la “poesia dell’anima”

minutestogo“Tutte le religioni dei ‘popoli del Libro’, Ebrei, Cristiani e Mussulmani… sono basate sull’assunto che all’inizio sta il Verbo”, sottolinea Gysin. “Tutto quello che è scaturito da un simile inizio sembra funzionare piuttosto male… [Il nostro] metodo consisteva innanzitutto nel frantumare la sequenza temporale… frantumazione prodotta dal cut-up. C’era l’intenzione di farla finita con il Verbo stesso, non soltanto di frantumare l’ordine sequenziale; trovare un’altra strada. Ci sono altri modi di comunicazione, tentare di trovarli deve iniziare eliminando il Verbo. Se tutto è cominciato con il Verbo, se ci fa schifo quello che ne è uscito, e lo fa, andiamo alla radice della cosa, mutiamola radicalmente”.

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Immediatamente dopo che gli fu illustrata, Burroughs adottò con enorme entusiasmo la tecnica del cut-up, mettendola al lavoro sul mostruoso manoscritto da cui aveva già tratto Il pasto nudo.

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“William si serviva del suo materiale altamente volatile, dei suoi testi inimitabili che sottoponeva a tagli implacabili. Era sempre il più deciso della compagnia. Nulla riusciva a turbarlo…” (Here To Go, p. 185) Gregory Corso, invece, rimase più che turbato. Corso collaborava a Minutes To Go, il primo libro di cut-up. assieme a Gysin, Burroughs e Sinclair Beiles, ma per la pagina conclusiva contribuì con un poscritto che rendeva palese come fosse totalmente sconcertato che gli si potesse chiedere di tagliare la sua “vera voce” — come se non fosse affatto “un testo sacro”, disse Ginsberg. (Beat Book, pp. 77-78).

“…la poesia che scrivo viene dall’anima e non dal dizionario” protestava Corso. “La poesia di parola è per tutti, ma la poesia dell’anima non è altrettanto distribuita…, la mia poesia è cut-up naturale, non ha bisogno di forbici per essere creata… ”

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Ginsberg riconobbe “l’importante risultato tecnico” ottenuto con i cut-up ma confessò anche: “Avevo reagito con resistenze e irritazione… perché minacciava tutto ciò su cui baso la mia esistenza… con la perdita della Speranza e dell’Amore; potrei forse anche sopportarne la perdita, se solo mi si lasciasse la Poesia, per continuare a essere quello che sempre volevo, venerato misero poeta”

[ Terry Wilson, Brion Gysin, una biografia rivalutazione; in: W.S.Burroughs, B.Gysin / Il demone della letteratura, ShaKe, Milano 2008; pp. 161 e 163 ]

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n.b.: nessuna differenza tra le opposizioni di Corso e Ginsberg e quelle della Tradizione Italiana a qualsiasi scrittura di ricerca.