E.S.C. sei anche tu, difendi E.S.C. e gli altri spazi sociali
Eccedi Sottrai Crea
Care tutte, cari tutti,
siamo le attiviste e gli attivisti che ormai da 15 anni autogestiscono lo spazio sociale che ben conosci.
Vi scriviamo per raccontarvi cosa sta accadendo in città e cosa potrebbe toccare anche a E.S.C. in un futuro prossimo. Alcune settimane fa sui giornali è stata fatta circolare dalla Prefettura di Roma una lista di 22 centri sociali e case occupate da sgomberare. In quei palazzi vivono oltre 2mila persone in emergenza abitativa, mentre tra gli spazi sociali sono minacciati luoghi come il Nuovo Cinema Palazzo, Acrobax o Strike che da più o meno tempo garantiscono produzione culturale indipendente, sport popolare, forme di socialità accessibili e fuori mercato.
Si tratta di un nuovo attacco, dopo quello che nel 2015 ha colpito tanti altri luoghi autogestiti e associativi di Roma. Da allora anche E.S.C., come molti altri spazi, è sotto sgombero. Da allora, e malgrado la grande e lunga attivazione cittadina al grido di Roma Non Si Vende – Decide Roma e l’aver impedito diversi sgomberi, insieme ai tentativi di imporre al Comune e alla Sindaca una soluzione politica all’emergenza spazi immaginando forme nuove di uso comune del patrimonio, il problema rimane irrisolto e, anzi, aggravato. Alla minaccia di sgombero ora si aggiunge un’ingiunzione di pagamento di oltre 200mila euro, pari al canone di mercato calcolato dal 2009 a oggi. Secondo il Comune di Roma, infatti, il canone sociale del 20% non va applicato a realtà sociali e culturali senza scopo di lucro come la nostra. Da allora gli attacchi amministrativi che provano a depoliticizzare la questione dell’uso del patrimonio pubblico non sono mai finiti, derubricando la questione dell’autogestione e dell’autogoverno da questione politica a tema dalla logica tecnico-contabile per cui qualsiasi luogo della città serve solo a produrre denaro (e mai cultura, benessere o relazioni sociali).
Contemporaneamente, però, vediamo che le nuove minacce targate Salvini assumono anche caratteri innovativi e specifici. Il ministro dell’Interno vuole farla finita con i centri sociali perché sono esperienze in cui si organizzano e si possono organizzare tante forme di resistenza e di alternativa alla sua idea di società fondata sull’odio per i diversi, sul maschilismo, sui richiami al fascismo e alle destre autoritarie, sui tagli alla cultura e all’educazione, sul controllo dell’informazione, ma anche sul servilismo verso i ricchi e i potenti. La sua sembra essere quasi un’ossessione: a ottobre scorso, quando fu cacciato dal nostro quartiere, si allontanò minacciando «Tornerò con la ruspa». Il mese scorso ha detto: «Chiuderemo tutti i centri sociali, sono come i campi rom».
Come sapete e come avete potuto sperimentare, E.S.C. è un luogo aperto a tutte e tutti. Uno spazio autogestito, che nel corso di questi 15 anni ha saputo e voluto trasformarsi tante volte, giungendo fin qui. Uno spazio liberato, per garantire al quartiere e alla città infinite trame di aggregazione e socialità, di studio e scambio di saperi tra tanti e diverse. Un hub di esperienze e biografie, che solo nell’ultimo anno e in sinergia con tutt* voi ha costruito altri pezzi di un mondo possibile: un luogo aperto all’infanzia, all’adolescenza e alla genitorialità; un punto di riferimento per il gruppo di acquisto solidale del quartiere; uno spazio accessibile e fuori mercato in cui potersi esprimere attraverso corsi di danza e teatro, prove musicali e arti marziali, canti popolari e di resistenza; la possibilità di costruire o assistere alla presentazione di un libro o alla proiezione di un film, o anche solo quella di poter ballare qualche ora liber* e spensierat* in un contesto sicuro e fruibile ai più.
Come sapete e come avete potuto vedere con i vostri occhi, E.S.C. è anche le tantissime attività sociali che si svolgono al suo interno: un presidio permanente contro la violenza di genere, nel solco del movimento femminista globale e al grido di Non Una di Meno; uno sportello di assistenza legale e fiscale gratuita a cui potersi rivolgere per problemi relativi al mondo del lavoro, perchè <<se toccano un* toccano tutt*>>; un centro di sostegno e supporto nell’ambito delle migrazioni, dall’assistenza legale all’orientamento alla città esondato a bordo della Mare Jonio – la nave del progetto Mediterranea – affinché nessun* venga lasciat* morire in mare e provare così, salvando, a salvarci tutt* assieme perché vogliamo <<restare umani>> come ci ha insegnato Vittorio Arrigoni; un punto di riferimento per le soggettività universitarie e studentesche, per rompere ancora gli steccati tra metropoli e città universitaria e produrre saperi critici e collettivi, liberi e mai neutrali.
In questi anni e a costo di grandi sforzi abbiamo provato a mettere questo spazio a disposizione di quante più persone, idee e progetti ci fosse possibile. Fare rete, costruire ponti, trasformare contatti in relazioni. Insieme, quest’anno, siamo stati molte cose. Insieme, e in potenza, vorremmo esserne molte di più.
Per questo adesso chiediamo uno sforzo collettivo. Questo nuovo attacco necessita di una risposta corale da parte di tutti qui gruppi, singoli e soggettività che attraversano il nostro e gli altri spazi sociali. Sabato 22 giugno, dalle ore 16 a piazza Vittorio, ci sarà un grande corteo contro gli sgomberi e per un’idea diversa di città. Ci piacerebbe che anche tu lo sentissi come un momento importante per te e per Roma, da partecipare, diffondere e promuovere con forza.
Come realtà territoriali, riunite all’interno della Libera Repubblica di San Lorenzo, vorremmo incontrarci alle 15 a Piazza dei Sanniti per muoverci insieme verso il concentramento, sperando di vederci in tanti e diverse com’è stato per l’anno appena trascorso.
A questo link Fb, l’evento del corteo e il testo che lo lancia
facebook.com/events/316550959236192/
Le attiviste e gli attivisti di E.S.C., Atelier autogestito
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