Immagini di Alfredo Anzellini, traduzioni da Baudelaire e testi di Marco Giovenale
La camera verde, Roma 2007
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la macchinazione per fiori è la melanconia del meccanismo.
è anche la scrittura di scena dei fiori? la scena primaria del linguaggio, legge-florilegio? antologia? deflorazione della?
più che scrittura di scena è la melanconia della sua inevitabilità.
(l’accadere necessitato – uno dopo l’altro – come fanno i giorni – degli spezzoni, delle montature).
questi non sono testi scritti. deve esserne data traccia su carta e allora ecco il libro. ma:
questi testi tracciano una azione vocale del buio, del negativo.
sono l’installazione di un segno di inevitabilità delle frasi.
hanno perfino un “contenuto”. (così càpita). certo; ma base del libro (in tutte le parti della sequenza) è il suo essere legatura.
o volendo: nodo che non si sa (che non si fa) sciogliere. né scegliere. non c’è modo.
quel che del testo parla di più è questo. è il vincolo. folla-falla di senso.
tutto (ne) sfugge perché la trama-tarma è tarmata a sua volta.