andrea cortellessa su roberto roversi

Pazienza. Per Roberto Roversi

Andrea Cortellessa

Il tuo destino è oscuro
Italia trenta, trenta.
Ogni viottolo un tumulo d’antichi guerrieri
ogni cima una fortezza abbandonata
nelle vallate cunicoli di trincee
mani di vecchi soldati affiorano fra i sassi.
Con il fuoco nel cuore
e il suono
dolente di una campana
all’orecchio.
Chi vincerà le tue battaglie?
Ancora una volta per te?
Il futuro ti aspetta…

Termina così – in prospettiva futura, con punti interrogativi e punti di sospensione – l’ultimo dei trenta pannelli che scandiscono la quarta e ultima parte dell’Italia sepolta sotto la neve, il poema cui Roberto Roversi lavorava da un trentennio circa: uscita nel giugno del 2011, ad Ascoli, per l’incondita sigla Sigismundus animata dal giovane poeta Davide Nota. Il titolo suona Trenta miserie d’Italia. In copertina (ma non al frontespizio), un’indicazione di quelle in genere relegate, a caratteri piccoli, in coda al colophon: “duecento esemplari numerati e firmati”. Quasi uno slogan: a segnalare subito, non senza fierezza, la più notoria “differenza” rappresentata dal suo autore. Il suo autoesilio, cioè, dal circuito dell’editoria “reale”, perdurante da oltre quarant’anni (a cominciare cioè dalla distribuzione, in proprio e in ciclostile, della raccolta Le descrizioni in atto: era —>

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