la camera verde: programma delle attività e proiezioni di dicembre 2023, annotazioni di gians

CENTRO CULTURALE LA CAMERA VERDE
…dal 1999…
 in Via Giovanni Miani 20,  Roma – t. 3405263877
www.lacameraverde.com      –       info@lacameraverde.com

PROGRAMMA DICEMBRE 2023

Tutti i film sono in versione originale, non sempre con i sottotitoli in italiano.
 Ingresso libero con tessera annuale – Si consiglia la prenotazione.

Venerdì 1 dicembre 2023

“Epstein, Dreyer, Vertov, Murnau,Cocteau!”

17.00 Le Tempestaire di Jean Epstein 1947

17.30 Mikael di Carl T. Dreyer 1924

19.00 Kinoglaz (Il cineocchio) di Dziga Vertov 1924

20.30 Der letzte Mann (L’ultima risata) di Friedrich Wilhel Murnau 1924

22.00 Le sang d’un poete di Jean Cocteau 1930

Sabato 2 dicembre 2023

“La fine del mondo.”

15.30 Bis ans Ende der Welt (Fino alla fine del mondo)

di Wim Wenders 1981 (dur.4h48’)

20.30 Offret (Sacrificio) di Andrej Tarkovskij 1986

Martedì 5 dicembre 2023

“Peter Watkins: cambiare il mondo”

18.30 The War Game di Peter Watkins 1965

20.30 Punishment Park di Peter Watkins 1971

Mercoledì 6 dicembre 2023

“I. Lezione di cinema: Mekas, Rossellini, Beckett”

16.30 He Stands in the Desert Counting the Seconds of His Life

di Jonas Mekas 1969-1985 con Kenneth Anger, Henry Langlois, Hans Richter,

Roberto Rossellini, Andy Warhol

19.30 Invidia di Roberto Rossellini 1952

20.00 Film di Alain Schneider e Samuel Beckett con Buster Keaton 1960

20.30 La prise de pouvoir par Louis XIV di Roberto Rossellini 1969
 

Giovedì 7 dicembre 2023

“II. Lezione di cinema: Mekas, Godard, Ferreri”

16.30 He Stands in the Desert Counting the Seconds of His Life

di Jonas Mekas 1969-1985  con Kenneth Anger, Henry Langlois, Roberto Rossellini

19.00 Passion di Jean-Luc Godard 1982

20.30 Nitrato d’argento di Marco Ferreri 1997

 

Venerdì 8 dicembre 2023

“III. Lezione di cinema: Mekas, Buñuel, Nicholas Ray, Isou”

16.30 He Stands in the Desert Counting the Seconds of His Life

di Jonas Mekas 1969-1985  con Kenneth Anger, Henry Langlois, Roberto Rossellini.

19.00 Ensayo d’un Crimen di Luis Buñuel 1982

20.30 In a Lonely Place (Il diritto di uccidere) di Nicholas Ray 1982

22.00 Traité de Bave et d’éternité di Isidore Isou 1951

 

Sabato 9 dicembre 2023

“Dal mondo di Bergman”

16.30 Kris (Crisi) di Ingmar Bergman 1946

18.30 Larmar och gor till (Vanità e affanni) di Ingmar Bergman 1997

20.30 Aus dem Leben der Marionetten (Un mondo di marionette)

di Ingmar Bergman 1980

22.30 Jungfrukalian (la fontana della vergine) di Ingmar Bergman 1960

 

Martedì 12 dicembre 2023

“William Wellman con Mitchum, Peck e Fonda”

16.30 Track of the Cat (La belva) di William Wellman 1954

18.30 Yellow Sky (Cielo giallo) di William wellman 1948

20.30 The Ox-Bow Incident (Alba fatale) di William wellman 1943

Mercoledì 13 dicembre 2023

“Dedicato a Vittorio De Seta”

18.30 Un uomo a metà di Vittorio De Seta 1966

20.30 L’invitata di Vittorio De Seta 1969

 

Giovedì 14 dicembre 2023

“Tre film muti di John Ford con Harrey Carey”

18.30 Bucking Brodway di John Ford  con Harry Carey 1917

19.30 Straight Shooting di John Ford con Harrey Carey 1917

20.30 Hell Bent di John Ford con Harrey Carey 1918

Venerdì 15 dicembre 2023

“15 dicembre, il giorno delle tre streghe: dedicato a Stacey Cunningham”

 breve simposio a cavallo del Triple Witching Day a cura di Domenico Di Matteo

16.30 The Witches (Chi ha paura delle streghe?) di Nicolas Roeg 1990

18.30 Le streghe di Salem di Rob Zombie 2013

20.30 The Witch di Robert Eggers 2013

Sabato 16 dicembre 2023

18.30 presentazione del libro Atlalante dell’attore immaginario

di Marcello Sambati.

