l’unico “umanesimo dichiarativo” (il poetare assertivo!) che sia sensato, che non sfondi con le sue retoriche infangate di bontà o lallazione i timpani di chi l’orecchio ahilui l’ha coltivato, è quello ammalato di Zanzotto, complesso.
o è il lavoro poetico di Sannelli, anche. quello dei versi diffratti in spezzature. dichiara e – perfino – “confessa”. ma lo fa immettendo un tale numero di deviazioni e fratture del/nel percorso, da attestare e far valere e vincere la necessità del clima opaco, umbratile, del luogo che crea.
in quel luogo si passa, si va, si abita — per scoprire; per rischiare, senza pre/vedere, il guadagno e la perdita. non ci si sta comodi. quel che vi viene affermato non è fermo, dato, noto. ha senso conoscerlo, allora; osservare.