex04.splinder.com tre paragrafi di appunti o ipotesi su scritture recenti, a cura di Gherardo Bortolotti e M.G.: 1. Installazione vs performance; 2. Autore e realismo; 3. Antirappresentatività


giovedì, 16 febbraio 2006   [link]

 

bina

[ da http://www.vibrissebollettino.net/bestoff/archives/2006/02/bina_1.html ]

      

   

“bina” è una lettera-dono nata nel giugno 2003: un foglio che propone solitamente poesie o prose o rapidi saggi e brani di poetica, o – più raramente – recensioni. È preparata e spedita (in genere ogni quindici/venti giorni) a un indirizzario di alcune centinaia fra amici, lettori, autori, critici, editori, artisti, fotografi, …

      

Ha ospitato testi di Rosaria Lo Russo, Roberto Roversi, Franco Buffoni, Andrea Raos, Andrea Inglese, Valerio Magrelli, Jolanda Insana, Marina Pizzi, Nanni Cagnone, Laura Pugno, Luigi Severi, Mariella Bettarini, Maria Grazia Calandrone, Biagio Cepollaro, Alessandro Broggi, Mario Desiati, Florinda Fusco, Fiammetta Cirilli, Vincenzo Bagnoli, Paolo Cavallo, Sergio Rotino, Paola Febbraro, Stefano Guglielmin, Elio Tavilla, Michele Zaffarano, e traduzioni (tra cui diverse a cura di Damiano Abeni) da Ashbery, Strand, Sexton, Artaud, Carroll, Rimbaud, Bousquet, Gréan, Suchère.

      

La forma è quella di una email breve, senza grafica né formattazione html, che ha in allegato un semplice foglio A4 – impaginato su una sola facciata divisa in due colonne – che riporta gli stessi contenuti della mail.

      

“bina” si serve della rete e la attraversa, ma non vi si ferma. Raggiunge i lettori concretamente: nella forma, appunto, di una pagina, ‘da stampare e conservare’, ripiegare, portare con sé, annotare, accartocciare.

      

Si può chiedere all’indirizzo bina_posta [at] yahoo.it

      

La lettera 58, appena uscita (14 febbraio), contiene un testo su Amelia Rosselli. Nazione Indiana lo ha accolto a sua volta: qui:

http://www.nazioneindiana.com/2006/02/15/senza-titolo-2/

      


Marco Giovenale

Massimo Sannelli

       

     

      

[ di “bina” parla inoltre Andrea Raos in Best off 2006, a cura di Giulio Mozzi, Minimum fax, Roma 2006, pp.95-96 ]


mercoledì, 08 febbraio 2006   [link]

 

2. Toscano1. MohammadI ChapBook [Arcipelago Edizioni] :

4 nuovi titoli di poesia

     

– di Gherardo Bortolotti e

Michele Zaffarano

  

3. Espitallier4. CadiotLa collana ChapBook è uscita in questi giorni per la casa editrice Arcipelago, di Milano. Quattro i titoli fin da ora disponibili:

    

1. Marte ha bisogno di terroristi, di K. Silem Mohammad
2. 62 unità di prosa scritte da malato, di Rodrigo Toscano
3. Scusi, la strada per Pondicherry?, di Jean-Michel Espitallier
4. Davy Crocket o Billy the Kid avranno sempre un po’ di coraggio, di Olivier Cadiot

     

   da NazioneIndiana:

      

Si tratta di piccoli libretti con testo a fronte, a basso prezzo, che presentano ognuno un testo di un autore straniero inedito in Italia. Mohammad e Toscano sono statunitensi, Espitallier e Cadiot francesi.

Alla base della collana c’è, principalmente, una curiosità personale. La voglia, ma forse anche il bisogno, di sapere che cosa succede in giro. C’è anche, però, il sospetto che, fuori dall’Italia, stiano succedendo molte cose che può essere interessante conoscere, fosse solo per una presa visione, per un aggiornamento sullo stato dell’arte.

I quattro autori che presentiamo, in questo senso, non sono tanto il frutto di una ricerca sistematica, di uno studio più o meno approfondito di scene letterarie complesse e ricche di un dibattito critico e poetico le cui diverse fasi, in Italia, sono in gran parte ignote. Non lo sono in quanto non è quello dello studioso il ruolo che potremmo o vorremo ricoprire. I quattro autori (e gli altri, anche italiani, che li seguiranno se l’impresa della collana riuscirà a proseguire), sono per noi degli incontri fortunati, delle esperienze con cui confrontarci a partire dalle nostre esperienze, dalle nostre esigenze di autori e di lettori.

Nei nostri testi, ci siamo trovati a lavorare con alcuni strumenti e ci siamo chiesti chi si muoveva allo stesso modo, o magari in modi diversi a partire, però, da quegli stessi strumenti. Le nostre esigenze formali erano, insomma, quelle di misurarci con una letteratura di ricerca di respiro internazionale, con un lavoro sulla poesia anti-lirico (per usare un espressione forse troppo comoda, in effetti), con un utilizzo, per esempio, della prosa o di materiale testuale preesistente. Tutto questo in vista di una letteratura che basasse le sue retoriche non sul riconoscimento dei “tratti poetici” di un testo (che ci dovrebbe riportare “poeticamente” il mondo) ma sull’esposizione dell’evidenza del testo stesso, della sua natura di aggregato, di installazione su pagina delle parole, e di senso “soggettivo” nel mondo.

Ci siamo rivolti all’estero non tanto per una presa di posizione o per un qualche provincialismo anti-italiano, ovviamente, ma per pura curiosità, per sapere come apparivano il testo e la letteratura da altre regioni del capitalismo neoliberista, della globalizzazione, della crisi del post-colonialismo. Perché sapevamo che molti stavano lavorando altrove e che quei molti non erano irraggiungibili.

A conti fatti, allora, per ora, abbiamo incontrato i quattro che siamo riusciti a tradurre e pubblicare. Mohammad, che scansiona la rete attraverso i motori di ricerca, provocandola, per così dire, con stringhe di ricerca che la fanno coagulare in porzioni di testi, raccolte poi in pezzi costruiti sull’elenco come grande figura generale, che sostituisce la struttura dei versi, delle forme canoniche. Toscano, che lavora in modo simile, trovando nello scheletro sintattico, nelle costruzioni grammaticali che compongono le frasi, i periodi, una specie di nozione d’ordine per un materiale culturale diversissimo, pulviscolare, centrifugo. Espitallier, che con una visione ludica del testo sembra quasi fornirci una facile soluzione al problema del produrre senso, del leggere, dello scrivere, ma che in verità, di nuovo grazie all’elenco, all’accumulazione, disfa i nostri progetti di intelligenza a buon mercato. Cadiot, infine, che riprende una sorta di spirito narrativo, appellandosi anche all’immediatezza dell’immaginario popolare, che corrode sottilmente, puntando sulla grammatica, sulle assenze nell’albero sintattico, per mostrarcene i chiaroscuri, per farci vedere come alla base di ogni nostra distrazione, ci siano le regole di buona (?) costruzione delle frasi.

    

    

[ G.B. e M.Z. ]

    

     

*  

    

I volumetti sono già disponibili presso:

      

Antica libreria Croce, c.so Vittorio Emanuele II 156, Roma
Archivi del ‘900, v. Montevideo 9, Milano
Odradek, v. Principe Eugenio 28, Milano
Rinascita, v. Calzavellia 26, Brescia
Circolo delle arti, v. E. D’Adda 11, Mariano C.se
Libux, v. Dante 8, Cantù
Un mondo di libri, galleria Mazzini 8, Seregno

 

   

[ N.B.: Testi di (e su) Mohammad, Toscano, Espitallier e Cadiot e molti altri autori di lingua inglese e francese, possono essere trovati navigando sui siti linkati qui a sinistra, sotto le voci “scrittura di ricerca” relative a USA e Francia ]

    

         


lunedì, 06 febbraio 2006   [link]

 

Su “Poesia” di febbraio: articolo e piccola rassegna antologica

È in edicola il n. 202 di “Poesia” (Crocetti), con il primo di due miei articoli dedicati ad alcuni autori nati negli anni 1968-77. Il secondo testo uscirà in marzo. In entrambi, una sezione antologica. Il titolo dato a questo primo segmento o saggio è legato al lavoro fatto per RomaPoesia 2005: Corpo, gelo, tempo, oggetti. Si tratta di un intervento in buona parte indipendente da quella occasione di incontro, ma che a vari campi tematici e riflessioni e discorsi lì impostati fa riferimento.            

            

            

            

[ M.G., Questioni e generazioni. Alcuni autori nati negli anni 1968-77. Prima parte: Corpo, gelo, tempo, oggetti, in “Poesia”, a. XIX, n. 202, febbraio 2006, pp. 49-58 ]

            

            


  [link]

 

Alcune segnalazioni

Torno ad annotare che sul n.32 di “Nuovi Argomenti” (ottobre-dicembre 2005) è presente una importante rassegna dedicata a sei autori francesi, curata da Andrea Inglese e Andrea Raos, dal titolo Le macchine liriche: sei poeti francesi della contemporaneità. La sezione, alle pagine 196-235 della rivista, dà modo di osservare la ricchezza e la complessità della situazione poetica francese, attraverso una scelta di pagine di Jean-Jacques Viton, Emmanuel Hocquard, Anne Portugal, Christophe Tarkos, Caroline Dubois, Éric Suchère. Le traduzioni sono degli stessi Raos e Inglese, e di Florinda Fusco, Massimo Sannelli, Michele Zaffarano.

             

*

                

Il prossimo 11 febbraio saranno passati dieci anni dalla morte di Amelia Rosselli, voce/scrittura assoluta della poesia italiana del secondo Novecento. Per ricordarla, si preparano diverse iniziative. Ne segnalo in particolare due:

6, 8, 9, 10 e 11 febbraio, RadioTre Suite (dopo le h.20):
Con l’ascia dietro le nostre spalle. Dieci anni senza Amelia Rosselli
A cura Di Andrea Cortellessa. Puntate di 15-18 minuti ciascuna, con registrazioni Rosselli dall’archivio RAI e interviste.

11 febbraio, ore 16:30, Museo di Roma in Trastevere (Piazza S. Egidio 1b; tel. 06-5816563): proiezione del documentario di Rosaria Lo Russo
Amelia Rosselli… e l’assillo è rima
Regia di Stella Savino. Con letture di poesie di A.R. a cura di Sonia Bergamasco, Jolanda Insana, R. Lo Russo. Coordina Andrea Cortellessa.

