Sostengo e approvo gli editoriali di Biagio Cepollaro. Li ammiro, ancora meglio, per sintesi e spessore. L’ultimo uscito, in “Poesia da fare” n.17, torna – con passione come sempre – sui temi della “linguisticità” della scrittura poetica. Mi sembrano, le sue, posizioni su cui ragionare. Soprattutto vive/viventi. Il corpo della riflessione cambia, cresce, critica il sé degli anni passati, alcuni errori e valutazioni differenti. Quelli di Biagio sono gesti di onestà intellettuale. Poi indirizzati anche all’esterno. Si legano con grande affetto e premura, con attenzione e rigore, alle scritture nuove, agli autori che incontra e accoglie, legge, pubblica, in un’attività editoriale online pressoché unica nell’orizzonte recente. Biagio è in definitiva qualcosa come una formidabile one-man band dell’editoria in rete. Un esempio, va detto.
Questa è l’unica premessa possibile – e dovuta – volendo annotare anche delle riflessioni non in sintonia con quanto scrive. Il riferimento è all’editoriale di cui sopra. Continua a leggere