di
Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi
con una nota di Fabrizio M. Rossi
edizioni Cambiaunavirgola
pp. 64
ISBN 978-88-906642-3-6
disponibile dal 16 settembre 2019
in copertina: elaborazione grafica del manoscritto autografo dell’Infinito
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Un giovane di ventuno anni – tale è Giacomo Leopardi quando scrive l’Infinito – ci indica da subito la parabola irrimediabile e spettacolare del proprio destino, a cominciare da quel Sempre, dopo il quale tutto sarà solo vertigine e precipizio. Il saggio di Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi, tutto dedicato al primo verso dell’Infinito di Leopardi, in occasione del bicentenario dalla stesura, procede esso stesso per voragini, smottamenti, cadenze irregolari. I due curatori indagano la vicenda del verseggiare di Leopardi, la sua capacità di far franare tutto: le parole, le cose, i moti, i sentimenti.
Nel primo verso c’è già l’intera avventura poetica di Leopardi fino al mare impietrato del Vesuvio, passando per le steppe dell’Asia minore: l’ermo colle è profezia di una scelta inesorabile, una fedeltà al deserto. Dal primo grande momento di affezione al precipitare nell’abisso del tempo e nel segreto dell’anima, del ricordare, per lutto e perdita, dalla speranza e consolazione dell’infinito, al sedere contemplando il nulla, Leopardi sceglie il naufragio come condizione irreversibile.
Una nota finale di Fabrizio M. Rossi rende omaggio alle edizioni a stampa dell’Infinito e ne ricostruisce la storia tipografica.
GLI AUTORI
Giuseppe Garrera è musicologo, storico dell’arte e collezionista, coordinatore scientifico del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore.
Sebastiano Triulzi è docente di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università Uninettuno, ed è giornalista e critico letterario del gruppo Repubblica – Gedi.
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