             

             

[Da ricordare inoltre che la mattina dell’11 verrà scoperta una lapide in memoria di Amelia, in via del Corallo 25]

             

*

             

Si conclude una prima fase di sperimentazione di google poetry su Differx e Differx.it (in quest’ultima pagina si trova il ciclo completo di Dominio del mondo).

             

*

             

Paolo Giovannetti parla di poesia in prosa e di Endoglosse nel suo saggio Confini, margini (e limiti) della poesia in prosa, nel volume Tirature ’06, a cura di Vittorio Spinazzola, uscito da poche settimane per Il Saggiatore.

             

*

             

Si parla di “bina” e del lavoro di Massimo Sannelli e del sottoscritto nell’articolo di Andrea Raos, Da 10 anni in qua, pubblicare la poesia, uscito su Nazione Indiana nel 2005 e riproposto in Best off 2006, a cura di Giulio Mozzi, MinimumFax, Roma 2006, pp.95-96.

              

*

             

Due poesie di Massimo Rizzante sono ora su AbsolutePoetry.

      

       

Su Ex_04 un testo nuovo: di Greta Rosso.


sabato, 04 febbraio 2006   [link]

 

A Roma, venerdì 10 febbraio 2006, alle ore 17.00
Presso i Musei Capitolini
Palazzo dei Conservatori, Sala Pietro da Cortona
Piazza del Campidoglio
 
LA COSA, LA PAROLA
 
 
In occasione della
presentazione
a cura di Rosa Pierno
della Rivista “Anterem“, diretta da Flavio Ermini
e
della raccolta In re ipsa, di Giulio Marzaioli,
vincitrice del Premio Lorenzo Montano 2005, sez. raccolta inedita
 
 
si terrà un dialogo tra Lucio Saviani e Cesare Cuscianna, con letture di Giulio Marzaioli, e degli autori vincitori,  finalisti e segnalati nell’ambito del Premio Lorenzo Montano 2005: Franco Falasca (vincitore sezione opera edita), Maria Grazia Calandrone, Stefania Portaccio, Fabio Ciriachi, Annalisa Comes, Marcella Corsi, Anna Laura Longo, Primerio Bellomo, Antonio Bonchino, Maurizio Solvimene, Luigia Sorrentino, Sonia Gentili, Renato Minore, Luigi Severi.


mercoledì, 01 febbraio 2006   [link]

 

segnalazione

Un saggio di Massimo Sannelli sul linguaggio di Fenoglio, pensato come recensione al libro Alba e le Langhe. L’epopea del partigiano Johnny, di Fiammetta Cirilli, compare su Microcritica e in Romanzieri.com

19-28 gennaio 2006

sabato, 28 gennaio 2006   [link]
 

Il numero 8 di “Poesia da fare”

     

Esce il n.8 [eBook PDF] (febbraio 2006) della rivista online “Poesia da fare”, a cura di Biagio Cepollaro.

    

     

Sommario

Biagio Cepollaro, Editoriale

 

Testi   

Giorgio Mascitelli, Il problema della sete

Alessandro Raveggi, da Gravagli sopra crudelmente bello

Letture  
Biagio Cepollaro, Su Schedario di Giuliano Mesa    
          
Immagine  
Biagio Cepollaro, Arena, 3


               

       

[ cfr. anche Italianistica OnLine ]


  [link]

 

Biagio Cepollaro, La Rete e
la Poesia

[ da www.cepollaro.splinder.com ]

Accettare il fatto che in Italia la poesia non abbia nessun mercato (in un Paese dove quasi la totalità del fatturato dell’editoria proviene dalla scolastica) può far tirare un respiro di sollievo.
La Rete sembra nata proprio per Lei.

Già il vecchissimo ciclostile aveva avuto un che di arioso ma ora, si potrebbe dire, ogni ombra è fugata.

Si va diffondendo una pratica che, con naturalezza telematica, fa rimbalzare un testo nuovo da un sito ad un altro, in amicizia.

Sociologicamente si sta sganciando l’informazione dal suo supporto ma anche la dimensione autoriale del poeta da quell’ambivalente commistione che l’individualismo romantico, legato all’oggetto-libro, aveva creato con l’individualismo proprietario della borghesia in fase eroica.

L’egoità del poeta non perde in narcisismo ma si può lasciare definitivamente alle spalle anche l’apparenza della residua – se possibile – illusione economica, illusione che solo onesta ingenuità, sprovvedutezza o ridicola malafede fin qui avevano alimentato. E ciò è bene.

[B.C.]

 


mercoledì, 25 gennaio 2006   [link]

 

Decisamente ricca la Revue de presse di gennaio 2006 su Cythère-Critique. (Per non parlare del Manifesto del comunismo dandy, del maestro Francesco Forlani…).

Gherardo Bortolotti mi segnala l’uscita del n.3 di Coconut (che prontamente inserisco tra i link dedicati alla scrittura di ricerca).

Tre interi libri di Marina Pizzi sono disponibili in rete: Sconforti di consorte, Brindisi e cipressi e Sorprese del pane nero.

Alessandro Broggi segnala un link interessante a p0es1s – Digitale Poesie, Berlino 2004.


  [link]

 

per slowforward:

l’intenzione è quella di inserire più testi, moltiplicando i dettagli (e un rigore, una fedeltà a voci che valgono). nonostante e anzi dentro e contro le difficoltà e la piccola o meno piccola cenere che si accanisce in questi giorni.


lunedì, 23 gennaio 2006   [link]

 

mg1177c.rd.gen 06Cinque paragrafi su enigma

1.

Lo status di paradosso della parola poetica può consistere nella sua capacità di esibire la propria necessità di esistenza (certe frasi nascono ‘compiute’) senza che di questa si conoscano in anticipo delle regole (di formazione), delle ragioni. Tende a risalire alla propria fonte, in una sorta di non miracolosa né ineffabile ma certo inafferrabile autofondazione. Non verificabile però sempre verificata, accertata.

È – anche – storia della materia conosciuta (materialismo): storia della percezione. In fondo ogni atto sensato di conoscenza, ogni produzione di senso particolare entro una conoscenza del mondo generale, lavora in questo modo. Quando il gesto conoscitivo diventa linguaggio a complessa formalizzazione, può avviarsi a costituire discorso poetico.

2.

Aldo Tagliaferri individua invece nella scrittura poetica un dualismo vero e proprio (p.es. materia/parola). Utili le sue note su Il labirinto di Cnosso:

«La Sfinge, l’altra figura di questa doppiezza e di questo trapasso, non ancora del tutto nata, emerge con il capo di fanciulla dalla matrice dell’essere, e conseguentemente ha volto umano e corpo teriomorfo. All’inverso, simmetricamente, il Minotauro ha corpo umano e testa di animale, perché viene forzato a rientrare nelle tenebre della caverna-utero e la sua nascita viene cancellata e ricacciata indietro verso l’indicibile. La cosa riesce solo per metà e solo il capo si reimmerge nella Grande Madre, parallelamente al fatto che il labirinto ne risulta in parte sotterraneo […] e in parte scoperchiato verso l’alto, vero intreccio di luce e oscurità, esattamente come l’enigma» [1].

Paul Zumthor ricorda che all’origine delle lingue romanze sta un indovinello, dunque una sorta di gioco con l’oscurità: «È strano che la più antica composizione che ci è rimasta in lingua romanza sia un enigma, tracciato a margine di un libro di preghiere copiato a Verona verso l’800, e il cui oggetto è la scrittura stessa di chi lo annotò: metafora fondamentale, ormai da molto tempo tradizionale»: segue la citazione – appunto – dell’indovinello veronese: «boves se pareba / et alba pratalia araba / et albo versorio tenebat / et negro semen seminabat» [2].

Come il minotauro (e come la struttura stessa dell’enigma, che ha ragion d’essere proprio nell’«intreccio di luce e oscurità», di detto e non detto) anche il soggetto da indovinare qui agisce tra bianco e nero, «albo» e «negro». Il minotauro, l’enigma, lo scrivere (nero su bianco), e lo scrivere un enigma, sono attività legate, si rispondono.

La scrittura scrive sé attraverso l’enigma: che è dunque il centro del suo poter essere (anche storicamente: alla radice delle lingue romanze, ci dice Zumthor). Sono visibili le mani di Escher: una disegna l’altra. Anzi: non le vediamo semplicemente, siamo noi stessi coinvolti nel (fondati e insieme fondatori del) loro gesto, del loro paradosso.

Non esiste un esterno del linguaggio, su cui operare, o da usare. Il linguaggio non è uno strumento ma già la casa (umana) di tutti gli strumenti; è corpo-segno.

3.

Adorno, da Teoria estetica: «Esigendo la soluzione, l’opera rimanda al contenuto di verità. […] una qualsiasi opera si volge per l’indigenza nascente del suo carattere di enigma, alla ragione interpretante. Dall’Amleto non si riuscirebbe a strizzare nessuna enunciazione; il suo contenuto di verità non è perciò minore» [3].

Ovviamente Adorno si riferisce al fatto che «Le opere, e completamente quelle di suprema dignità, attendono la loro interpretazione»; attendono cioè e in definitiva un interprete, un lettore. Ma è particolarmente interessante flettere i brani citati nel senso della condivisione larga di contesto che l’opera fortissimamente chiede al “fruitore”: a tutti i fruitori.

Al filosofo, allo studioso, l’opera porge «enigma» da indagare – o ricodificare in domanda ulteriore. Ma in generale (e credo coerentemente col suo statuto di oggetto “estetico” in senso ampio ossia non in riferimento diretto immediato al suo essere luogo d’arte) l’opera ponendosi come oggetto enigmatico disegna e apre o addirittura divarica l’orizzonte del possibile senso entro il quale un qualsiasi (non un particolare) osservatore si colloca come essere costituito di senso (portatore di/portato dal senso).

Il dato assolutamente vivo e vitale di un’opera d’arte sta allora nella sua mozione, incarnata in una tessitura di echi formali (da decifrare, anche, secondo i loro propri codici), verso l’esistenza e anche la semplice possibilità di esistenza di un contesto condiviso, di una sorta di piattaforma o sfondo di senso che rende immaginabili e contrattabili gesti e parole, interpretazioni in conflitto o in pace, e insomma tutta la macchina linguistica umana intesa come base significante, sociale, politica.

In questa accezione, la posizione di enigma è legata, come le due facce = l’unica faccia del nastro di Moebius, alla condivisione di contesto. Il contesto dei parlanti/ascoltatori. Degli occhi scriventi.

