Archivio mensile:Dicembre 2006

Caro Biagio,

Caro Biagio,

in effetti leggo e rileggo il tuo editoriale, il mio intervento, e la tua risposta, e sento che mi manca qualche elemento essenziale. Non mi ci raccapezzo. Nel senso che: CONDIVIDO TOTALMENTE quel che scrivi nella risposta!

Ma è precisamente quanto dicevo nell’intervento del 5 dicembre. Ossia: per te – come per me – non è in gioco l’area “sociologica” della scrittura; sì quella (comunemente detta) “estetica”.

O meglio ancora, sintetizzando: quello che va premiato è il testo bello, sensato. Ecco. Questo intendevo dire. Molto semplicemente.

E articolavo: in ordine alla formazione della bellezza, mi sembra che in giro si vedano tanti testi che non la raggiungono, che cadono nel banale, nell’ovvio, nel calco inconscio, ingenuo, nella trasandatezza, proprio per via di un loro puerile abbandono al too simple, all’ingenuità, a schemi e stilemi che non solo non arrivano a una complessità di alcun genere (molteplicità di piani) o – volendo – ad alcuna “linguisticità”; ma talvolta nemmeno a una lingua, a una cognizione del sistema di segni che pure tentano di usare.

Detto ciò, è per me assolutamente pacifico che molta scrittura puramente contorta e irrisolta (altro disvalore) non possa – in definitiva – “funzionare”. È pur sempre la sola produzione di senso a fare testo. L’intreccio dei piani e un certo grado di opacizzazione del dettato non sono come tali (ossia per il semplice fatto di esser posti) risolutivi di alcunché.

Ma, poiché questo può esser detto di qualunque ‘caratteristica’ del testo (del clus insufficiente come del leu insufficiente, come del narrante insufficiente, eccetera), mi domando se non sia più proficuo dirigere la critica proprio verso quelle scritture che sono ‘quantitativamente vincenti’, ultrarappresentate.

Ci torneremo. Il nostro discorso mi piace, semplicemente; e credo che proseguirà, mettendo a fuoco sempre meglio questioni che altrove (in post recenti) si sono potute solo accennare.

Con l’amicizia e la stima che sai,

Marco

Caro Marco,

Caro Marco,

sono d’accordo con te. Non con una sola parte del tuo discorso ma in tutto. E allora qual è il problema?

È che sul tema della linguisticità, mi sembra, tu sottolinei con più determinazione un aspetto sociologico, io un aspetto estetico, di valore sostanziale della poesia , della singola poesia, di risultato. E con questo non puoi non essere d’accordo: bisogna avere qualcosa da dire se si scrive, proprio realizzando in quella forma ciò che non sarebbe possibile dire in altro modo. Questa è la famosa necessità della poesia, credo. Così detto, alla grossa, tra noi. Continua a leggere

In dialogo con Biagio

Sostengo e approvo gli editoriali di Biagio Cepollaro. Li ammiro, ancora meglio, per sintesi e spessore. L’ultimo uscito, in “Poesia da fare” n.17, torna – con passione come sempre – sui temi della “linguisticità” della scrittura poetica. Mi sembrano, le sue, posizioni su cui ragionare. Soprattutto vive/viventi. Il corpo della riflessione cambia, cresce, critica il sé degli anni passati, alcuni errori e valutazioni differenti. Quelli di Biagio sono gesti di onestà intellettuale. Poi indirizzati anche all’esterno. Si legano con grande affetto e premura, con attenzione e rigore, alle scritture nuove, agli autori che incontra e accoglie, legge, pubblica, in un’attività editoriale online pressoché unica nell’orizzonte recente. Biagio è in definitiva qualcosa come una formidabile one-man band dell’editoria in rete. Un esempio, va detto.

Questa è l’unica premessa possibile – e dovuta – volendo annotare anche delle riflessioni non in sintonia con quanto scrive. Il riferimento è all’editoriale di cui sopra. Continua a leggere

nuovo numero di “Poesia da fare” + VII Quaderno

Sono on line, a cura di Biagio Cepollaro:

VIII Quaderno di Poesia da fare 2006
www.cepollaro.it/poesiaitaliana/rivista/quadernVIII.pdf


Indice:

Biagio Cepollaro (Editoriale)

Olivier Cadiot
K. Silem Mohammad
Rodrigo Toscano
(trad.Gherardo Bortolotti)
Luigi Cannillo
Francesco Forlani
Gabriele Frasca
Jacopo Galimberti
Marco Giovenale
Francesco Marotta
Giulio Marzaioli
Marina Pizzi
Laura Pugno

e

poesia da fare n.17

il n.17 (dicembre 2006) di

 

Poesia da fare
http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/rivista/pf017.pdf


Indice:

EDITORIALE (B.C)

TESTI:
Giulio Marzaioli, da Quadranti
Marina Pizzi, da La giostra della lingua

IMMAGINE:
Echi di specchi,3 di Fausto Pagliano


Poesia da fare e i Quaderni di Poesia da fare sono alla pagina
http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/rivista/rivista.htm


Beckett _ lunedì

Edizioni dell’Università Popolare

www.edup.it ● e-mail info@edup.it


Lunedì 4 dicembre ore 21:00


Teatro Vittoria, Piazza S. Maria Liberatrice, 8/11, Roma

LA EDUP E LA HALLEY EDITRICE presentano:

serata In omaggio a Samuel Beckett nel centenario della nascita

Beckett e l’Italia – Tre pubblicazioni per il centenario

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Associazione degli Italianisti Spagnoli

Da www.italianisticaonline.it:

È in rete il portale dell’Associazione degli Italianisti Spagnoli (Sociedad Española de Italianistas).

Nata negli anni Sessanta, la Sociedad Española de Italianistas – S. E. I. è un’associazione di docenti e specialisti in Italianistica. Ne fanno parte più di un centinaio di soci, in prevalenza docenti e ricercatori di lingua, letteratura e cultura italiane appartenenti a quasi tutte le università, le scuole di lingue e le scuole e i licei spagnoli.

La sua attività è orientata in un triplice indirizzo: agevolare i rapporti professionali e lo scambio di esperienze nella docenza e di risultati scientifici, costituire un centro di riferimento per molteplici manifestazioni relative all’ambito professionale dei membri, ed esporre, dinnanzi agli organismi competenti, i propri problemi ed eventuali rivendicazioni.

Organizza convegni biennali (dagli anni Ottanta), pubblica il Bollettino Bibliografico dei soci e (dal 2000) la «Revista de la Sociedad Española de Italianistas. RSEI».

flyer #004 _ un paese

Un paese sostanzialmente diviso tra aventiniani e fascisti non ha eccezionali speranze di sfuggire alla sua storia, che d’altro canto non conosce. (Non vuole conoscere).

Dopo la giornata di ieri, è auspicabile che un libro come quello di Franco Buffoni, Più luce, padre, venga adottato nelle scuole. (Che diventino scuole di laicismo, anche; e di tolleranza; e di antifascismo: la Costituzione di questo paese è antifascista, ancora, per fortuna).

Una sinistra degna di questo nome – per di più al governo ora – dovrebbe attivarsi ALACREMENTE per alzare le difese necessarie. Bloccare le concentrazioni di potere, indagare i corrotti, frammentare l’asse pubblicità-televisione-politica-finanza-assicurazioni.

La concentrazione in una sola persona dei mezzi di produzione, dei mezzi di comunicazione, del potere politico e di quello economico, non chiede certo commento.