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No alle cattedre di 24 ore. Fermiamo il ministro Profumo

la misura conenuta nel “ddl stabilità” è uno dei tanti tasselli del disastro/dissesto recente, avviato da anni nel nostro Paese, e tutt’ora in corso.

è la (a)normale macelleria sociale in atto o progettata soprattutto ai danni dei precari e delle precarie (non dimentichiamo che le donne costituiscono la maggior parte del personale docente).

non è né sarà certo solo un appello, una petizione, a risolvere questo e altri disastri, lo sappiamo. ma è almeno un piccolo passo da fare.

altri link utili:

sciopero del 24 novembre:

http://www.cislscuola.it/content/20121015-24-novembre-sciopero-e-manifestazione

[a margine: se passa ora per la scuola la “regola” dello stravolgimento dei contratti di lavoro in essere, con l’aumento degli orari a parità di salario, cosa toglie che domani o oggi stesso il governo possa varare misure simili anche per molti altri contratti e categorie?]
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NOTA BENE: in articoli in rete e in testi vari si parla di aumento a 24 ore come se si trattasse di “24 ore di lavoro“: in realtà si tratta “solo” delle ore di insegnamento in classe. DI FATTO le ore di lavoro sono già ora molte di più.
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no alle cattedre di 24 ore

No alle cattedre di 24 ore. Fermiamo il ministro Profumo

La proposta di Profumo di aumentare il numero delle ore di insegnamento da 18 a 24 è perniciosa e creerà ulteriore scompiglio nelle vite di migliaia e migliaia di famiglie di docenti e di studenti.

Non si tratta soltanto di un ennesimo attacco al salario (l’aumento delle ore, infatti, non equivarrebbe a un aumento dello stipendio mensile!). Se dovesse passare il piano che il Ministro dell’Istruzione ha intenzione di proporre, le condizioni di lavoro degli insegnanti di ruolo diventerebbero a dir poco disumane.

Facciamo un esempio.

Un insegnante di francese delle medie, per arrivare a 24 ore, dovrebbe insegnare in dodici classi, partecipare alle riunioni di dodici consigli di classe (lavorando così per molte ore pomeridiane in più, che peraltro non verrebbero computate) e correggere un numero spropositato di verifiche scritte (anche questo lavoro non computato per lo stipendio mensile).

In ogni caso, l’aumento naturale degli impegni pomeridiani andrebbe a sottrarre tempo alla fase della preparazione delle lezioni e del materiale didattico, con un naturale scadimento della qualità dell’insegnamento.

La cosa peggiore, però, è che l’aumento delle ore di un terzo rispetto a quelle attuali comporterebbe anche un taglio di un terzo delle cattedre attualmente presenti nel nostro paese!

Le conseguenze, in termini di costi umani, sarebbero perniciose. I precari, che in tutti questi anni hanno sopperito a tutte le situazioni di emergenza che si sono create nella scuola italiana, perderebbero la speranza di lavoro. Un terzo degli insegnanti di ruolo (in genere i più giovani) potrebbero invece perdere il posto nelle loro sedi di titolarità, e, precarizzati a loro volta, diventerebbero il serbatoio umano (probabilmente pagato a cottimo) per le ore di supplenza che attualmente sono affidate con contratto a tempo determinato proprio ai precari.

E’ dunque un dovere sociale firmare questa petizione, per difendere la qualità dell’istruzione delle nostre scuole e per tutelare la qualità di centinaia di migliaia di vite umane che, senza alcuna responsabilità, pagherebbero il costo di una crisi che non hanno causato.

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http://firmiamo.it/lascuolanonpaghilacrisi

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