una lettera di sergio rotino, sugli autori a lui particolarmente vicini

Ciao Marco, dopo il nostro incontro bolognese di ottobre ho pensato a lungo alla tua domanda su quali autori mi siano vicini.
Non credo tu voglia sapere quelli che mi sono vicini in questo momento della mia vita, ma quelli che mi porto dietro da una vita, come bagaglio.
Quando ti ho risposto Mario Benedetti, è stato un impulso, parziale. Me ne sono reso conto giorni dopo.
Prima di tutto perché fra Umana gloria e Pitture nere su carta, il mio Benedetti sta nel primo (titolo), probabilmente il più scontato. E poi perché Benedetti fa parte di una piccola cosmogonia che credo sia giusto precisare.
Lo metto insieme all’Angelo Lumelli di Trattatello incostante e di Cosa bella cosa.
Poco più su, in questa cosmogonia, c’è Gabriele Frasca, il labirinto ritmico presente in Rive, in Rime e nei saggi di Cascando.
Sullo stesso livello, Angelo Maria Ripellino (toh, due Angelo). Il suo barocchismo è stato molto importante per me, da La fortezza d’Alvernia a Lo splendido violino verde, via Sinfonietta e Notizie dal diluvio.
E importante è stato leggere Amelia Rosselli con le sue Variazioni belliche. Lei un po’ più staccata dagli altri.
Ma al centro ci metto Luigi Di Ruscio, la sua percussività e i suoi versi massivi. Ci metto praticamente l’intero suo lavoro, con grande riguardo a Le streghe s’arrotano le dentiere, Apprendistati e Istruzioni per l’uso della repressione.
Sono sei autori che vengono dopo gli incantamenti adolescenziali e postadolescenziali per Umberto Saba, Giovanni Giudici, Giorgio Caproni; vengono dopo Roberto Roversi, cui devo tantissimo umanamente e letterariamente.
Quei sei li ho masticati tutti, forse li ho digeriti anche male, però sono per me i punti attraverso cui mi muovo ancora oggi. Ognuno di loro, in vario modo, con forza maggiore o minore, si muove dentro campi che mi sono vicini: ritmo e (apparente) oscurità del verso.
Ecco, ti scrivo tutto questo a beneficio di una completezza che “completa” non può mai essere. Senza alcuna utilità.
Ah, mancano i riferimenti agli autori stranieri. Ma sono più volatili e, a ben pensarci, praticamente tutti riferiti a nordamericane tranne uno, che riguarda una sudamericana.
Ti abbraccio.
Sergio