Archivi tag: opening

today, alexander brodsky @ macro (rome)

Alexander Brodsky
Depth of field
Opening 20 September 2023, from 6 pm to 9 pm 

20 September 2023 – 18 February 2024

Alexander Brodsky, SPECTACLES, etching, 2021

https://www.museomacro.it/polyphony/alexander-brodsky-depth-of-field/

MACRO — Museo d’Arte
Contemporanea di Roma
Via Nizza 138 ― Roma

Ingresso gratuito / Free entry

alexander brodsky @ macro (rome): opening sept 20th

Alexander Brodsky
Depth of field
Opening 20 September 2023, from 6 pm to 9 pm 

20 September 2023 – 18 February 2024

Alexander Brodsky, SPECTACLES, etching, 2021

https://www.museomacro.it/polyphony/alexander-brodsky-depth-of-field/

MACRO — Museo d’Arte
Contemporanea di Roma
Via Nizza 138 ― Roma

Ingresso gratuito / Free entry

jerry peña, “stranger at my door”: art exhibit, from jul 29th @ general projects, los angeles

Stranger At My Door
Jerry Peña
General Projects
July 29 – September 24, 2023

Opening 7-10pm, Saturday, July 29, 2023

Insert Press is pleased to announce Stranger at My Door, a highly anticipated solo exhibition featuring new works by Jerry Peña. This exhibition marks Peña’s debut solo show with Insert Press and coincides with the release of a new print edition titled Say Your Prayers, Hammer Down, created by Peña. Additionally, an artist book project is scheduled for release this coming fall. The exhibition will run from July 29th to September 24th, 2023, with an opening reception on Saturday, July 29th, 2023, from 7 pm to 10 pm.

Jerry Peña, a first-generation Mexican American artist, delves into the Mexican-American experience, with a particular focus on the vibrant backdrop of Los Angeles. His artwork incorporates found objects and materials that intimately connect to his working-class background, offering a compelling glimpse into his unique experience in Southern California.

Peña’s compositions capture the raw grit of the city, shedding light on often overlooked elements of everyday life, tackling themes like gentrification, socioeconomic issues, and cultural identity. Influenced by the minimalist aesthetics of Southern California’s car culture, Peña infuses his work with a distinctive style following in a long tradition of artists working with ready-made objects. He also draws inspiration from the DIY ethos of Rasquachismo, Kustom Kulture, and practical problem-solving, while grounding his art in delicate symbols or memory objects, bridging the gap between street aesthetics and studio practices.

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Jerry Peña (b. Los Angeles 1991) holds a Bachelor of Arts in Drawing and Painting from Cal State Long Beach. Recent exhibitions include Nexus IV Raiz, Brand Library (Los Angeles CA 2023), Group Shoe 3, House Of Seiko (San Francisco CA 2023), You Ain’t Gotta Lie to Kick it, Le Maximum (Los Angeles CA 2022).

“paura della pittura”: opening @ monitor in via degli aurunci, roma, 4 marzo – a cura di gianni e giuseppe garrera

comunicato stampa:
https://slowforward.files.wordpress.com/2023/02/cs_paura-della-pittura-a-cura-di-gianni-e-giuseppe-garrera_2.pdf
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a milano, dal 4 ottobre: max ernst, retrospettiva

Sandro Ricaldone

MAX ERNST
A cura di Martina Mazzotta e Jürgen Pech
Palazzo Reale – Milano
4 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023

Apre il 4 ottobre a Palazzo Reale Milano, la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.

Oltre 400 sono le opere tra dipinti, sculture, disegni, collages, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero.

Tra questi: la GAM di Torino, la Peggy Guggenheim Collection e il Museo di Ca’ Pesaro di Venezia, la Tate Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Cantini di Marsiglia, i Musei Statali e la Fondazione Arp di Berlino, la Fondazione Beyeler di Basilea, il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid.

Una serie di eventi collaterali animeranno i mesi di apertura della mostra, prima tra tutti la rassegna su Max Ernst, il Surrealismo e il Cinema realizzata in collaborazione con il MIC, Fondazione Cineteca Italiana.

