1.
Continuano indefesse e battenti, in rete, le confusioni tra “scritture dopo il paradigma” (espressione provvisoria e criticabilissima, si sa), scritture “di ricerca” (altra definizione giustamente provvisoria e criticata) e scritture contemporanee (=degli anni recenti, diciamo, ampiamente).
Per precisare: come è ovvio, non tutte le scritture contemporanee sono di ricerca. Non tutte quelle di ricerca sono “dopo il paradigma”.
Altrettanto ovvio è che le (provvisorie) etichette “di ricerca” o “dopo il paradigma” – tanto quanto la contemporaneità di alcune scritture – non garantiscono alcunché in ordine alla “qualità (letteraria)”.
Ma – prima ancora di appunti relativi alla qualità di questo o quel testo – alcune osservazioni di partenza vanno o andrebbero pur fatte. Constato: non vengono fatte, nonostante i fiumi di parole spesi da anni su questi argomenti.
2.
Operando dei prelievi dal campo di materiali personali, un post utile pensavo fosse questo di luglio: http://slowforward.wordpress.com/2013/07/23/chiarimenti-su-testi-usciti-in-rete-e-fuori/ (replicato a settembre: http://slowforward.wordpress.com/2013/09/23/conferma-dei-chiarimenti-su-testi-usciti-in-rete-e-fuori/).
Sbagliavo. Continuano i fraintendimenti. Sento citare poesie da Shelter o Delvaux come una sorta di testi in qualche modo ‘complanari’ (e rapportabili a scritti teorici relativi) a Quasi tutti e Lie lie. Non è possibile nessun dialogo su queste basi. Non è possibile nemmeno commentare post o critiche – anche articolate – che operano questo tipo di misletture.
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