Archivio mensile:Aprile 2007

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Il nuovo numero de “L’almanacco del ramo d’oro”

Esce il n.8 (anno III) del quadrimestrale di poesia e cultura “L’ALMANACCO DEL RAMO D’ORO”, agosto 2006, pp. 256.

Direttore responsabile: Mary Barbara Tolusso
Direttore editoriale: Gabriella Musetti

TEMA: I luoghi dove siamo già stati: a cura di Roberto Dedenaro.

Intervista a Marina Dragotto, Rischiano pene molto severe di Paola di Bello, Cantare la vita, conversazione con Pavle Merkù, Dormiveglia di Marco Vaglieri
Poesia italiana: Elisa Biagini, Valeria Rossella, Marina Pizzi, Alessandro Broggi, Stefano Guglielmin.
Traduzioni: Sylviane Dupuis (Svizzera) traduzione di Monica Pavani, Sigrid Markau (Austria) traduzione di Renata Caruzzi, Aleš Steger, traduzioni di Michele Obit
Altre lingue: Ana Cristina Serra, Ivan Crico
Il punto: Sguardi sul Mondo, intervista a Pablo Volta; intervista a Julia Slataper
Contributo: Lettere da Chiaromonte di Francesco Cenetiempo
Recensioni

Introduzione
di Gabriella Musetti

“Le macerie accumulate dalla storia recente e le rovine nate dal passato non si assomigliano. Vi è un grande scarto fra il tempo storico della distruzione, che rivela la follia della storia (le vie di Kabul o di Beirut), e il tempo puro, il tempo in rovina, le rovine del tempo che ha perduto la storia o che la storia ha perduto” dice Marc Augé in Rovine e macerie. Il senso del tempo, Bollati Boringhieri, Torino 2004 (p. 135). Oggi si assiste a un consumo indiscriminato di rovine e a discariche di macerie che affastellano di detriti ogni luogo che è stato attraversato dagli uomini. E la coesistenza tra diversi aspetti residuali spesso forma un continuum che trasforma il paesaggio in qualcosa di già “abitato”, con tutte le connotazioni d’uso. D’altra parte, come dice Dedenaro che cura la Sezione tematica I luoghi in cui siamo già stati, nessuno sguardo può essere veramente innocente perché ogni luogo è stato già visitato e il sentimento del presente

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Per tutte le informazioni: http://www.ilramodoroeditore.it/pagine/dettagli_libro.php?id=RDAL6&id_collana=11

InVerse 2006: l’antologia

InVerse 2006Esce l’antologia InVerse 2006, con i testi – in italiano e inglese – degli autori invitati lo scorso anno a leggere presso la John Cabot University: Edoardo Albinati, Cristina Annino, Adelaide Basile, Marco Caporali, Annamaria Crowe Serrano, Annamaria Ferramosca, Marco Giovenale, Vincenzo Ostuni, Daniele Pieroni, Lidia Riviello, Massimo Sannelli, Gian Mario Villalta.

Volume a cura di Brunella Antomarini, Berenice Cocciolillo, Rosa Filardi, Alessandra Grego.

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John Cabot University

via della Lungara 233 – 00165 – Rome, Italy

Tel: +39-06-6819121 – Fax: +39-06-6832088 E-mail: info@johncabot.edu

Disturbi del sistema binario

v.magrelliDalla quarta di copertina:

A sette anni dalla sua precedente raccolta di versi, Valerio Magrelli presenta un libro centrato su un deciso contrasto tematico. Nel volume risalta infatti una netta opposizione fra la prima parte, aperta alle più varie sollecitazioni della cronaca, e la seconda, tutta risolta in ambito domestico. A mo’ di chiusura sta poi un’appendice che tenta di formulare una riflessione complessiva: in un mondo infestato da sopraffazioni pubbliche e private, genocidi e fratricidi, Irak e Erika, queste poesie cercano di ricondurre macro e micro-conflitti a una radice comune, una patologia cognitiva che li spiegherebbe in termini di «disturbi del sistema binario». Dopo avere allargato il raggio delle considerazioni alla sfera politica e sociale (Nella tribù), dopo avere descritto il margine di residua extraterritorialità in cui sembra ancora possibile esercitare sentimenti umani non distruttivi (La volontà buona), l’autore prova cioè a comprendere la banalità del Male tramite un celebre test percettivo basato sull’ambiguità dell’immagine (L’individuo anatra-lepre).E mentre la scrittura assume l’andamento di un trattatello, il lettore può assistere a un istruttivo quanto desolato confronto fra le illusioni del soggetto e la vulnerabilità del suo mondo.