Una mostra Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale ed Electa con la collaborazione di Madeinart

Max Ernst, Oedipus Rex, 1922

cia rinne. berlin. “wasting my grammar”

‘wasting my grammar’ opening today 16 may at 3pm at die raum
the exhibition space is designed to be viewed from the street,
and the installation will be on view around the clock until 4 july

oderberger str. 56, berlin
ni verre ni sage
ou verre toute la nuit

“alfonso leoni, genio ribelle” al mic faenza, 1 ottobre 2020 – 19 gennaio 2021

Alfonso Leoni (1971)

Alfonso Leoni, il genio ribelle
Il MIC di Faenza dal 1 ottobre al 19 gennaio dedica una mostra a una meteora dell’arte, indiscusso talento e innovatore, per celebrare i 40 anni della sua scomparsa

Un assoluto protagonista dell’arte contemporanea, un genio talentuosissimo e ribelle, purtroppo prematuramente scomparso. Ad Alfonso Leoni, nel quarantesimo anno della sua scomparsa, è dedicata la prossima grande mostra del MIC di Faenza. Un lungo lavoro di ricerca, a cura di Claudia Casali, in collaborazione con l’Archivio Leoni, che raccoglie per la prima volta in una antologica tutto il lavoro dell’artista, con l’obbiettivo di analizzare la ricca e intensa produzione dedita non solo alla ceramica ma anche ai diversi linguaggi della contemporaneità (pittura, grafica, design, scultura).
Nonostante Alfonso Leoni viva in provincia (studia arte e ceramica all’Istituto d’Arte Ballardini in cui, dal 1961, divenne anche docente di Arti Plastiche) la sua ricerca artistica è costantemente controcorrente, proiettata al nuovo: a scardinare la ceramica da meri aspetti tecnici e funzionali per elevarla a materia scultorea.
Leoni è figlio del proprio tempo. Un periodo quello di fine anni ’60 e ’70 di lotte e contestazioni che in arte si traduce in neoavanguardia: pop art, nuovo realismo, happening, performance e minimalismo. Si aggiorna sull’arte contemporanea e guarda a Fontana, a Leoncillo e allo stesso tempo all’arte giapponese. Capisce che gestualità, azione e imperfezione (la wabi-sabi, bellezza dell’imperfetto della filosofia buddhista) sono temi quasi intrinsechi al suo mezzo prediletto: l’argilla.
Il critico Enrico Crispolti lo prese sotto la propria ala e scrisse: “Interessava a Leoni il gesto più che il prodotto”. Ricordiamo le azioni di protesta e le performance presentati alle due edizioni del 1974 e 1976 del Premio Faenza, dove nella prima espone le proprie opere coperte da un lenzuolo come gesto critico contro la competenza della giuria e, nella seconda, distribuisce ai visitatori argilla cruda mentre lui distrugge con un martello sue vecchie opere, per poi impastarle in una grande sfera. E, infine, le “macchine celibi” del 1972-73, una serie di carrarmati eseguiti a colaggio che erano un chiaro segno di contestazione contro la guerra.
La sua produzione esplora le possibilità di altri materiali come la carta, la pittura e il metallo anche applicate al design arrivando, a volte, a soluzioni precorritrici dei tempi. Ricordiamo il Premio Faenza del 1976. Le “Vetrine archeologiche” una sorta di ready made che confonde la diacronia della storia in un’operazione che, in piccolo, ricorda quella realizzata da Damien Hirst nel 2017 con la mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable di Venezia o la pratica, oggi molto comune, di riutilizzare materiale di scarto come gli sfridi di lamiera per realizzare sculture o riciclare fogli di carta e cancellare pagine di patinate riviste di moda.
E poi il design applicato all’industria. Avvia la collaborazione prima con le Maioliche Faentine, poi con le tedesche Villeroy & Boch e Rosenthal, che riconobbero immediatamente il suo talento, fornendo atelier e assistenti per realizzare le sue innovative idee.
Nella sua pur breve carriera Leoni ha lasciato un’impronta e una eredità fondamentali per tutto il mondo della ceramica faentino e non solo. “Leoni è stato in grado di porre al centro della riflessione la ceramica, come provocazione, come canto fuori dal coro, metafora di cambiamento intellettuale innanzitutto. – spiega la curatrice Claudia Casali – Egli è ripartito dalla ceramica riconsiderandola dal punto di vista concettuale quale materiale dell’arte contemporanea. Aveva compreso che la ceramica era materia tanto antica quanto attuale”.
Per l’occasione verrà pubblicata da Silvana editoriale un’ampia monografia di 380 pagine, con oltre 400 immagini, a ripercorrere un’intensa, breve, carriera artistica.

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