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Perchè la CGIL non vuole modificare l’art. 18?
1) perchè si sta parlando di un licenziamento che IL GIUDICE (non il sindacato) HA DICHIARATO ILLEGITTIMO AL TERMINE DI UN PROCESSO, cioè ILLEGALE. Non può perciò che essere annullato, non risarcito. E’ come se un delinquente vi ruba o vi fa del male, lo prendono, il giudice riconosce la sua colpevolezza, ma invece di dargli la pena detentiva stabilita dal codice lo lascia fuori grazie al fatto che vi paga un risarcimento tipo assicurazione. POSSIAMO TRATTARE IL LAVORO COME UN PARAURTI?
2) perchè se le imprese non danno lavoro in Italia non è perchè esiste questa tutela ma perchè preferiscono andare dove gli Stati danno incentivi, la burocrazia funziona, i tribunali funzionano e soprattutto il lavoro costa molto meno, così ce la fanno e magari aumentano i loro margini di profitto (vedi la vicenda OMSA).
3) perchè non è parlando di licenziamenti che si produce lo SVILUPPO e la CRESCITA.  
Voglio infine ricordarvi che in Italia, così come flessibilità in entrata c’è già parecchia flessibilità anche in uscita. Si può licenziare per cessazione di attività, soppressione di posto di lavoro, ristrutturazione, riorganizzazione, oltre naturalmente perchè il lavoratore ha commesso atti illegittimi. Ed infatti se avrete la pazienza di aspettare qualche giorno potrete ascoltare il rapporto annuale dell’ISTAT, con i dati terribili del calo occupazionale, soprattutto nella grande industria (guarda caso quella dove l’art.18 si applica).
Ed infine, ma pensate che esistono ufficialmente i licenziamenti discriminatori? “Din don: chi è? sono un ladro, signora, sono venuto a rubare!” Ovvio che anche quando il motivo è quello ti diranno che non esiste più la tua mansione, o che hai commesso infrazione disciplinare.
ALLORA PERCHE’ TUTTA QUESTA TESTARDAGGINE? PERCHE’ QUESTA E’ UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE, E DELLE LIBERALIZZAZIONI NON E’ RIMASTO NULLA, I PROVVEDIMENTI SULLE BANCHE SONO SPARITI, LA RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA E’ USCITA DI SCENA, ECCETERA?
E’ davvero una questione di prova di forza nei confronti del sindacato, ma secondo noi ancor di più un modo per far scoppiare una volta per tutte le contraddizioni  interne del Partito Democratico, che su questa vicenda arriverà all’autodistruzione.
E così dopo averci scaricato addosso una pesante riforma delle pensioni (che non risolve alcun problema di capacità economica e si abbatte soprattutto sulle donne lavoratrici), dopo averci fatto accollare una carrettata di tasse sulla casa (non il castello, ma la prima casa, anche piccola, piccolissima), ora ci vogliono convincere che senza la modifica dell’articolo 18 l’economia non riprenderà.
Non è levando un diritto (non privilegio) ad una parte di lavoratori che l’altra va avanti.
E non c’è nulla di Tecnico in questo Governo, che più va avanti e più mi appare terribilmente ipocrita.
E’ per tutte queste considerazioni, e molto altro ancora, che la CGIL ha bocciato la proposta e non ha firmato.

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