4.

Tanizaki: «V’è, nella stanza principale delle case giapponesi, una nicchia (il toko no ma) in cui, volta per volta, si usa esporre un quadro, o qualche fiore. Tali oggetti non mirano tanto a ravvivare l’ambiente, quanto ad aggiungere, al buio, una dimensione cava» [4].

L’intenzione di far echeggiare nel vuoto dell’ambiente un vuoto ulteriore è la stessa che sostiene il procedimento allegorico di quelle che si potrebbero chiamare allegorie cave. L’eco rimanda a un possibile contesto condiviso generale, ossia a un modo di incontro fra persone (e a un rigore nella parola, nel condividere senso) ampio: non necessariamente riferito a un significato, a una tassonomia rigida, a una tavola di chiarezze, decifrazione, elenco di corrispondenze.

L’esempio tratto dall’osservazione di Tanizaki è incisivo proprio perché – come è chiaramente annotato – non si ferma sul contenuto del gesto di esporre. Dice «un quadro» oppure «qualche fiore». Quasi dicesse (anche se non è così) «qualsiasi cosa».

Ossia: è l’addizione della «dimensione cava» al «buio», l’atto risolutivo. O al contrario, più che risolutivo, produttore di enigma. (Non fine a se stesso: ma curvato e diretto precisamente sulla più ampia generale condivisa facoltà di corrispondere, cifrare-decifrare, imbattersi nel senso-non-senso).

5.

Una postilla alla distinzione tra ineffabile e inafferrabile: non è una novità: niente è radicalmente estraneo a processi di semiosi. Ogni cosa, se è-per-noi, è in qualche modo significata. Chi percepisce ritraduce e semiotizza. Reagisce; sempre in qualche modo.

È effabile, il reale, per il fatto di essere. (Non per il fatto di essere reale). L’esperienza più rarefatta incompiuta e persa, può comunque essere semiotizzata come rarefatta e indicibile. In tanto, ossia in quanto detta indicibile, è detta.

Ben diverso – e più ampio indulgente duttile – è il campo, realissimo lui, dell’inafferrabile. È il vero campo di s/definizione della realtà percepita.

   

         

    [ m.g. ]

_____________________

[1] In Aldo Tagliaferri, L’invenzione della tradizione. Saggi sulla letteratura e sul mito, Spirali, Milano 1985: p.68.

[2] Paul Zumthor, Langue, texte, énigme (1975), tr. it. Il Melangolo, Genova 1991, p.35.

[3] Cit. anche in Pietro Montani, Arte e verità dall’antichità alla filosofia contemporanea, Laterza, Bari 2002, p.347.

[4] Junichiro Tanizaki, Libro d’ombra (1935), cap.8. Traduz. it. 1982; Ed. Bompiani, Milano 2002: p.42.

  

  

    


domenica, 22 gennaio 2006   [link]

 

mg1249.gen06

7-18 gennaio 2006

mercoledì, 18 gennaio 2006   [link]
 

Luigi Severi

Nota su G.Gigliozzi, Neuropa              

        

Mentre cerco di guarire la follia altrui,
occorre che io sia folle quanto loro

(Thomas More, Utopia)

                                                                                            

Ha scritto Foucault: «L’esperienza della Sragione, che sino al XVIII secolo aveva portato l’uomo occidentale a incontrare la notte della sua verità e la sua contestazione assoluta, diventerà – e resta tuttora – la via di accesso alla verità naturale dell’uomo». La coscienza di questa affermazione, e della metodica attenzione alla storia umana che ad essa è sottesa, è la radice emotiva e cognitiva di Neuropa. Che non è romanzo su un folle, né romanzo della follia: ma (come il titolo reca impresso in sé) scrittura che attraverso l’ipotesi di una follia accede alla (e mette in scena la) progressiva costituzione psicotica dell’Occidente postilluministico, schiacciato nel cono di luce della ragione e repressivo di ogni ombra, costretta alla violenza di un’emersione sacrilega, bellica in sé. Nella fattispecie di Neuropa, la follia è la schizofrenia di un uomo di secondo Settecento, chiamato IO (per antifrasi, rappresentando cioè, per assenza di confini, l’esatto contrario del nascente IO borghese), e presto internato nell’ospedale di Charenton, celebre perché residenza coatta, per lunghi anni, del marchese de Sade. Proprio la collaborazione con de Sade, dedito in quel momento all’allestimento di spettacoli teatrali con cast di malati di mente, porterà IO a sperimentare le potenzialità identificative della propria patologia, capaci di condurlo in andirivieni sempre più complessi attraverso il precedente secolo, in una successione di personalità secondarie (su tutte quella di un domenicano peregrinante in terra iberica alla fine del XVII secolo), o cruciali per la formazione del nuovo mondo: da Newton a Diderot, da Marat a Voltaire. Ma due sono i contesti in cui più frequentemente le personificazioni di IO si trovano rappresentate: la Spagna successiva al 1672, dunque di piena decadenza e di poco precedente i conflitti per la successione; e la Parigi rivoluzionaria, nelle cui violenze e nei cui ideali le contraddizioni passate e future si inscenano con cruda evidenza.

     

Come inevitabile, tale pluralità schizofrenica non si limita ad essere sostanza della narrazione, ma contagia anche l’ossatura della costruzione narrativa, metamorfica e cangiante come il suo oggetto. L’evasione dai modelli è cifra multipla del romanzo: che è insieme un conte philosophique, ma incrociato con il sermone scollacciato del secentesco André Boulanger; un viaggio allegorico-didattico (con psicomachia tutta moderna in filigrana), ma vivacizzato e stravolto da lunghe iniezioni picaresche; un racconto arturiano di Parsifal in chiave laica (IO dapprima cerca nei cadaveri i segni di un qualche principio «invedibile», poi, nelle sue vesti ispaniche, si pone confusamente sulle tracce di un LUI, volta per volta dal nome diverso, sfuggente ma ben poco divino, quando non furfantesco); e insomma un romanzo storico, ma nel significato più alto possibile: non occasione di abilità meccanica come nella narrativa postmoderna nostrana (dall’intarsio colto di Eco al balocco di plastica di Baricco); ma viceversa animato da tensione etica potente sebbene mai esibita, com’è in Manzoni o in Saramago. La stessa scelta dell’arco cronologico in cui si muove la vicenda storico-psichica non è neutra in nulla: le figure rievocate o reinventate da Gigliozzi si agitano nell’infanzia della nostra epoca, ovvero nel preambolo e nella sanguinosa esplosione dell’illuminismo, lungo anni in cui «con l’espansione dell’economia mercantile borghese l’oscuro orizzonte del mito è rischiarato dal sole della ratio calcolante, ai cui gelidi raggi matura la messe della nuova barbarie» (Horkheimer-Adorno). Dunque il romanzo è radiografia affabulante della fissazione a un trauma originario cui persino i primi anni di questo nuovo millennio vanno ricondotti; è itinerario entro la biografia dell’uomo contemporaneo, attraverso il riaffioramento, quasi per balzi d’ipnosi, o per negromanzia dei suoi avi ‘moderni’, di frammenti della sua nascita.

           

Ma l’efficacia della scelta del tempo d’ambientazione va anche oltre. Nel periodo a cavaliere tra Sei e Settecento avviene il definitivo passaggio dal romance rinascimentale, fondato sull’esemplarità di vasto momento, al novel moderno, fondato sul soggetto e sulla singolarità realistica dell’azione: alla cerniera di questo trapasso, «termine d’un processo di trasformazione di tutto il sistema simbolico della cultura europea» (Celati), si pone Neuropa, sia per materia, sia (soprattutto) per struttura, volutamente fluttuante tra èpos folenghiano e ordine di romanzo, secondo un’ambivalenza che il sottotitolo (poema epicomico in prosa) esprime con chiarezza, allusivo com’è a quel ‘poema eroicomico’ tassoniano che di fatto sigilla (assieme a Cervantes) l’epoca del romance. Ed è in questo riferimento al ‘comico’ il terzo motivo forte del radicamento cronologico della vicenda: è proprio al tramonto del Seicento che si concretizza quella «svalutazione del comico» cominciata nell’ultimo spicchio del secolo precedente, punto d’arrivo del «grande assalto contro il riso» (Minois), che di fatto sovverte e seppellisce la lunga era delle ‘feste dei Folli’. Al cui impeto torna invece la materia psicotica di IO, un reietto che per forza di schizofrenia può indossare le sue mille maschere, e persino identificarsi con un Newton o un Marat, ovvero con gli architetti del nuovo mondo (Neo-Europa, si volesse ancora giocare sul titolo), ma agìti dal basso, ri-creati nelle loro pulsioni d’invidia o violenza meschina, nei loro istinti corporali, nei loro umori scatologici. Del resto, già il fatto che la principale delle incarnazioni di IO non approdi alla splendente Francia di Corneille o di La Rochefoucauld, o alle nascenti Fiandre di de Witt e di Spinoza, ma alla Spagna di Carlo II, dove si celebra la fine di un sogno arcaico, significa radicare il racconto a una terra e a una storia ancora di ritmo agricolo e preilluminista, ostinatamente chiusa nei propri riti secolari: solo qui può ancora giocarsi il rovesciamento carnevalesco, che nei successivi deliri e mascheramenti di IO trova la sua via di riscatto, già ridotta a patologia individuale, ma almeno teatralizzata. Attraverso la complessa messa in scena delle maschere/scissioni di IO, la sostanza del romanzo si pone al discrimine di due follie, che ne segnano i confini cronologici: la follia spudorata e vitalista del carnevale rabelaisiano, già in parte filtrata nella malinconica insania di don Chisciotte, capace di dar luogo «a inesauribili travestimenti e trucchi» ma ormai individuale (Auerbach); e, all’altro estremo, la schizofrenia di recente descrizione lacaniana, assunta da Jameson come «modello estetico» del postmoderno, in quanto «collasso nella catena» della percezione, che si riduce «in frantumi di significanti distinti e irrelati». Inevitabile che questa duplicità si rifletta sulla retorica della narrazione, che Gigliozzi governa sottintendendo una tradizione complessa, almeno di doppio livello: il foltissimo utilizzo dei rimandi letterari – dall’ovvio Marat-Sade di Peter Weiss, sempre sullo sfondo, e in un caso anche esplicitamente citato, all’Histoire de Gil Blas di Lesage (che proprio nella Spagna barocca si svolge), alla Cena Trimalchionis, costeggiata e allusa per tutto il lungo episodio del banchetto di Estevez (ma la frammentarietà stessa del Satyricon ispira il percorso lacunoso, per lampi e risvegli, di IO) – di certo guarda da vicino ai grandi modelli del riuso nel modernismo (da Broch a Joyce), ma neanche ignora le tecniche allusive dei testi cavallereschi rinascimentali. Allo stesso modo, l’uso di generi estranei alla struttura narrativa, come falsi lemmari o false cronologie, rimanda ai grandi esempi del modernismo (si pensi alla composizione eterogenea di Ulysses) non meno che alle saturazioni dissertive di certo Rinascimento, da Garzoni alla Libraria di Doni alle lunghe e pseudo-erudite digressioni di Rabelais.

