Una piccola nota bibliografica su Emilio Villa

ripropongo – variato e aggiornato – un articolo
apparso sul «manifesto» il 28 marzo scorso

A poca distanza e anzi in contemporanea con la grande retrospettiva curata da Claudio Parmiggiani a Reggio Emilia, si è tenuta a Roma la mostra-omaggio “Ulissici”, dedicata a Emilio Villa, presso Hybrida Contemporanea (28 marzo – 19 aprile), con opere di Balestrini, Della Porta, Di Donato, Fontebasso De Martino, Limoni, Lombardi, Lotito, Ricciardi.

È stata una ulteriore (felice) occasione di dimostrare come oramai del poeta, artista e critico Villa non si possa parlare come di un autore per pochi (precisamente: per i pochi possessori dei suoi introvabili testi). La grandezza di questo maestro del XX(I) secolo è ri/conoscibile grazie a pubblicazioni e ristampe che lo restituiscono al ruolo di rilievo che di fatto ha avuto e ha nelle arti, nella sperimentazione e nel dibattito vivo, di adesso. Moltissimo si deve, nell’attività soprattutto editoriale di memoria, difesa e rilancio (ristampa e studio) del suo lavoro, ad Aldo Tagliaferri (che dell’autore firma la biografia Il clandestino, DeriveApprodi 2004), e a Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Gianfranco Baruchello, Carla Subrizi.

Nell’edizione della Coliseum di Nanni Cagnone possono ancora trovarsi copie di Opere poetiche (1989). Come si trovano le 12 sibyllae pubblicate da Michele Lombardelli nel 1995. I volumi sono poi arricchiti dall’uscita delle poesie raccolte in Zodiaco (a cura di Tagliaferri e Bello) presso Empiria nel 2000.

Un testo prezioso, pubblicato dalle edizioni della libreria Coliseum di Giorgio Mosci, è Conferenza (1997), con fulminanti decisive note sull’espressionismo astratto che sono anche dichiarazioni di poetica e di etica. (Così come saggio e prosa materica formano le pagine de L’arte dell’uomo primordiale, che grazie a Tagliaferri è uscito per Abscondita nel 2005).

Pubblicati nel ’96 ma ancora disponibili sono gli scritti villiani dedicati a Burri: Pittura dell’ultimo giorno (Le Lettere); ma per il Villa critico d’arte fa testo sia la raccolta antologica Critica d’arte 1946-1984, curata da Aniello De Luca per Città del sole (2000), sia soprattutto la meritoria riedizione – abbondantemente accresciuta di saggi a suo tempo non stampati da Feltrinelli – di Attributi dell’arte odierna, di nuovo a cura di Tagliaferri, nella collana FuoriFormato diretta da Andrea Cortellessa per Le Lettere (2008).

Del Villa grecista e semitista vanno citate due opere: la traduzione dell’Odissea (riproposta da DeriveApprodi nel 2005) e la traduzione e commento di Proverbi e Cantico, dalla Bibbia, in un volume curato da Cecilia Bello Minciacchi per le edizioni Bibliopolis (2004), nella collana Poesia diretta da Mariano Baino. L’impianto fortemente laico delle traduzioni di Villa, e la loro ricchezza di spunti e note filologiche, trovano qui un primo organico esito editoriale.

Non dimenticabili sono poi alcuni studi su Villa. Due esempi, in estrema sintesi: la sezione monografica Nel mondo e con(tro) il mondo curata da Federico Francucci per la rivista «Atelier» nel marzo 2007 (con interventi di vari autori), e la raccolta degli atti del convegno dedicato a Villa dall’Università di Salerno nel novembre 2005, a c. di Gian Paolo Renello: Segnare un secolo. Emilio Villa: la parola, l’immagine (DeriveApprodi, 2007).

Assolutamente da leggere infine Villa(Vive!), la bella recensione della mostra di Reggio che Fabio Pedone ha scritto per Nazione indiana. Una scheda del catalogo della mostra è ovviamente sul sito delle Edizioni Mazzotta.

A proposito di cataloghi, stando a IBS sembrerebbe tornato disponibile il libro sulla mostra Emilio Villa. Opere e documenti, uscito nel 1996 per Skira (a cura di Bruno Corà e Tagliaferri).