gli anni cinquanta / alberto d’amico. 2023

Io penso che gli anni cinquanta erano il periodo più bello della nostra vita che io non c’ero ma mi ricordo e ma se io ci fossi stato oggi non direi così. Dico quanto sono belli perché il cinema americano ci ha invaso, c’è la guerra fredda e ci sono i russi che per i comunisti sono bravi e ci sono ancora i fascisti che però se ne stanno con la coda tra le gambe. Questa è una cosa bella, poi c’è la DC che però non fa schifo come ha fatto dopo con Andreotti Forlani il caf. La religione domina ancora le nostre teste ma si fa anche i cavoli suoi. Tutto può ancora accadere. Gli anni cinquanta, l’estetica dei miei sogni. Anni cinquanta, più cinema e meno tv. Anni cinquanta, anni poveri ma belli. Anni cinquanta, la gallina canta, lasciala cantare, la voglio maritare. Anni dell’Italia come meta delle vacanze dei soldati americani che avevano combattuto. Anni per niente snob, anni di felicità e povertà. E io non c’ero, forse per questo erano belli. Sono arrivato io e ho rovinato tutto. Ma ora però provvedo, lavoro per una restaurazione. Abbatto tutti gli edifici costruiti dopo il cinquanta. Rimando a casa tutti quelli che sono arrivati dopo il cinquanta, taglio tutti i capelli che sono cresciuti dopo il cinquanta, e riapro tutti i negozietti che hanno chiuso dopo i cinquanta. E coloro (colorizzo) tutti i film in bianco e nero degli anni cinquanta, anche Accattone che è del sessanta, anche Psycho che è del sessanta.