        

Del resto, la dominante stilistica del romanzo di Gigliozzi rinvia direttamente al turgore rabelaisiano. Che al centro del flusso verbale sia un filosofo di pregio o un frate qualunque, tanto nella rappresentazione quanto nella scrittura prevale da un lato l’elemento fagocitativo, protratto in ossessive descrizioni di pasti, dall’altro, e ben maggiore, l’opposto elemento escrementizio e sfinterico, costantemente evocato e nominato, «“basso” materiale e corporeo…che nello stesso tempo materializza e alleggerisce» (Bachtin). A questa predilezione per la prospettiva terrestre, segno di una resistenza strenua all’astrazione raziocinante, e rilettura della storia a partire dalla fisiologia dei corpi, dalla loro condivisa vulnerabilità, si legano le scelte di stile: dal gusto per un lessico carico, spesso deformato in suffissati o derivativi di nuovo conio; alla punteggiatura fluente del racconto vero e proprio, in forza del trattino che sostituisce il punto fermo, aprendo a ritmi sintattici ora avvolgenti ora martellanti; al meccanismo dell’enumeratio, vero tratto distintivo di questa prosa, dilatata talvolta in lunghissimi accumuli di oggetti, odori, sapori, spesso intrecciati in evocazioni indistricabili, di sinestetica molteplicità. Sebbene poi, col mutare di maschera e con gli improvvisi mutamenti di scena, il linguaggio arrivi a attingere anche una secchezza da resoconto essenziale, oppure un’affabilità davvero voltairriana: che è cifra raggiunta nell’allucinata visione della “Repubblica dei nomi”, rovesciamento sarcastico di tutte le utopie, e non casualmente seguita dalla descensus ad inferos di IO nella mattanza rivoluzionaria, dalla cui descrizione, lirica ma di straniante levità, IO, che qui è Tiresia insieme e coscienza attuale di ogni olocausto, può trarre impulso non certo a una conoscenza, quanto a una reimmersione a ritroso, in circolarità vichiana. Pluristilismo, come si vede, di vertice tragico, ma senza perdita di innocenza comica, a cui miglior commento sono le parole che Auerbach dedicò a Rabelais: «la sua mescolanza degli stili, la sua buffoneria socratica, si può chiamare stile sublime».

       

                    

     

[ Luigi Severi, postfazione a Gianluca Gigliozzi, Neuropa (poema epicomico in prosa), Luca Pensa Editore, Lecce 2005: disponibile presso l’editore, penspol@libero.it, tel. 0832.613127; o in libreria e su IBS ]

 

 

 

    

link: http://neuropa.splinder.com 


giovedì, 12 gennaio 2006   [link]

 

La collana Maledizioni, di NoReply

«Frutto dell’interazione tra la casa editrice NoReply e il laboratorio di scritture sparajurij, la collana MALEDIZIONI nasce con la pretesa di essere casualmente necessaria. Necessaria perché fa ricerca (in Italia), perché cerca di comprendere come e cosa cambia del linguaggio attraverso le parole degli scrittori nuovi e più interessanti. L’obbiettivo è infatti quello di indagare la forma e la sostanza delle parole che rinnovate riscrivono mondi e di conseguenza il nostro immaginario. Nomi che insieme non sono una sintesi, ma sono sintassi: come scrive Sara Ventroni “predire sintassi urbana”, predire cioè dire prima, fare dire a questi libri prima di altri amore espanso mentre tutto è in fiamme».

 

«I primi tre volumi della collana (formato 11×17) sono confezionati in carta riciclata ecologica e in una veste essenziale ma elegante, tascabile e maneggevole, e sono tutti firmati da autori piuttosto noti in Italia nei circuiti teatrali e in quelli delle performances, qui alla loro più consistente pubblicazione»: si tratta di Salomè, esordio teatrale della poetessa Sara Ventroni; di Tramite inferriate, testo di Stefano Raspini legato a una registrazione disponibile on line, contenente tracce audio di una performance dal vivo dell’autore; e di In un amen, di Nero Luci.

    

Per contatti informazioni domande acquisti donazioni emolumenti &  benedizioni, scrivere a sparajurij.

E: un incontro:

i18 gennaio presso la Libreria Modo infoshop di via Mascarella 24b, a Bologna, alle ore 21.30 Sparajurij presenta letture poetiche di Stefano Raspini e Nero Luci.

  


No Reply è un laboratorio nato nella primavera del 2003 in nome dell’interazione fra mezzi di comunicazione: editoria, musica, video, grafica, fumetti. In un panorama mediatico sempre più informato alla contaminazione, No Reply vuole riflettere (sul)la cultura contemporanea in maniera trasversale, attraverso la ricerca formale sulla lingua e il crossover tra i vari generi musicali.

sparajurij < pron. sparaiuri, dall’omonimo pezzo dei CCCP > nasce alla fine del secolo scorso per produrre “scrittura totale” e lavorare su più fronti. Il lavoro di sparajurij è frutto di un’esperienza molteplice, che conosce le cose passate e intravede quelle future, tale perché integrazione e non disintegrazione di elementi diversi. Entrando nella dimensione sparajurij ogni ombra viene fugata dalla semplice osservazione.


venerdì, 06 gennaio 2006   [link]

 

Il nuovo numero di “Poesia da fare”

     

Esce il n. 7 [eBook PDF, 195 kb] (gennaio 2006) della rivista online “Poesia da fare”, a cura di Biagio Cepollaro.

    

     

Sommario

Biagio Cepollaro, Editoriale

 

Testi   

Erminia Passannanti, Sei poesie

Pino Tripodi,da Sogni dal vero

Letture  
Giorgio Mascitelli, Su Sordello nel Baldus
              
Immagine  
Alessio Varisco, Cavallo nero


  [link]

 

Il tempo conta

Da vari commenti ovunque in rete, ma – si può dire – in generale da quella forma di vertiginosa “accelerazione della mappatura dell’esistente” che la rete rappresenta ed è in sé come modello prima ancora che come luogo, sembra di vedere (senza specchio e senza enigma) una fortissima violenza, una competizione tra autori aspra e talvolta demenziale, e insomma la rappresentazione di battaglie che non sono affatto piccole o sottovalutabili, perché sono anche interiori, e riguardano il pensiero e le emozioni delle persone, dunque la loro vita.

      

Spesso ci si domanda come possano dimostrarsi tanto gravi i dissidi e le fratture che intervengono tra individui o tra correnti di scrittura, quando a entrare in gioco sia appena il lavoro poetico. Forse fra tanti motivi spicca il fatto che è proprio il lavoro poetico a trovarsi più profondamente a contatto con il derma dell’ego, con lo scatto e scintillio sensibile e vulnerabile di ciò che profondamente siamo.

Constatazione aggiunta: tanto più la ricerca poetica cresce, tanto più le strutture formali si fanno solide in un autore che va trovando sue strade e generando testi in grado di esibire senza costruzione o artificio una necessità (che diventa condivisa), tanto meno questo autore è coinvolto dalla tentazione del narcisismo. Ossia (tendenzialmente) non emette ego. Nemmeno mascherato. (È molto più interessato e preso dalle opere).

[ma poi in fondo: forse agiva precisamente così già da prima: da sempre. forse non ha mai pensato il proprio lavoro come qualcosa di disgiungibile da alcuni sodali, fratelli maggiori, minori, maestri: perché questa comunità, realizzabile e realizzata solo fuori dal dilettantismo, fuori dal chiasso e dalle soluzioni sbrigative, confusionarie, è in fondo quel che si chiama da sempre letteratura, scrittura, comunità e dialogo fra arti. e si dà in tempi e luoghi che possono non essere quelli di una – appunto – grottesca mappatura 1:1 di un esistente, di un paesaggio di edizioni e opere e pagine e materiale che non è affatto tutto letteratura, tutto “testo compiuto”, tutto “colpo riuscito”].
Il momento in cui la voce di un autore è o si avvicina a essere , e si compie e cristallizza senza isterilirsi, così diventando riconoscibile e sua e dunque di tutti, è proprio il momento in cui lui non è più interessato a immetterla in qualcosa come una corsia agonale, un ring, una competizione a ostacoli, un teatro di guerra, un “conflitto” (con o senza fuoco egotico).
Recentemente qualcosa si sta facendo più chiaro. Stanno iniziando a essere visibili le stature di alcuni “nuovi” autori. Le virgolette sono d’obbligo: da quasi vent’anni esordiscono e sono “giovani autori”. (Di loro si parla diffusamente – dal 2003 – in questa pagina web).

           

E insomma può essere definita, inquadrata, la ricerca di molti che – per niente isolati – studiano ed espongono gli esiti dello studio; attendono ed espongono quanto realizzato nell’attesa; negano le meccaniche di accelerazione dello spettacolo, e il pettegolezzo fintamente critico, o la polemica spicciola. Si sottraggono o tentano di sottrarsi – perfino con un silenzio mal interpretabile – alle semplificazioni. E offrono semmai i risultati dei versi o dei saggi o delle narrazioni alla lettura, al possesso di tutti. Ne fanno oggetti di tutti. (Che saranno, come accade, disprezzati o meno, amati o meno, anche invidiati, o sopravvalutati: è umano che succeda).

In tutto questo, e nel consolidarsi o dissolversi effettivo di valori e di nomi – come è sempre stato in passato – giocheranno un ruolo inevitabilmente dirimente due fattori: il tempo (nonostante le ideologie di accelerazione proprie della rete) e la filologia. Ossia: gli anni e l’amore e lettura critica dei testi. Non l’informazione pura, non la cronaca, non la “fedeltà” di riproduzione (di quale ‘quadro generale’? come attingibile? quanto sensato?).

