Lee Baker, La guerra sul fronte orientale (Il Mulino, 2012).
Per una sua parte consistente, si tratta di un testo di storia militare, con ricostruzioni di movimenti di truppe e vicende belliche, dall’aggressione della Germania all’URSS (22 giugno 1941) alla presa di Berlino da parte dell’estesissimo fronte di contrattacco dell’Armata Rossa (aprile-maggio 1945).
Ma il suo valore principale, penso, sta nella capacità che ha di dare la misura – anche brutalmente numerica – dell’enormità del conflitto, della sua violenza, durata, spietatezza. Il conflitto sul fronte orientale è stato una guerra nella guerra (mondiale): una parte che, paradossalmente, si è rivelata per certi aspetti maggiore dell’insieme. Si è trattato del disastro più ampio della storia della razza umana.
Nel tradurre Baker mi è apparsa più chiara anche la misura della partecipazione italiana al contesto, e chiarissima la ragione per cui quanto è accaduto nel nostro Paese ma anche in altre aree d’Europa – per quanto duro e assurdo e distruttivo – è assolutamente imparagonabile all’insieme di ciò che ha devastato il versante orientale riducendo in nulla intere regioni, azzerando oltre venti milioni di vite.
(Per un quadro ulteriore: http://www.einaudi.it/libri/libro/chris-bellamy/guerra-assoluta/978880619560)
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http://www.ibs.it/code/9788815237194/baker-lee/guerra-sul-fronte.html
http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=23719