presenza

In una lettera recente, un’autrice con cui sono in corrispondenza anche per traduzioni mi ringrazia “per il dolore” dei testi (di Criterio dei vetri, in particolare). La cosa non può che colpirmi — favorevolmente.

Questo è uno degli elementi di cui non si parla (ma ne parla ovviamente e con grande sensibilità Cecilia Bello nella postfazione):

La rimozione del dolore

è così forte nelle annotazioni intorno alla poesia contemporanea…

Non dico rimozione della “rappresentazione” del dolore: di rappresentazione in giro ce n’è a vagoni, anzi direi a bidoni, e in prosa e in romanzi perfino, oltre e più che in versi.

Non parlo di rappresentazione o finzione ma di presenza.