Edizioni Kurumuny 2022, Lecce

 

Martedì 19 dicembre 2023

“Melville filma Vercors”

17.30 Le silence de la mer di Jean-Pierre Melville 1947

 

Mercoledì 20 dicembre 2023

“ROSSELLINI.”

16.30 Atti degli Apostoli di Roberto Rossellini 1968

Giovedì 21 dicembre 2023

“Cooper, Flynn due storie due divi”

18.30 The Lives of a Bengal Lancer (I lanceri del Bengala) di Henry Hathaway 1935

20.30 The Charge of the Light Brigade (La carica dei 600) di Michael Curtiz 1936

Sabato 23 dicembre 2023

“Stanlio e Ollio: gli ultimi film”

17.00 The Dancing Masters (I maestri da ballo) di Malcom St. Clair 1943

18.00 The Big Noise (Il grande botto) di Malcom St. Clair 1944

19.30 The Bullfighters (I Toreador) di Malcom St. Clair 1945

21.00 Atollo k di Leo Joannon 1951

Mercoledì 27 dicembre 2023

“Sul tema: della politica umana”

17.00 Notre Musique di Jean-Luc Godard 2004

18.30 Terra em Transe di Glauber Rocha 1967

20.30 Europa di Lars Von Trier 1991

 

Giovedì 28 dicembre 2023

“Sjostrom visto da Bergman”

16.30 Smultronstället (Il posto delle fragole) di Ingmar Bergman 1957

18.30 Bildmakarna (Il creatore di immagini) di Ingmar Bergman 2000

20.30 Korkarlen (Il carretto fantasma) di Victor Sjostrom 1921

 

Venerdì 29 dicembre 2023

“29 dicembre 1986-29 dicembre 2023, 37 anni senza Andrej Tarkovskij ”

16.30 Ubijcy (The Killer)

di Andrej Tarkovskij e Alexander Gordon 1956

17.30 Segodnja uvolnenija ne budet (Non cadranno le foglie stasera)

di Andrej Tarkovskij e Alexander Gordon 1959

18.30 Katok i Skripka (Il rullo compressore e il violino)

di Andrej Tarkovskij 1960

19.30 Stalker  di Andrej Tarkovskij 1986

Sabato 30 dicembre 2023

“GODARD mort ou vif!”

16.30 Prix Suisse – remerciements – mort ou vif di Jean-Luc Godard 2013

16.40 Une histoire d’eau di Jean-Luc Godard, François Truffaut 1961

17.00 JLG/JLG Autoportrait de décembre di Jean-Luc Godard 1995

18.00 Anticipation, ou l’amour en l’an 2000 di Jean-Luc Godard 1967

18.30 Soigne ta droite (Cura la tua destra) di Jean-Luc Godard 1987

20.30 For Ever Mozart di Jean-Luc Godard 1996

*

Note, frammenti di testo, inquadrature, abbozzi di storie, ipotesi per sequenze da fare, piccole memorie e dialoghi invisibili a ridosso del programma della Camera Verde in 8 movimenti brevi, un prologo e un epilogo.

A cura di gians

PROLOGOGiovedì ore 18:00

Noi in fuga dietro la morte, spenti, unti, disuniti: beviamo ancora, beviamo di tutto.

In perenne fuga dietro la morte. Ingurgitiamo iconcine, bustine, figurine d’aria che fanno i mi piace. Lunghe sorsate di noi. Immagini continue, inesorabili, ogni momento bevuto, ribevuto, atti di una realtà in fuga dietro la morte. L’inquadratura è la stessa per tutti, per tutti è la medesima bevuta.

– Bevete, bevete, continuate a bere! (da una registrazione di repertorio, la voce è di Gian Maria Volonté).

È latte trasparente, il dito porta la sostanza all’occhio, non serve tagliarlo è vuoto dentro e vede senza memoria.

– E dove vai così di corsa, al cinema?

– Mi vuoi fare la morale? È per questo che mi hai aspettato? Dimmi, rispondi! (Fausto Moretti)

– Sono i morti che seppelliscono i morti.

