01. ammesso che sia l’inconscio (socializzabile, non autistico) a parlare e immaginare e strutturare testi e materiali,
02. va detto che è estremamente pericoloso lasciarlo nella gabbia dell’io, dargli spago, far parlare lui;
03. tanto più oggi, quando una massa di segnali esterni amplia la coscienza di tutti e fa tutti cinici (lettori smaliziati, ma senza capacità in sé).
04. così una buona prassi è spostare l’inconscio fuori di sé, ma
05. senza che per questo ricada in territorio di mercato.
06. spostare la scrittura anche nei territori della meccanica, senza entrare nel meccanismo.
07. parlare attraverso strutture esterne, senza essere parlato da queste.
07. staccare l’io da buona parte dei materiali iniziali e dagli interventi su di essi è una strategia plausibile.
08. “da sola non vale”. ossia:
09. un cattivo autore, scarsamente dotato di strumenti di conoscenza e di talento, produrrà pessime pagine sia che usi il suo inconscio sia che sposti quest’ultimo in qualsiasi punto esterno a sé.