 


 da http://www.romanzieri.com/archives/001418.php : Un «colpo d’occhio» sui poeti italiani

Il numero 40 (2005) della rivista canadese «Exit» contiene 63-93 et au-delà (un clin d’oeil à la poésie italienne contemporaine), a cura di Francis Catalano con la collaborazione di Maria Teresa Carbone e di M.G. I poeti antologizzati sono Mariano Bàino, Nanni Balestrini, Elisa Biagini, Maria Teresa Carbone, Biagio Cepollaro, Gabriele Frasca, Florinda Fusco, Marco Giovenale, Alfredo Giuliani, Andrea Inglese, Jolanda Insana, Rosaria Lo Russo, Mario Luzi, Valerio Magrelli, Giovanna Marmo, Giuliano Mesa, Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Elio Pagliarani, Antonio Porta, Laura Pugno, Andrea Raos, Amelia Rosselli, Edoardo Sanguineti, Massimo Sannelli, Sara Ventroni, Lello Voce, Andrea Zanzotto. I traduttori sono Monique Benoît, Francis Catalano, Antonella D’Agostino, Antonio D’Alfonso, Carole David, Jean-Marc Desgent, Dominique Garand et Gérald Gaudet.

Stéphane Despatie descrive qui il senso di questo progetto:  http://www.exit-poesie.com/nos.phpebook

gennaio 2006 / Emilio Villa

domenio ica, 01 gennaio 2006   [link]
 

Alcuni libri di e su Emilio Villa

[segnalazioni e note]

      

In questi scorsi mesi sono stati ristampati, o sono usciti per la prima volta, testi che arricchiscono la bibliografia di e su Emilio Villa (1914-2003). L’importanza di un autore come Villa non sta solo nella sua grandezza di sperimentatore, e dunque nel suo rappresentare un punto di crisi (e con ciò di vita) della lingua e della poesia italiane, ma anche nel testimoniare con la sua opera intera, oltre che con etica e studio e prassi, la possibilità e la realizzazione effettiva della compresenza e interazione delle lingue e di tutti i codici verbovisuali. Nel suo lavoro, i codici si immaginano e generano reciprocamente: espongono per verba (per verbevoir) le ragioni del loro implicarsi e specchiarsi. Questo accade sia entro i margini di un esercizio filologico di cui Villa è stato maestro, sia nell’anarchia ipercolta e generosa del suo flusso poetico e visivo, sia nella sua militanza di critico d’arte. L’eredità di Villa va raccolta allora non solo come il patrimonio inventivo di uno ‘scassinatore’ di forme, ma anche come quella di un vero fondatore di senso-non-senso, pienamente dentro e pienamente oltre il ‘900, secolo che ha tematizzato frontalmente l’enigma dell’opera d’arte.

    

Il primo volume che segnalo è Proverbi e Cantico. Traduzioni dalla Bibbia, curato da Cecilia Bello Minciacchi per le edizioni Bibliopolis, nella collana di poesia diretta da Mariano Bàino:

“Questa edizione dei Proverbi e del Cantico costituisce la prima apparizione del lavoro di traduzione cui Emilio Villa ha dedicato anni di vita e di passione. Studioso, intellettuale ed artista eslege, ha compiuto sperimentazioni poetiche, linguistiche, verbo-visive e plastiche di assoluta originalità collaborando con artisti tra cui Burri, Parmiggiani, Nuvolo, ha condotto una vita esuberante e tuttavia appartata, incurante della conservazione delle proprie opere. Splendido conoscitore delle culture e delle lingue mesopotamiche, dell’ebraico e del greco antico e del latino, ha tradotto una tavola del poema Enuma eliš, l’Odissea e, integralmente, la Bibbia, stendendo note, commento e introduzione ad ogni libro. La peculiarità di questa sua traduzione poetica, di cui resta una fascinosa mole di carte, risiede nell’unione del rigore filologico con cui Villa ha affrontato il testo ebraico e nell’ottica aconfessionale da lui assunta. Villa ha inteso riportare i testi biblici al loro valore letterario prima che religioso e ne ha indagato ascendenze da culture antiche prossime a quella ebraica – egiziana e mesopotamica in primis – e ne ha messo in risalto reciproche influenze avanzando, talora, ipotesi inedite. Fra le traduzioni d’autore dei testi biblici, quella di Villa, nata da un impegno solitario e soverchiante, rappresenta un contributo poetico e storico-letterario significativo e prezioso: testimonianza di un’umanità appassionata e di una ricerca severa oggi finalmente proposta alla discussione. Al commento e alle note di Villa, si affiancano una prefazione e delle appendici della curatrice Cecilia Bello Minciacchi“.

    

Strumento indispensabile per una conoscenza del percorso artistico e umano dell’autore è la biografia scritta da Aldo Tagliaferri, Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa, edita da DeriveApprodi nella collana della Fondazione Baruchello:

“Villa non si preoccupò di raccogliere i propri testi, né di cogliere i frutti dei propri rapporti privilegiati con artisti destinati a mietere grandi successi, e preferì inseguire un personalissimo sogno di gloria assumendo una posizione marginale rispetto all’ufficialità, conducendo un’esistenza per lo più grama e raminga. Eppure fu il mentore di Burri, fu il profeta italiano dell’action painting, l’apologeta e il sodale di molti tra i maggiori talenti allora emergenti o affermati (da Matta a Schifano, da Turcato a Lo Savio, da Rothko a Duchamp), e un protagonista dell’avanguardia letteraria su entrambe le sponde dell’Atlantico. Aldo Tagliaferri ha ricostruito le tappe della formazione e del percorso intellettuale di questo straordinario personaggio, al quale si presta oggi una crescente attenzione in vari paesi nei quali Villa, vagabondo organico, lasciò tracce del proprio passaggio. Sulla base di una documentazione inedita Il clandestino offre il ritratto, da una parte, di una personalità irrequieta e non conformista, e, dall’altra, della complessa rete di rapporti che Villa stabilì con le vicende di un secolo animato da grandi speranze ma segnato da tragedie”.

   

Testo cercatissimo sia nella sua prima edizione Guanda (1964) sia in quella riveduta uscita per Feltrinelli nel 1972 e 1994 (e da allora introvabile), l’Odissea omerica nella versione villiana ristampata ora, per cura di Tagliaferri, nella collana appunto dedicata alle Opere di Emilio Villa dell’editrice DeriveApprodi:

“Emilio Villa incominciò a tradurre l’Odissea nel 1942, ma solo dopo la fine della guerra ne apprestò una prima stesura, pubblicata nel 1964, a cui seguì qualche anno più tardi una versione definitiva, ampiamente ritoccata e ripensata. Giudicata immediatamente «stravagante e spropositata» da accademici e universitari, la traduzione villiana mira con puntiglio a ridare luce ai legami profondi tra l’epica ellenica e le culture precedenti. In contrapposizione a quella che il critico chiamava «la baracca immensa dell’immenso commentario europeo», che ha fatto del poema un testo intoccabile e di Odisseo un modello «neoclassico anchilosato sul piedistallo dell’endecasillabo»”.

        

Anche il saggio straordinario di Villa su L’arte dell’uomo primordiale si deve alla cura e alle ricerche scrupolose di Aldo Tagliaferri. Il testo – non firmato – apparteneva all’artista Gianni De Bernardi, di cui Villa aveva scritto più volte con entusiasmo. Nel 1996 Tagliaferri identificò il dattiloscritto, conservato dal figlio di Gianni, Carlo Felice De Bernardi, che ne concesse la riproduzione. Una prima anticipazione comparve dunque sulla rivista “il verri” nel numero monografico dedicato a Villa nel 1998. Ora il testo viene stampato dall’editrice Abscondita. Dalla postfazione:

“Nonostante le lacune, e le prudenti riserve dell’autore, le cui avvertenze preliminari presentano come temporanea la stesura del testo, L’arte dell’uomo primordiale, qui pubblicato per la prima volta nella sua interezza, colpisce per la genialità e l’originalità con le quali vi sono affrontate e intrecciate problematiche relative alle origini dell’arte e alle linee di continuità, o discontinuità, che si possono proporre tra le forme d’arte più remote e quelle più attuali. Si tratta di un documento essenziale per cogliere i lineamenti generali della poetica dell’autore collocandola in un contesto europeo, ma anche di una summa delle istanze teoriche alle quali egli si ispirò tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dunque nel ventennio in cui la sua accanita militanza in favore di alcuni indirizzi delle arti novecentesche diede i frutti più duraturi” (A.T.)

Emilio Villa, Proverbi e Cantico. Traduzioni dalla Bibbia (a cura di C.Bello Minciacchi, Bibliopolis, Napoli 2004, pp. 220, Euro 25.00,  ISBN 88-7088- 479-1)

Aldo Tagliaferri, Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa (DeriveApprodi, Roma 2004, pp. 108, illustrazioni fuori testo, Euro 14.00, ISBN 88-88738-47-9)

Omero, Odissea, traduzione e postfazione di Emilio Villa (a cura di A.Tagliaferri, DeriveApprodi, Roma 2005, pp. 480, Euro 16.50, ISBN 88-8873-879-7)

Emilio Villa, L’arte dell’uomo primordiale (a cura di A.Tagliaferri, Abscondita, Milano 2005, pp. 126, illustrazioni nel testo, Euro 13.00, ISBN 88-8416-117-7)


Riferimenti ad altre edizioni recenti (acquistabili in libreria):       

Emilio Villa, Opere poetiche – 1 (a cura di A.Tagliaferri, Coliseum, Milano 1989, pp. 272, f.c. ma disponibile presso Coliseum, Euro 18.00)

Emilio Villa, Pittura dell’ultimo giorno: scritti per Alberto Burri (Le Lettere, Firenze 1996, pp. 72, Euro 12.50, ISBN 88-7166-267-9)

Emilio Villa, Conferenza (prefazione di A.Tagliaferri, Coliseum, Roma 1997, pp. 64, Euro 11.00)

Emilio Villa, Œuvres poétiques choisies 1934 – 1958 (introduzione di A.Tagliaferri, traduzione e postfazione di A.Degange, La part de l’oeil, Bruxelles 1998, pp. 216, Euro 20.82, ISBN 2-930174-07-2)

Emilio Villa, Zodiaco (a cura di C.Bello Minciacchi e A.Tagliaferri, Empiria, Roma 2000, pp. 232, Euro 14.50, ISBN 88-85303-88-9)