La battaglia è ovunque, l’umana maledizione di fare i massacri. Una barbarie dopo l’altra. 49 chilometri quadrati bombardati, non c’è uscita. La sottile striscia non si può più abitare; questo mondo anche, nemmeno in una stanza.

Andiamo tutti all’Eremo di Zafer! “a vedere chi è rimasto a fare la spia!” Chi ha ucciso Don Gaetano? Cosa resta di quell’epidemia e di quelle vaccinazioni?

Salò o le 120 giornate di Sodoma è del 1975, Todo Modo è del 1976, l’avvenire del cinema italiano resta misero e a dir poco misterioso per così tanta e operosa semina del nulla. Il dollaro che il sistema cinema italiano getta nella sputacchiera è disarmante, come chi lo raccoglie. Chiacchiere da bar, quando Rio Lobo era alla Magliana. Triple Witching Day, un’iperbole che incrocia la Stanza il 16 dicembre!

  1. “Le Pont Mirabeau” di Guillame Apollinaire. Una sequenza da fare.

Morire per un tempo disordinato, disordinato da persone che parlano, parlano, bevono, bevono. Voci mute su strumenti sofisticati e costosi, costruiti per accumulare trasparenze, per registrare un tempo trappola, una trappola per la vita e la morte. La velocità toglie qualsiasi dubbio al pensiero, lo rende inesistente.

Ma perché viviamo così? – (Quintet di Altman, da rivedere per sistemare meglio la fine). Si fanno i giorni scattando miliardi di miliardi di milioni di miliardi di immagini. Tutti dicono, parlano e parlano per primi, tutti per primi, una virtualità concentrata di immagini sviste, che fanno le storie, fanno l’essere. Tra gli aperitivi e la festa al cane. Ma non è più uno scattare come quello di Robert Capa, o di Man Ray, o di Mario Dondero.

“I giorni se ne vanno io non ancora / Giornate e settimane il tempo corre / Né più il passato / Né più l’amore torna / Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre / Venga la notte rintocchi l’ora / I giorni se ne vanno io non ancora.” Le Pont Mirabeau, di Guillame Apollinaire, traduzione di Giorgio Caproni. (La voce è di Salvo Randone)!

 Da leggere, vivere, studiare e tenere sul comodino i seguenti libri di Werner Herzog: La conquista dell’inutile, Mondadori 2007. Il crepuscolo del mondo, Feltrinelli 2021. Ognuno per se e Dio contro tutti, Feltrinelli 2023.

  1. Mi dicevi che era una questione dipapaveri e memoria. Lo dicevi sorseggiando vino bianco, in trattoria. E che alla poesia manca lo spazio, è senza luogo. Dicevi che si davano voce per paura, che stavano insieme per contarsi, che la conta era necessaria per loro. Non c’è alcuna chiave perché non c’è nessuna porta da aprire.

  

  1. To the memory of Harry Carey, bright Star of the early western sky 

(Dedica sul film: 3 Godfathers di John Ford 1948).

Esiste uno spazio interno del vento?

-Si, è invisibile.

 

  1. La Camera Verde è una Stanza dove il tempo resta appeso alle pareti. Si sentono delle voci, appaiono delle figure, un tratto tratteggiato, una cartolina con Casagemas! Nella Camera Verde si prendono appunti, si suona, si proietta, si resta in equilibrio tra le parallele, è una piccola palestra, i violini in platea, l’oboe al centro della sala con il violoncello, il flauto bansuri in diagonale rispetto allo schermo. La Camera Verde in verità non esiste, è un luogo della mente, è il silenzio in una sonata da camera.

Almodovar si alza, con il ginocchio urta la gamba del tavolino: tremano i bicchieri e la bottiglia, un cane abbaia. – Domani continuiamo l’intervista. Dice rispondendo al cellulare.

La casa al mare di Almodovar è ricca di maioliche blu. Con vasi di ceramica blu. Con tappeti di cotone intrecciato di colore blu. Le porte e le finestre di colore blu. Due grandi quadri nel salone, con grandi pennellate di acrilico blu su tela, fanno la testa a un divano blu. La casa di Almodovar al mare è esposta al tramonto, quando Pedro ha acceso il gas per fare il caffè, anche la fiamma sotto la caffettiera è blu. È chiaro che in questo testo non c’è traccia dell’intervista ad Almodovar.

