Tonino Perna
Il Professor Monti nel presentare la sua agenda-programma per le prossime elezioni ha attaccato la Cgil e Vendola, sostenendo che sono dei conservatori, che rappresentano ormai posizioni arcaiche che impediscono all’Italia di crescere, modernizzarsi. E Monti, bisogna ammetterlo, questa volta ha ragione.
Siamo in tanti ad essere diventati conservatori perché vogliamo conservare i diritti del lavoro conquistati in decenni di lotte sociali, perché vogliamo conservare il welfare come diritto alla sanità pubblica, all’istruzione statale , all’indennità di disoccupazione. Siamo decisamente conservatori perché vogliamo proteggere l’ambiente e gli ecosistemi dalla violenza delle grandi opere (come il Ponte sullo Stretto o la Tav in Val Susa), perché vogliamo conservare la salute contro le tecnologie inquinanti e pericolose (centrali nucleari ed a carbone, inceneritori, petrolchimici, prodotti Ogm ecc.), perché vogliamo conservare i paesaggi contro la cementificazione che ha coperto un decimo del territorio agricolo italiano, contro le trivellazioni petrolifere che hanno ridotto intere regioni (dalla Lucania alla Emilia al sud-est della Sicilia) a “formaggio svizzero”. Siamo quelli che si battono ad oltranza per la difesa del territorio, della sua storia, identità, memoria (quelli del bel libro No Tav d’Italia curato da Gigi Sullo ed Anna Pizzo). E non ce ne importa niente della crescita se non ci spiegano di che cosa si tratta. Continua a leggere