alla galleria divario (roma): “deepscapes”, mostra di opere di max renkel, fino al 14 maggio 2022

Max Renkel, S.t., (C) Studio Daido

Max Renkel è un’artista multidisciplinare, nato a Monaco di Baviera, attualmente con base a Roma, che da oltre trent’anni realizza opere pittoriche, sculture, disegni, libri e oggetti che oscillano tra pura astrazione e elementi rappresentativi.

Nelle opere di Max Renkel i rigidi confini delle forme canoniche si dissolvono per trasformarsi in un insieme di tracciati, campiture e sfumature, cariche di sensualità primordiale e con un forte impatto psicologico.

Al centro del suo lavoro c’è un’indagine di ampio respiro sui processi mentali, sulle connessioni logiche, sulle memorie mutevoli e su tutti quei passaggi impercettibili che, durante la gestazione di un’opera d’arte, si frappongono tra idea ed esecuzione.

Lo studio meticoloso della composizione e la ricerca costante del colore puro, che l’artista esplora quasi con rigore scientifico, portano alla rappresentazione di entità ben distinte che nelle sue opere si fondono armoniosamente fino a creare immagini straniere ma, allo stesso tempo, familiari.

Sono forme curvilinee e sinuose che sembrano fluttuare in uno paesaggio delimitato ma estremamente profondo, come se fossero libere dal loro peso, in totale assenza di gravità. Sono entità geometriche voluttuose che rompono i limiti della loro superficie bidimensionale e che sembrano appartenere più al mondo della scultura che a quello della pittura.

La mostra Deepscapes si compone di 21 lavori – opere su tela e su carta, oggetti in legno e una linoleotipia – attraverso i quali Max Renkel esplora uno dei temi più significativi della pittura del Novecento e il suo assoluto anacronismo nel presente: la dicotomia tra figurativo e astratto.

Esplorando i processi di semplificazione in relazione alla rappresentazione del corpo umano, privilegiando come soggetto dominate quello femminile, l’artista crea un’interminabile sequenza di collegamenti tra questi due poli e spinge al limite estremo la potenza espressiva generata dal loro incontro.

L’ispirazione, che trae origine dalla contemplazione della natura e della figura umana, sfrutta la sua riconoscibilità istintuale, il senso di identificazione personale, intaccando ulteriormente l’idea che non esista un potenziale confine tra figurazione e astrazione.

Galleria DIVARIO
Via Famagosta 33
Roma
065780855
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