 

  1. Se dici Celan, dopo o prima dici anche Rilkee Beckett, e Rosselli : “…quattro amici morti con la pistola in mano quattro stecche / del pianoforte che ridanno da sperare.” (Sempre con la voce di Salvo Randone).

Fitzcarraldo.

Soigne ta droite. Regen. Hermitage.

Barravento. Un uomo a metà.

Miracolo a Le Havre.

Il cinema italiano è senza tempo, senza memoria, non ha alcuna speranza di trovare alcun pianoforte nemmeno nel fondo di un magazzino. Che tristezza vedere il tempo ordinato in questa maniera. Una mela granata e una tazzina di caffè faranno il film di domani.

– Tu non t’ammazzerai mai! Sei un vigliacco. (Moraldo Rubini)

Quel cenno sembrava un saluto definitivo, infatti lo era. Quello sguardo era come il finire dei sentieri. Non abbiamo più filastrocche infantili. Il poeta lotta per una sua specifica visibilità. Restano a malapena gli appunti sparsi. Una recensione mal scritta “con preghiera di pubblicazione”. I noiosissimi saggi che fanno le traiettorie di chi vuole portarsi a casa le ceneri delle accademie. Tra le persone che sanno si genera sempre un apostrofo: da una parte resta la verità, dall’altra il gioco delle apparenze che impone le solite forme del gioco delle piccole o grosse menzogne e ipocrisie. Della morte di un poeta già Moravia disse malamente quello che sapeva al comizio d’amore il giorno della morte di PPP.

  1. ROSSELLINI.Il programma di sala nei giorni di dicembre della piccolaCamera si apre con cinque film, una carrellata di sequenze uniche da attraversare.

Il giorno dopo una visione della fine con la proiezione di Wenders, Offret di Takovskij, e due film di Watkins.

Mekas apre poi una tre giorni ideata per essere un ciclo di lezioni che il cinema ci dà: 8 film sempre introdotti dal film di Mekas, per costruire quell’intuizione che è alla base di un fare cinema che lo studio di questa arte ci impegna.

Dal mondo di Bergman il calendario propone una giornata da vivere con 4 film.

A seguire Wellman, Ford, De Seta, gli inimitabili Stanlio e Ollio…fino alla fine dei giorni di dicembre.

Il 16 dicembre alle ore 18.30 Marcello Sambati presenta il suo libro Atlante dell’attore immaginario (edizioni Kurumuny). La scrittura di Sambati ci sorprende sempre, la parola attraversa spazi di zone inesplorate con un ritmo e tempi che come un diaframma aprono e chiudono vortici di luce della mente. Sambati crea visioni immaginarie di un attore che è nella scena umana. Non c’è un palcoscenico dove recitare ma pagine che scandagliano le profondità dei sensi. Il testo di Sambati opera un’autopsia del divenire, il corpo vivo dell’attore mescola istanti assoluti, immagini che fluiscono in un tempo della memoria che sdradica l’immobilismo portando chi legge a vivere un’avventura piena di luoghi, mappe, punti cardinali di una lotta che è della sofferenza e della gioia di vivere.

Il 29 dicembre una giornata in ricordo (nel giorno della morte) di Andrej Tarkovskij. È sepolto al cimitero ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois.

Infine il 30 dicembre i giorni finiscono con Godard mort ou vif!

 

  1. Nella notte tra il 19 e il 20 aprile del 1970 Paul Celan muore gettandosi sulla Senna dal ponte di Mirabeau.

EPILOGO. Il lunedì prima, alle ore 8:00

Ci sono Buñuel, Monicelli, Leopoldo Trieste nelle vesti del commerciante Bloch. Pina Menichelli raggiante con un cucciolo di leone in braccio. Slim Pickens zoppicante che trascina una sella. C’è Walter Chiari uscito nudo dalle tracce di una vita amorosa. Ci sono Richard Harris, Ernst Borgnine e anche Hank Worden seduto sulla sua sedia a dondolo. Al centro della scena Louise Brooks e Ava Gardner, e tra loro Fred Astaire recita Artaud. Non è propriamente una scena ma compaiono tutti come fossero esiliati dal Cinematografo!

Almodovar è andato via, il cameriere ha sparecchiato il tavolino. Si dice il giorno delle tre streghe quando le borse del mondo s’ingorgano in un nodo!

