Disgiungendo all’infinito le proprie mani
Si interrompe la produzione di calore
Il dispiegamento della forza lavoro
Quando uno muore
A volte
I palmi delle sue mani vengono congiunti
Allo stesso tempo essi sono disgiunti all’infinito
Perché non producono calore
I fori rimangono l’evidenza della vita del soggetto
Dell’individuo
Appaiono per quello che.
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Silvia Tripodi (Sant’Agata di Militello 1974) vive a Palermo. Nel 2014 ha vinto il Premio Lorenzo Montano (sezione poesia inedita) e nel 2015 la prima edizione del Premio Elio Pagliarani con la silloge Voglio colpire una cosa (Zona, 2016); è presente nell’antologia La parola informe (Marco Saya, 2018) e in Nuove poesie italiane 2018 (Elliot). I suoi libri più recenti sono Punu (collana «Lacustrine», Arcipelago Itaca, 2018), La più recente fine di un racconto (collana «ChapBooks», Tic, 2020) ed Ellora (collana «Syn scritture di ricerca», ikonaLíber, 2020).
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Zacinto edizioni
Anno: 2021
Pagine: 36
ISBN: 978-88-31323-11-6
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