Emilio Villa, Critica d’arte 1946-1984 (a cura di A.De Luca, con uno scritto di A.Trimarco, La città del sole, Napoli 2000, pp. 204, Euro 12.36, ISBN 88-8292-049-6)

 


Contributo a una bibliografia online di testi su Emilio Villa: 

– Gianfranco Baruchello, Emilio Villa (1914-2003): un ricordo,  

a che in http://www.libreriadonna.com/cartellen/villa/manifesto.htm

    

– Cecilia Bello, Emilio Villa: tentazione e temibilità del linguaggio

         

– Manuela Lucianaz, Recensione a E.Villa, Proverbi e Cantico

    

– Marco Mazzi, Emilio Villa: Sostituzione come segno. Note su “Phytica Vana”

           

– Tommaso Ottonieri, Un secolo da clandestino (recensione a A.Tagliaferri, Il clandestino)

    

– Davide Racca, Emilio Villa: L’anti-Edipo e il primordiale

      

– Luigi Severi, in La poesia italiana dall’Ermetismo agli sperimentalismi degli anni Sessanta

     

– Aldo Tagliaferri, Scheda sulla conferenza presso la Fondazione Baruchello

      

– Marco Vallora, Così Burri vide la fine del mondo

     

– Lello Voce, Una biografia di Emilio Villa (recensione a A.Tagliaferri, Il clandestino)

     

Pagina dedicata a Villa nel sito delle Edizioni Riccardi

        


E.Villa. Opere poetiche


7-31 dicembre 2005

sabato, 31 dicembre 2005   [link]
 

gennaio-dicembre 2005, gennaio 2006

il 2005 si conclude con un libro dedicato a Beppe Fenoglio. l’anno nuovo si apre con libri di (e su) Emilio Villa. precisamente come nel gennaio 2005: con segno sempre e nettamente antifascista


mercoledì, 28 dicembre 2005   [link]

 

Alba e le Langhe. Di Fiammetta CirilliSegnalo l’uscita, nella collana “Le città letterarie” della casa editrice Unicopli, del libro di Fiammetta Cirilli, Alba e le Langhe. L’epopea del partigiano Johnny.

“Alba e le Langhe costellano con la loro presenza l’intera opera narrativa di Beppe Fenoglio, dalle prime prove edite, i racconti dei Ventitre giorni della città di Alba, fino ai romanzi e agli scritti pubblicati dopo la prematura scomparsa dell’autore, avvenuta nel 1963. Dedicate al forte legame tra la scrittura e la terra d’origine, queste pagine seguono il percorso letterario di Fenoglio, delineando una traccia di lettura in cui il ricordo dei luoghi della biografia, mediato dalle testimonianze degli amici e della sorella Marisa, si accosta alle descrizioni e alle immagini della città e delle colline in capolavori come La malora, Il partigiano Johnny, Una questione privata“.

       

     

Fiammetta Cirilli, Alba e le Langhe. L’epopea del partigiano Johnny

Edizioni Unicopli, Milano 2005. Con una nota di G. Barberi Squarotti

[collana “Le città letterarie”, pp.140, euro 10, isbn 88-400-1072-6]

         

    

   


domenica, 25 dicembre 2005   [link]

 

          

       

a christmas carol 

macchina per la produzione del natale

 

                           

 


mercoledì, 21 dicembre 2005   [link]

 

In rete il n. 5/6 de “L’Ulisse”

     

Esce il nuovo numero (5/6) de “L’Ulisse”, la rivista online “di poesia e pratica culturale” diretta da Alessandro Broggi, Carlo Dentali, Stefano Salvi.
      
Dall’editoriale: “Il nuovo numero … raccoglie l’esito di un’inchiesta che inizialmente si prevedeva strutturata su due numeri successivi; pone al centro un censimento delle riviste letterarie cartacee italiane (soprattutto di poesia, ma non solo). A ciascuna abbiamo chiesto un articolo di presentazione e di analisi del proprio percorso, proposto eventualmente in forma di questionario rigido. L’inchiesta ha inteso sondare il panorama e la lettura del presente che da queste traspare, l’impegno verso la poesia (nuova) e gli indirizzi di operatività che esse si danno”.
     
Partecipano: Almanacco del Ramo d’Oro, Annuario (Castelvecchi), Anterem, Atelier, daemon, Hebenon, Il Monte Analogo, Il Segnale, il verri, Kamen’, La clessidra, La Gru, La Mosca di Milano, Le Voci della Luna, Nuovi Argomenti, PaginaZero, Pagine, Polimnia, Qui – appunti dal presente, Re:, Semicerchio, Smerilliana, Steve, Sud, Tratti, Versodove.
    
Portano inoltre il loro contributo critico Andrea Cortellessa, Valerio Magrelli, Giudo Oldani, Biagio Cepollaro, Maurizio Cucchi, Gianluca Codeghini.

   

Il numero ospita inoltre testi di Franco Buffoni, Andrea Inglese, Andrea Raos, Massimo Dagnino, Alberto Mari, Gherardo Bortolotti, Michele Zaffarano, Luigi Severi, Luigi Pingitore, Assunta Finiguerra, Matteo Fantuzzi, Marco Vitale, Vincenzo Della Mea, Massimo Orgiazzi, Fabiano Alborghetti, Paolo Artale, Alessandro Seri, Viviana Faschi.
     
In chiusura, un omaggio a Paola Malavasi, recentemente scomparsa.

 


lunedì, 19 dicembre 2005   [link]

 

On air

La sera di martedì 20 dicembre (dalle 20:00 alle 21:30) è possibile ascoltare una mia intervista e lettura di testi, in diretta su Radio Città Futura: 97,7 Mhz per Roma e Lazio. La trasmissione (Futura) è condotta da Luca Infascelli, e il mio interlocutore-intervistatore è Carlo Carabba, che cura lo spazio di poesia.

La radio è ascoltabile anche online andando su http://www.radiocittafutura.it/ e cliccando sul riquadro in alto a destra (“On the air / Listen now”). Durante la trasmissione vengono forniti un numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica per chi volesse intervenire nella discussione via sms/email.


lunedì, 12 dicembre 2005   [link]

 

“Poesia da fare” n.6, e sesto Quaderno della collana     

Escono ora in rete – parallelamente – il n.6 della rivista “Poesia da fare” (dicembre 2005), e il VI Quaderno collegato alla stessa rivista.
Come sempre la cura di queste edizioni si deve a Biagio Cepollaro.

Sommario del VI Quaderno:

Ennio Abate, Da Prof. Samizdat
Gherardo Bortolotti, Da Tracce
Alessandro Broggi, Da Economie vicarie
Paolo Cavallo, Da Senza valore
Paola Febbraro, Da L’eredità non parla
Sergio La Chiusa, Appunti giapponesi
Giorgio Mascitelli, Il problema della sete
Andrea Raos, Da Le api migratori
Gian Paolo Renello, Da Monologo, Nessuno torna
Stefano Salvi, Intorno l’acqua
Massimo Sannelli, Poesie

Sommario di “Poesia da fare”, n.6, dicembre 2005:

Biagio Cepollaro, Editoriale

Testi:
Paola Febbraro, Da L’eredità non parla
Sergio La Chiusa, Appunti giapponesi

Letture:
Giuliano Mesa, Su Il Paratasso o la Gerusalemme rivelata di Marzio Pieri

Immagine:
Arena, 6 (di B.C.)

    


da segnalare: su www.nazioneindiana.com Andrea Inglese ripropone il testo critico scritto da Giuliano Mesa per Fabrica, di Biagio Cepollaro


1-6 dicembre 2005

martedì, 06 dicembre 2005   [link]
 

Un désir de Rome?

      

Ospito con piacere su slowforward il progetto-questionario preparato da Philippe Pogam e dagli amici di Cythère critique, sito che invito tutti a visitare, sfogliare, leggere. E: è importante rispondere, dare un contributo di ascolto/risposta, di partecipazione.

    

     

Una Cythère critique nuova ?

      

Durante queste ultime settimane, gli amici di Cythère Critique e i lettori di questo sito hanno potuto apprendere le difficoltà in cui ci dibattevamo e che hanno infine portato alla sospensione – provvisoria – dell’attività della libreria in via dei Banchi Nuovi.

La ragione era semplice: la libreria si trovava a fare i conti con una crisi dovuta alla crescita; un ulteriore finanziamento, garantito da organi pubblici francesi, sarebbe stato necessario, e possibile se le istituzioni finanziarie italiane avessero avuto anche solo una minima capacità di valutare quello che significa un’economia culturale inserita in un contesto internazionale – ma era, certo, farsi troppe illusioni.

Tuttavia, abbiamo mantenuto, e persino intensificato – perlomeno questo è quanto ci sembra – la nostra politica on line sul sito. Cosa tutto sommato naturale per un dispositivo che, oltre che per il catalogo della libreria, è stato concepito secondo un’organizzazione a rubriche abbastanza simile a quelle che prevalgono sui siti nati dalla stampa scritta. Con una differenza: che una parte non trascurabile dell’offerta derivava proprio dall’attività che noi svolgevamo all’interno e all’esterno delle quattro mura della libreria (la fonoteca, il trattamento on line delle nostre esposizioni, la presentazione delle opere pubblicate dalle edizioni Cythère Critique, ecc.). L’insieme era ad accesso libero e gratuito (archivi inclusi).

Abbiamo citato le Editions Cythère Critique. Ricordiamo, allora, che una nuova pubblicazione si trova in corso di preparazione, se non già quasi pronta. Si tratta di un lavoro originale e senza alcun legame con la precedente collezione «Objectale»; esso dovrebbe inaugurare una collezione in cui vengono proposte, all’interno della stessa opera, letteratura, saggistica e poesia intorno a un’unica figura o a un unico soggetto.

Avendo messo on line, nel corso del mese di agosto e di settembre, una versione parzialmente bilingue della rivista europea in lingua italiana Sud, animata dal nostro amico Francesco Forlani, ci siamo accorti che una nuova Cythère Critique era possibile solo a condizione di privilegiare le iniziative integrate e la mutualizzazione delle attività e dei luoghi – fisici e virtuali. I risultati delle consultazioni sul nostro server hanno mostrato che siete stati in 2500 a visitare individualmente il sito durante il mese di novembre, per un totale di 3000 visite e più di 15.000 pagine lette di cui 75% delle connessioni vengono da l’Italia e dalla Francia ma anche dagli Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Paesi Bassi o Europa centrale e dell’Est oppure dal mondo francofono). Cythere sta per diventare una piattaforma internazionale.