Un lungo piano sequenza: Motore! Partito! Buñuel si fuma un sigaro, acceso da un fiammifero che Orson Welles tiene ben stretto tra le dita. Monicelli ascolta parlare, seduto di fronte a lui, il critico letterario di famosa fama, (qui interpretato da un Folco Lulli appesantito ed estremamente bolso), discetta su come è importante stirarla e non farsela stirare la camicia. Il colletto bisogna che abbia una piega precisa. E i polsini che siano ben tesi come una rampa di lancio. Monicelli lo guarda con disgusto. Richard Harris si alza lasciando il suo whisky nelle mani di Ethel Griffies i suoi occhi sono severi e pieni di furore! Harris si avvicina a Fred Astaire e gli sussurra: Robert BressonRobert BressonRobert BressonRobert Bresson…quattro volte! Al quarto sussurro, mi ritrovo in un esterno giorno: un paesaggio urbano di rovine: sangue, fumo, morte, corpi dilaniati, come dopo un bombardamento. (sembrano gli esterni in b/n di Film di Schneider/Beckett).

Nodo alla gola.

Una mitragliatrice da dietro un muro spara centinaia di colpi, è l’ultimo istante: Peckinpah cade in terra in una pozza di sangue. Monte Hellman è appoggiato su un masso con un buco sulla testa. Fassbinder dondola su una forca, altri 4 corpi dondolano insieme a lui: Tarantino, Scorsese, Carmelo Bene! il quarto corpo penzolante ha gli stivali e il sigaro in terra di Clint Eastwood, ma c’è un quinto corpo è Orson Welles! Risuona la tromba di Dimitri Tiomkin!

Guardo questo sogno sbalordito e incredulo. Il montaggio mi fa assistere a svariati primi piani di corpi ammassati: riappare la faccia di Orson Welles col ghigno di Tepepa! tutti morti!

In questo caos rimbombano ancora i proiettili, continuano ad alternarsi diversi primi piani: Nicholas Ray, John Ford, David Lynch che impersona Ford col sigaro visto da Spielberg, Maya Deren e Duchamp aggrovigliati su uno spago… corpi devastati, tra la polvere e il sangue. Sulla balconata di un palazzo, di cui resta solo la facciata, dondolanti sulla ringhiera ci sono i corpi straziati di Chaplin e Buster Keaton. Dal barbiere, ancora avvolto fino al collo nel lenzuolo bianco con cospicue e dense macchie rosse, c’è Visconti e più in là Ferreri crivellato di colpi con una pistola fumante in mano. È un susseguirsi di immagini, dettagli, ralenti. Sono tutti morti.

D’improvviso una sequenza onirica si apre dentro il sogno. Un primissimo piano di Ekaterina Golubeva…ha lo sguardo estraniato, si guarda intorno… poi un totale: è vestita di bianco. Cammina in un cimitero le cui croci arrivano sulla riva del mare. Sembra essere un altro sogno, ma non è così. Ekaterina Golubeva è dolcissima, ora si guarda intorno teneramente. Le sue mani galleggiano nell’aria.

In terra fino alla riva altri corpi, alcuni riconoscibilissimi: Truffaut, Langlois, Beckett, Godard, Tati, pure Tati! L’onda sul bagnoasciuga gli dondola il volto. Chinato su una croce vestito da prete, Charles Bronson si alza e guardando fissamente in macchina si strappa il colletto bianco.

Controcampo improvviso di Victor McLaglen che sentenzia perentorio: – C’è sempre un prete a silenziare una rivoluzione!

Sulla spiaggia fuori dal cimitero, i corpi massacrati di Pasolini, di Petri, di Leni Riefensthal, di Fellini, di Jack Elam, di Bruce Dern, di Richard Harris, di Kafka e Peter O’Toole! Ekaterina li guarda con una malinconia struggente.

Tutto questo avviene in un istante. Un massacro. Che sogno curioso!

E mentre racconto la mia visione al mio amico Maurizio Scherero, la Quarta sinfonia di Brahms trascina i titoli di coda fino alla fine del telegiornale che mi ha svegliato sulla notizia della distruzione pacifica di Gaza. Il giornalista dice proprio queste parole: Finalmente la totale e pacifica distruzione di Gaza! Un’elica a soffitto gira continuamente, muove le tende. Mi sono svegliato guardandola fissamente fino a richiudere gli occhi dentro il cinema di Erice! Oh, mò sto bene…! non si torna indietro. Era l’11 luglio 2023, nella sera la notizia della morte di Milan Kundera.

*

PDF
_