Dal 24 novembre in edicola e in libreria il n. 33 di «alfabeta2»
con uno speciale interamente dedicato al Gruppo 63
http://www.alfabeta2.it/2013/11/21/sommario-alfabeta2-n33-novembredicembre-2013/
Tra le mille ricorrenze fatte apposta per distogliere lo sguardo da quanto accade qui e ora, ricordare il mezzo secolo del Gruppo 63 non è un esercizio di opaca nostalgia. Osservare da dentro e da fuori, con le voci dei suoi protagonisti e di studiosi delle generazioni successive quello che è stato senza dubbio il (non)movimento più significativo nell’Italia del secondo Novecento, stimola anzi un doveroso confronto, e di conseguenza un bilancio, fra l’ieri e l’oggi. Impietosi entrambi, come dimostra lo speciale alfa63 – Cinquant’anni dopo (supplemento al numero 33 della rivista) che raccoglie testi, fra gli altri, di Furio Colombo, Angelo Guglielmi, Alberto Arbasino, Giulia Niccolai.
Come scrive Andrea Cortellessa nell’editoriale di apertura, «oggi la nostra scena politico-culturale, in modo diametralmente opposto a quella di cinquant’anni fa, pare essere tutta nel segno della chiusura: non solo a quanto proviene da fuori, ma soprattutto a quanto proviene da dentro: dai giovani italiani di oggi, cioè, che «fuori» sono costretti spesso a spostarsi – ben oltre Chiasso – in cerca di spazio per le loro idee».
E tuttavia, proprio la critica al nostro presente, filtrata attraverso la lente del Gruppo 63, quella «promessa non mantenuta di un’Italia che avrebbe potuto essere, ma non si poté o non si volle realizzare »si può ribaltare in uno stimolo: «Se vivere nell’Italia degli anni Cinquanta non era il massimo dell’allegria, ciò non impedì a quei giovani di immaginare un futuro diverso. E se quel futuro non si è realizzato, non vuol dire che non ne sia possibile un altro. Sta a noi immaginarlo, stavolta. Perché l’ultima parola non è mai detta».
È questo, in fondo, il filo conduttore che fin dalla prima uscita ha scelto di perseguire «alfabeta2», un filo conduttore tenuto saldo, a dispetto delle difficoltà, e un filo intorno a cui si intrecciano i nodi tematici che compongono il numero 33, dall’analisi degli anni Ottanta, e di quello che ancora oggi pesano su di noi, ai focus sulla situazione attuale di paesi complessi come il Brasile e la Corea, un tempo lontanissimi e oggi, di fatto, a noi contigui, all’analisi politico economica di Lelio Demichelis sulla morte dell’Europa.
Anticipiamo inoltre un’intervista di Slavoj Žižek, Per una politicizzazione dell’etica, tratta dal suo prossimo libro in uscita a fine novembre per ombre corte.
L’artista le cui opere scandiscono le pagine di «alfabeta2» numero 33 è Maurizio Mochetti.