car* ***,
la forma dell’ékphrasis è fragile come il vaso che descrivi. è delicatissima e quasi impercorribile, a mio avviso. dico la forma generale, la modalità, e il ‘mood’, anche.
si tratta forse della forma, ancorata com’è al visibile, più pericolosa.
l’eccellenza del pericolo, quasi. perché fa slittare sempre tutto nel dichiarativo, nell’assertivo (nell’asservito al servito, in sostanza, al dato dato, dato dal mondo, dal potere-sguardo che lo apparecchia — sempre).
ecco perché la parola “allineata a destra” a pag. 3 del file Inesplicitazione, che trovi al link http://slowforward.files.wordpress.com/2008/10/inesplicitazione.pdf, è e deve essere barrata, invece. ed ecco perché il modo di scrittura di questo pdf è il modo saggistico. scaleno e irregolare quanto si vuole, ma non creativo.
ecco dunque i motivi dei miei dubbi generali sull’ékphrasis in assoluto, e in prosa o poesia in particolare (dico: nel tipo di ricerca che si fa recentemente; o che facciamo). nei testi che la scelgono, è il ‘quantum’ assertivo che mi blocca nella lettura. ma dunque è tutto. ed è così ”per me”, sia chiaro. parlo senza norme da dare!
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perdona il taglio troppo crudo del riquadro, che però porta avanti inter nos un discorso per appunti e notille che mi fa piacere possiamo continuare.