Cythère Critique è il marchio commerciale della Transversale Culturelle srl, società commerciale registrata alla camera di commercio di Roma.

La situazione sopra descritta non potrà naturalmente continuare senza la necessaria copertura finanziara ricavata dalle attività commerciali della libreria. Dopo la chiusura di quest’ultima, avvenuta all’inizio di settembre, abbiamo cominciato ad interrogarci sull’opportunità della sua ripresa. Per questo, occorreva rispondere ad alcune questioni preliminari:

  • una libreria francofona (1), come noi la concepiamo, è veramente praticabile a Roma? E per quale clientela ?
  • è veramente legittima? In altre parole, risponde veramente ai bisogni e ai desideri di questa clientela ?

A queste due questioni pensiamo oggi che sia possibile rispondere in maniera affermativa e che si possa conseguentemente cominciare ad avviare una necessaria ridefinizione di alcune modalità pratiche.

          a) Una ricapitalizzazione con proprii soldi

La ripresa della nostra attività è così legata alla possibilità, in un luogo diverso, di una cooperazione di fatto o strutturale che riesca a concepire una condivisione della posta in gioco e della qualità (2) con un operatore, editore o quant’altro, sensibile alla produzione francofona, ma non soltanto. (così, l’implicazione contrattuale di un operatore-investitore italiano o no si tradurrebbe automaticamente fin dall’apertura con un’offerta bilingue o multilingue incentivando la complementarità e la diversità).

I nostri nuovi locali dovrebbero rappresentarne l’espressione, e offrire così una libreria (raddoppiando, all’inizio, il numero degli stampati e arricchendo l’offerta dei periodici, in nome dell’innovazione) che possa inaugurare una cineteca, presentare mostre e programmare cicli di proiezioni, accogliere autori, traduttori, editori, francofoni o meno, organizzare «feste letterarie.»

A nostro avviso, un luogo simile a Roma non esiste ancora (3). Riteniamo che la supericie utile dovrebbe aggirarsi intorno ai 2500 mq.

            b) Come possiamo allora procedere?

Ci piacerebbe fare come si è fatto alla nascita di alcuni organi di stampa o persino di certe librerie in Francia:

    Stiamo pensando di ricorrere ad una sottoscrizione.

Per ripartire, abbiamo calcolato e circoscritto la cifra del finanziamento necessario intorno ai 120.000 €. Risolta questa condizione necessaria, potremo far entrare in gioco i nostri stessi dispositivi, sapendo che il capitale per il rilancio non potrà essere inferiore a 250.000 € (4).

Ai nostri sottoscrittori offriremo naturalmente per contratto delle condizioni commerciali interessanti su tutti i nostri prodotti – ad eccezione dei libri pubblicati in Francia per i residenti francesi, per delle ragioni di prezzo del tutto evidenti.

Vorremmo che la somma della sottoscrizione fosse libera, con fette di 50 € e con un importo di 150 €.

La scelta di privilegiare l’appello ad un grande numero di sottoscrittori è giustificata dalla preoccupazione di mantenere intatta la libertà intellettuale e contrattuale della libreria, cosa che – ne siamo certi – non si potrebbe ottenere nel caso di una ricapitalizzazione troppo concentrata (un mecenate o una sovvenzione), provocando una perdita dell’indipendenza che vi dobbiamo. Convinti che «assumere la minoritarietà» e «massa economica critica» non siano antinomici ma debbano, al contrario, procedere insieme.

Ci piacerebbe conoscere il vostro desiderio di un tale luogo. Se questa proposta trova il vostro assenso, faremo in modo di pubblicare rapidissimamente un documento contrattuale che inquadri giuridicamente la procedura di raccolta dei fondi.

Giornali in crisi (Le Monde, Libération in Francia), librerie indipendenti indebolite, le imprese del mondo scritto e stampato devono affrontare una necessaria ridefinizione della loro attività, tradizionalmente votata alla realizzazione di un unico prodotto, e un riesame della loro logica economica e per giungervi, devono ridurre i carichi fissi, fare appello a investitori-abbonati esterni che preservano l’indipendenza di fronte a qualsiasi gruppo o organizzazione politica o settaria e sviluppare infine una piattaforma di offerte pur continuando a rafforzare il cuore del nostro mestiere. Si tratta di un progetto che non conosce nazionalità poiché il pensiero è ormai ovunque percepito come un freno alla redditività. 

Decideremo in base alle vostre osservazioni e al vostro impegno pratico e finanziario. Vi ringraziamo per il vostro interesse e la vostra attenzione, incoraggiandovi a diffondere questo testo. Risponderemo a tutte le vostre domande.

      

La Transversale Culturale srl / Cythère Critique,

Ph. Pogam, direttore.

             

_____________________________________

(1) O piuttosto, occorrerebbe parlare di uno spazio a dispositivi multipli.

(2) Non abbiamo mai fatto mistero delle nostre posizioni e della nostra volontà di dissipare le cattive ragioni che dominano questo mondo.

(3) Dopo più di due anni di esercizio monastico a Roma, e più di vent’anni di esperienza nel campo, sorge la spontanea raccomandazione ad ammettere che non si può combinare nulla se non si produce immediatamente del piacere.

(4) La ragionevolezza di questa somma conferma la nostra non-intenzione di una capitalizzazione immoboliare, quanto meno all’inizio.

         

 

[testo tradotto dal francese da Michele Z.]

     

     

 

QUESTIONARIO – in Italiano

     

 

   

     

*

         

 

en français:

       

 

Le texte ci-dessous inaugure une période de consultation et de réflexions dont les conclusions seront rendues publiques fin février 2006. Sans vos avis, vos remarques, vos critiques, vos suggestions, votre soutien, nous ne pourrons mener à bien le projet décrit. C’est  pour les recueillir que nous avons élaboré un questionnaire à télécharger ici (en bas de page)

     

         

Une nouvelle Cythère critique ?

   

Les amis de Cythère critique et les lecteurs de ce site ont pu, ces dernières semaines,  prendre connaissance des difficultés que nous subissions avec pour résultat la suspension – provisoire – de l’activité de la librairie située via dei Banchi nuovi.

La raison en était simple : la librairie était confrontée à une crise de croissance ; un refinancement, avec la caution d’organismes publics français, s’avérait nécessaire et possible pour peu que les établissements financiers italiens – ou autres – eussent eu l’intelligence minimum de ce qu’est l’économie culturelle dans un contexte international – c’était beaucoup s’illusionner.

Cependant nous avons maintenu et même intensifié – c’est tout au moins notre sentiment – notre politique en ligne sur notre site . Chose somme toute naturelle pour un dispositif qui, outre le catalogue de la librairie, a été conçu et développé selon une organisation en  rubriques assez proche de celle qui prévaut sur les sites issus de la presse écrite avec cette différence qu’une partie non négligeable de l’offre y relève de notre propre activité dans et hors les murs (phonothèque, traitement en ligne de nos expositions, présentation des ouvrages imprimés des éditions Cythère critique…). L’ensemble étant en accès libre et gratuit (archives incluses).

Puisque nous avons évoqué les Editions Cythère critique, précisons qu’une nouvelle parution en est à un stade de préparation assez avancé. Il s’agira d’un travail original sans lien avec la précédente collection « Objectale » mais qui devrait inaugurer une collection proposant dans un même ouvrage littérature, essais et poésie autour d’une figure ou d’un sujet unique.

Pour avoir, au cours des mois d’août et septembre, mis en ligne une version partiellement bilingue de la revue européenne en langue italienne « Sud », animée par notre ami Francesco Forlani, nous avons pu réaliser qu’une nouvelle Cythère était possible à condition de privilégier les initiatives intégrées et la mutualisation des activités et des lieux – physiques et virtuels. Ainsi les résultats de consultation sur notre serveur informatique font apparaître que vous avez été 2700 visiteurs différents en ce mois de novembre pour un total de 3.000 visites et plus de 15.000 pages lues dont 75% des origines de connexions sont italiennes et françaises mais viennent ausi d’ailleurs ( Pays anglo-saxons, pays germanophnes, Europe centrale et de l’Est, monde francophone). Cythère devient donc une plate-forme internationale.

Cythère critique est l’enseigne commerciale de la Transversale culturelle srl, société commerciale déclarée à la Chambre de commerce de Rome.

La situation décrite plus haut ne peut naturellement pas se poursuivre sans le nécessaire financement dégagé par les activités commerciales de la librairie. Depuis la fermeture de celle-ci, survenue début septembre, nous nous sommes interrogés sur l’opportunité de sa  relance. Pour cela il nous fallait répondre à quelques questions liminaires :

  • une librairie francophone (1), telle que nous la concevons, est-elle viable à Rome et pour quelle clientèle ?
  • est-elle légitime ? en d’autres mots, répond-elle à des besoins et des désirs de cette clientèle ?

A ces deux premières questions nous pensons pouvoir répondre – à ce jour – par l’affirmative et entamer, par voie de conséquence, la nécessaire redéfinition de certaines modalités pratiques.

         a) par une recapitalisation en fonds propre.

Mais la reprise de notre activité serait ainsi suspendue à la  possibilité, dans un nouveau lieu, d’une coopération factuelle ou structurelle dans une conception partagée des enjeux et de la qualité (2) avec un opérateur, éditeur ou autre, sensible à la production francophone mais pas seulement (à titre d’exemple, l’implication contractuelle d’un opérateur-investisseur italien ou étranger se traduirait automatiquement dès l’ouverture par une offre bilingue ou multilingue jouant de la complémentarité et de la diversité).

Nos nouveaux locaux devraient en être l’expression, offrant une librairie (par le doublement – au départ – du nombre de documents imprimés, l’enrichissement de l’offre de périodiques – au nom de la découverte et de l’innovation), inaugurant une cinémathèque, présentant des expositions et des cycles de projections, accueillant des auteurs, des traducteurs, des éditeurs, francophones ou pas, abritant des « fêtes littéraires ».

A notre avis un tel lieu n’existe pas encore à Rome (3). Nous en estimons la superficie utile à 250 M². 

           b) Alors, comment pourrions-nous procéder ?

Nous souhaiterions nous inspirer de ce qui a pu se faire à la naissance de certains organes de presse ou même de certaines librairies en France :

Nous envisageons de faire appel à une souscription.