IX Quaderno di poesia italiana Marcos y Marcos

ix quadernoMilano, martedì 24 aprile 2007, ore 21:00

Casa della poesia, Palazzina Liberty
[ Largo Marinai d’Italia ]

presentazione di

Poesia contemporanea
Nono quaderno italiano

a cura di Franco Buffoni

Marcos y Marcos, aprile 2007

saranno presenti i poeti
– Alessandro Broggi, Maria Grazia Calandrone, Mario Desiati, Massimo Gezzi, Marco Giovenale, Luciano Neri, Giovanni Turra

interventi di
Franco Buffoni, Umberto Fiori, Fabio Pusterla e Cecilia Bello Minciacchi

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MARCOS Y MARCOS
http://www.marcosymarcos.com

via Ozanam, 8 – 20129 Milano
tel. 0229515688
fax 0229516781
Indirizzi email:
librai: commerciale@marcosymarcos.com
giornalisti: ufficiostampa@marcosymarcos.com

flyer #009 _ finire

in molti a parlare di Celan. riempiono del nome di Celan righe, caselle, molti spazi. ovviamente non importa. (né importa l’opposto).

la distruzione completa della persona, la cancellazione della sua identità, del suo perimetro individuale, non riducibile, non condiviso, chiuso e senziente, ferito da sé e dalle cose e sempre ancora dopo, è un fatto. è il male e il male è una evidenza.

si può essere certi che Celan non è lontanamente ora e mai toccato dall’essere citato, letto, amato, commentato, tradotto, né dall’essere tradizione. perché è morto, e la morte lo chiude, e non è. lui persona, lui corpo cioè, è polvere. è cosa finita. che non sta né starà più da nessuna parte. una cosa caduta. è quindi il flusso del fiume, è il colpo di falce sulle parole. questo è stato e questo è LUI PER LUI.

per sé, per il proprio corpo e per la propria storia, Celan è definitivamente e senza esito di nessun genere la notte del 19 aprile 1970.

questo nulla assoluto, senza gradazioni, senza uscita nemmeno in una negazione più radicale, questo doppio pozzo, è – per LUI persona e corpo non più vivente – la realtà. lo è da quasi quarant’anni e adesso e continuerà. è la forma del suo peculiare inferno identico a quello di tutti.

dovete rendervi conto di questo. prendere un martello, sfasciare uno per uno i versi di foscolo.

soltanto i corpi contano, il loro secreto segnico si perde, passa nelle bocche degli stolti (che il vento NON disperde: ma semina, moltiplica semmai).

QUESTO sentiva e sente la scrittura, la persona: la assoluta, non rovesciabile, non aggirabile, circolare compiutissima devastazione della propria traccia e vita, dei propri segni, delle corrispondenze, delle distonie, delle lezioni date e ricevute, dei torti e dei diritti. ogni permanenza verrà abolita.

soltanto avere ossigeno, intercapedine, sé, spazio, distacco, se c’è, quando c’è, è la razione. non dura e nemmeno se durasse cambierebbe l’economia delle cose. tutto il resto, l’illimite che precede e quello che segue, è ciò che nega il corpo e lo dona alle cose solo perché da queste venga minacciato. è uno spazio divelto in tutti i modi.

c’è uno legato al suo posto, è frustato dall’inizio. si rovescia per peggiorare, è così pieno di piaghe. perde tanto di quel sangue che si può pensare sia fatto solo di quello. possono passare ore e giorni così. può solo entrare qualcuno con un secchio di sale o calce

Varianti entro il 30 giugno

Invia le tue “varianti” entro il 30 giugno

Il Centro di Documentazione sulla Poesia Contemporanea “Lorenzo Montano” aspetta le tue “varianti” entro il 30 giugno: presso la Biblioteca Civica, via Cappello, 37121 Verona
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Certamente hai un tuo testo poetico che è passato attraverso diverse stesure prima di trovare la sua forma più compiuta. Oppure una poesia che sta nascendo tra molte riscritture. Ti chiediamo di mandare al Centro di Documentazione proprio “quelle” stesure, nella loro forma originale o anche in fotocopia.

Siamo certi che aderirai, condividendo con noi un dejà vu. Il ritorno di un’idea avvenuto ripensando a un volume di molti anni fa. Nella consapevolezza che nel suo trascorrere il tempo non ne ha scalfito il pensiero sotteso.

Quindici anni fa pubblicammo un numero di “Anterem” dedicato alle “varianti”. Chiedendo agli autori di offrire non solo il testo ultimo, ma anche una sua precedente versione. Perché i poemi sono sempre in cammino, come afferma Celan; e per consentire al lettore di guardare nel laboratorio del poeta, e attraverso quest’apertura osservare i movimenti del testo nelle varie fasi del suo farsi.

Nell’editoriale di allora, dal numero 45 del dicembre 1992, Flavio Ermini scriveva: “Il presente numero di Anterem indica i momenti privilegiati in cui il poeta manifesta, in forma di varianti, i diversi motivi del suo dire; l’intreccio di vari piani linguistici e delle varie soluzioni stilistiche possibili. Intreccio dove ogni esito può costituire un nuovo inizio, e ogni risposta data si trasforma in domanda”.

“bina 68”: testi di Giovanna Frene

Esce oggi “bina” 68. Ospita alcune poesie da Sara Laughs, di Giovanna Frene, testo pubblicato dalle Edizioni d’if come vincitore dell’edizione 2006 del Premio di letteratura intitolato a Giancarlo Mazzacurati e Vittorio Russo.

Chi volesse ricevere “bina” e non fosse iscritto alla mailing list, può indirizzare una richiesta all’account bina_posta [at] yahoo [dot] it

Può bastare una riga semplice: “Desidero ricevere regolarmente a questo mio indirizzo la vostra lettera aperiodica Bina”.

Buona lettura.