sul “verri” n.43 che trovate da Feltrinelli ecc. (cfr. qui) esce un mio testo che si intitola Cambio di paradigma.
a quale paradigma si riferisce? a quello di una scrittura solo-lineare e solo-assertiva che ha dominato e domina e dètta regole, non solo nel mainstream ma anche in larga parte delle (degnissime, intendiamoci) esperienze derivate dalle avanguardie storiche di tutto il Novecento.
che si tratti di = che ci sia in giro un paradigma ‘cambiato’ lo dicono segnali da tutto il mondo.
che ci si “debba” (“sempre” / “talvolta”) “attenere” a tale cambiamento (o au contraire al precedente paradigma), invece, è AFFARE E COMPETENZA DELLA PRASSI INDIVIDUALE DI CIASCUNO.
[«ognuno sarà giudicato secondo le sue opere», dice Matteo]
per quel che mi riguarda, tanto per dire, sono autore di testi di paradigma e post-paradigma.
(sempre nell’ottica di quella poetica della raggiera di stili, di cui bla bla bla, troppe volte ho blaterato).
quel che a me interessava e interessa fare, sul “verri” (grazie all’ospitalità della Redazione) e nel contesto di Prosa in prosa (e di issuu/differxhost, gammm, http://issuu.com/letteregrosse, asemic, bina, differx, differx.it, eccetera eccetera eccetera), era segnalare dei punti di differenza, di distacco, di alterità radicale rispetto ad alcune scritture correnti, all’interno e all’esterno di quella che genericamente definiamo scrittura di ricerca.