Notre plan de redémarrage a établi nos besoins en financement extérieurs par souscription à 120.000 euros. Cette condition nécessaire remplie, nous pourrons nous-même faire jouer nos propres dispositifs, sachant que le capital de lancement ne saurait être inférieur à 250.000 €. (4)

A nos souscripteurs nous offrirons contractuellement bien évidemment des conditions commerciales intéressantes sur tous nos produits – à l’exception des livres publiés en France pour les résidents français pour des raisons de prix tout à fait évidentes.

Nous souhaitons que le montant de la souscription soit libre par tranche de 50 € avec un  plancher de 150 €.

Le choix de privilégier l’appel à un grand nombre de souscripteurs est justifié par le souci de maintenir la liberté intellectuelle & contractuelle de la librairie, ce qui, nous en sommes persuadés, ne serait pas acquis dans le cas d’une recapitalisation par trop concentrée (mécénat ou subvention) générant une perte de l’indépendance que nous vous devons. Convaincus que « s’assumer  minoritaire » et « masse économique critique » ne sont pas antinomiques mais doivent, au contraire, aller de pair. 

Nous souhaitons connaître votre désir d’un tel lieu. Si cette proposition rencontre votre assentiment, nous publierons très rapidement un document contractuel, encadrant juridiquement cette procédure de levée de fonds.

Journaux en crise (Le Monde, Libération en France), librairies indépendantes fragilisées, les entreprises de l’écrit et de l’imprimé sont confrontées à une nécessaire redéfinition de leur activité qui était traditionellement monoproduit et à un réexamen de leur logique économique et pour y parvenir, il faut alléger les charges fixes, envisager de faire appel à des investisseurs-souscripteurs extérieurs en préservant l’indépendance vis à vis de tout groupe ou organisation politique ou sectaire, développer une offre en plateforme tout en renforçant notre coeur de métier. Il s’agit d’un projet qui ne connaît pas de nationalité car la pensée est désormais partout perçue comme un frein à la rentabilité.

Notre décision est liée à vos remarques et à votre engagement pratique et financier, nous  vous  remercions de votre intérêt et de votre attention en vous encourageant à diffuser ce texte. Nous répondrons à toutes les questions issues de vos réponses au questionnaire (infra).

      

La Transversale culturelle srl / Cythère critique,

Ph.Pogam, directeur.

        

 ____________________________________

(1) ou plutôt faut-il parler d’un espace à dispositifs  multiples

(2) nous n’avons jamais fait mystère de nos positions et notre volonté de dissiper  les mauvaises raisons qui dominent ce monde

(3) Après plus de deux ans d’exercice monastique à Rome, et vingt ans d’expérience dans le domaine, il est recommandé d’admettre que rien ne pourra se faire qui ne dégage immédiatement du plaisir.

(4) La modicité de ce montant confirme notre non-intention d’une capitalisation immobilière, tout au moins au départ.

      

     

QUESTIONNAIRE – en Français

           

    


sabato, 03 dicembre 2005   [link]

 

È appena uscito il nuovo libro di poesie di Franco Buffoni, Guerra, nella collana dello Specchio di Mondadori.

      

 

Lunedì 5 dicembre, alle ore 18:00 verrà presentato a Roma da Andrea Cortellessa e Tommaso Giartosio, presso MEL Bookstore, in via Nazionale 252.

     

 

Questo testo – anticipato negli scorsi mesi in plaquettes e in riviste – è uno dei pochi esempi di scrittura civile ‘frontale’ ma niente affatto retorica o barocca (anzi asciutta, denotativa) che si registrino nel nostro paese. (Uno dei pochi casi degli ultimi trent’anni, dice giustamente Alessandro Baldacci). 

   

Ci sono in Italia molte scritture di sperimentazione che da sempre perseguono – con i più diversi risultati e fortune – una linea di impegno netta: agiscono tuttavia o in senso performativo, o nella piena e produttiva torsione dei significanti, o comunque codificando e ricodificando le ‘occasioni’ e i luoghi della parola impura, della violenza delle cose. È il rispetto per l’incandescenza del dolore a portare i vetri che la chiudono a deformarsi.

   

Sono invece più rare e paradossalmente più difficili da vincere le sfide giocate sul campo del grado zero dell’enunciazione, sull’orizzonte visibile e immediato dei fatti – seccamente riportati, incisi. Il lavoro di Buffoni va (da anni) in quest’ultima direzione, con successo. Qui la ‘ricerca’ consiste nello spingere al freddo pieno gli eventi, entro l’ulteriore freddezza (che non è calcolo) di rispettarne lo spessore, di non renderli pretesti. Riducendo di numero le stesse figure retoriche, a favore di uno ‘stile dichiarativo’ che non è però realismo.

   

(Come non c’è realismo in Fortini, in Sereni).

 


  [link]

In rete il sito di Parola plurale, con l’antologia intera in formato pdf

17-28 novembre 2005

lunedì, 28 novembre 2005   [link]
 

Giovedì 1 dicembre, alle ore 18:00, presso la libreria Empiria

(via Baccina 79, Roma)

Giorgio Patrizi presenta l’antologia

Parola plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli

  




a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi,
Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli, Paolo Zublena

 Luca Sossella Editore

  Saranno presenti, fra i curatori,

Alessandro Baldacci, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli

 Leggeranno i poeti

Franco Buffoni, Paolo Febbraro, Marco Giovenale

www.parolaplurale.it




 


domenica, 27 novembre 2005   [link]

 

.

Una delle più belle letture ascoltate all’Auditorium di Roma recentemente è stata quella dei testi di Che cos’è la poesia?, di Valerio Magrelli. Il libro, che ora esce presso Luca Sossella, accompagnato appunto dal cd con la registrazione della lettura dell’autore, è non solo una sequenza di definizioni-narrazioni, un vocabolario per circoscrivere alcune parole come occasioni pretesti ed emergenze di senso della scrittura o scansione di versi, ma a sua volta un libro di poesie in prosa. Ventuno “voci” sulla voce, dalla voce.

«Questo lavoro corrisponde a una specie di diario, o meglio a un resoconto stilato dopo trent’anni di pratica e di ricerca (ovvero di una pratica che consiste nella ricerca). Non ha nulla di sistematico, anzi, andrà piuttosto considerato come un contromanuale. Per questo ho fatto ricorso allo stratagemma dell’abecedario: senza l’appiglio delle sue ventuno voci, credo difatti che, una volta scoperchiato il vaso di Pandora della poesia, sarei stato spazzato via da tanta furia. Ho scelto di afferrarmi al loro esile traliccio, per raccontare qualcosa della mia esperienza, dalla A di “autore” alla Z di “zeppa”».

Autore, Barbarismo, Calligramma, Dramatis persona, Explicit, Figura retorica, Gnarus, Hapax, Impegno, Lettore, Musica, Non-sense, Onomatopea, Paronomasia, Quaesitio, Ritmo, Strofa, Tematica, Urgenza, Virgola, Zeppa.

La voce di Valerio Magrelli è stata registrata dal vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma


 


venerdì, 25 novembre 2005   [link]

 

quella del 2005 è stata una pessima estate e alle molte ragioni si aggiunge una notizia (che ho avuto solo stasera): la notizia della morte di Emilio Garroni, uno dei maggiori filosofi italiani, e tra i maggiori interpreti di Kant in assoluto


 


lunedì, 21 novembre 2005   [link]

 

morto mondo morto, dedica. deriva

da questa dedica una serie

di dati, di preavvisi nella volta

a crociera, a metro a metro e palmo

misurata dai telemetri tedeschi,

precisi a fototraslare, trasmettere, non ferire

– fare lo spettacolo dell’alto

mondo morto

  

     

mg0379rsz.b            mg0551rsz.b
testo e foto                      loop + lettura

56K                                 4,5 M


 


venerdì, 18 novembre 2005   [link]

 

Domenica 20 novembre, ore 19:30, al Teatro Eliseo, foyer  Romolo Valli e Luchino Visconti, nuovo incontro del Caffè letterario (ciclo di letture e performances curate da Giulio Marzaioli e Romina De Novellis). Letture di Paola Febbraro, Marco Giovenale, Marco Mantello, Nina Maroccolo, Luigi Pingitore, Vincenzo Ostuni, Marcello Sambati. Con Flavio Arcangeli in Lunaria, studio improvvisazione di danza butoh; e Conzertu, di nudoEcrudo Teatro. Mostra fotografica di Giuseppe Distefano. Il Teatro Eliseo è in Via Nazionale 183 (Roma), tel. 064885033.

     

     


 


  [link]

 

Matteo Fantuzzi, nel suo blog UniversoPoesia, ripropone un’intervista di Grazia Casagrande ad Andrea Cortellessa e Giancarlo Alfano comparsa su http://www.librialice.it/. Il tema è il libro Parola plurale (Sossella, 2005). Ne consiglio la lettura, è una conversazione molto densa, utile per ragionare su quel lavoro antologico.

Cito alcune osservazioni di A.C.: “Massimo Sannelli […] è nato nel 1973 e ha pubblicato il suo primo libro nel 2002, appartiene cioè in pieno alla generazione che Raboni chiamava postmoderna. Un poeta di soli dieci anni prima avrebbe considerato il suo linguaggio incoerente e incomprensibile, perché vi figurano riferimenti a Sanguineti e comunque a una certa avanguardia degli anni Sessanta, e contemporaneamente riferimenti alla tradizione mistica, in particolare al linguaggio di Luzi, che da un punto di vista storico-ideologico è incompatibile con quella linea avanguardistica e materialistica, eppure nella poesia di Sannelli queste due cose stanno insieme e sono compatibili, perché guarda a questo panorama poetico con uno sguardo diverso da quello dei poeti precedenti, perfino diverso dal mio che sono nato solo cinque anni prima di lui.”.

In un articolo sull’“L’Ulisse” n.1 (specie al paragrafo 4) mi capitava precisamente di parlare del Novecento, o della percezione del Novecento da parte di autori tra cui Massimo Sannelli, come di una “rete tesa ai punti”. Ossia come un reticolo di tracce e voci e direzioni di ricerca non necessariamente complanari e aconflittuali (come è nel timore di E.Sanguineti, in Il secolo del montaggio, intervento contenuto in M.A.Bazzocchi, F.Curi [a c.di], La poesia italiana del Novecento. Modi e tecniche, Pendragon, Bologna 2003, pp. 251-257) e però riferite ad autori-tensori che – storicizzando – possono certo essere stati fra loro in grande e frontale conflitto.

    

(In parallelo, segnalo le poesie de Lo schermo, di M.Sannelli, recentemente postate da Massimo Orgiazzi su http://www.liberinversi.splinder.com/post/6296220).