IL PREZZO DELLA LIBERTÀ
EDITORIALE – Valentino Parlato
(“il manifesto”, 22 nov. 2011)
(“il manifesto”, 22 nov. 2011)
Cari compagni e cari lettori, questo nostro giornale è a rischio di chiusura. Abbiamo i mesi contati. I tagli ai fondi dell’editoria cooperativa, che il governo Berlusconi ha deciso, sono mortali. Si tratta di una somma di circa tre milioni e mezzo di euro, che fino ad oggi hanno seriamente contribuito alla nostra vita. Va ricordato che anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto che i tagli di Tremonti fossero riconsiderati. Così non è stato ed è proprio difficile ottenere che il nuovo governo Monti cancelli questa mannaia. Ieri la Federazione nazionale della stampa è tornata a chiedere al governo un «tavolo di valutazione», per evitare la cancellazione di circa 100 testate. E’ evidente a tutti che chiudere le pubblicazioni in questa difficilissima stagione politica sarebbe enormemente dannoso, per la libertà di stampa, per la democrazia del nostro paese.
Dobbiamo resistere, continuare la battaglia del manifesto. Ci rivolgiamo immediatamente a voi lettori e sostenitori e, aggiungerei, a tutti i cittadini democratici, ai sindacati, alle forze di sinistra. Da tutti ci aspettiamo un sostegno per la comune lotta.
Dobbiamo resistere, continuare la battaglia del manifesto. Ci rivolgiamo immediatamente a voi lettori e sostenitori e, aggiungerei, a tutti i cittadini democratici, ai sindacati, alle forze di sinistra. Da tutti ci aspettiamo un sostegno per la comune lotta.
Intanto da oggi – e il mancato preavviso è dettato dalla grande emergenza – il prezzo del quotidiano sarà di 1,50 euro. Venti centesimi in più, ma decisivi. Contemporaneamente lanciamo una campagna di abbonamenti trimestrali al prezzo di 180 euro (comprensivo di carta più web). E’ un prezzo “politico”, di sostegno. E penso che dovremo avviare una mobilitazione per la sottoscrizione: anche dieci euro in questa crisi possono salvare il manifesto.
Pertanto credo sia nostro obbligo informarvi settimanalmente di come vanno le cose. Questo giornale ha radici nel paese e siamo all’avvio di un confronto politico e sociale che può avere esiti catastrofici. L’attuale crisi mondiale minaccia di fare piazza pulita della democrazia per un lungo periodo di tempo. Ricordiamoci che la crisi del 1929 in Europa produsse il fascismo e il nazismo e se ne uscì con la seconda guerra mondiale.
Sosteniamoci, suggeriteci, criticateci. Resistiamo.