Archivio mensile:Settembre 2007

¡ NI UNA MÁS !

Venerdì 21 settembre – ore 19:00

inaugurazione della mostra

“¡NI UNA MÁS! Anche gli artisti per Ciudad Juarez”

che viene allestita a Cagliari nello spazio Itzokor,
in via Lamarmora 123, dal 21 al 30 settembre dalle ore 19:00 alle ore 21:00
(chiusa i giorni 24 e 28 settembre)

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di informare e raccogliere fondi per un progetto chiamato Esperanza, che coinvolgerà i figli delle vittime del femminicidio a Ciudad Juarez. Difatti, dal 1993 ad oggi sono più di 600 donne torturate e assassinate
nello stato messicano del Chihuahua e migliaia quelle di cui ancora non si ha notizia.

Artisti che partecipano all’iniziativa:
Marta Anatra, Alessandro Biggio , Maria Caboni, Federico Carta, Marina Cuccus, Domenico Di Caterino, Simone Dulcis, Serena Fazio, Randi Hansen, Monica Lugas, Antonio Mallus, Yuri Mancosu, Andrea Orani, Giorgio Polo, Paola Porcedda, Mauro Rizzo.

Cliccando QUI trovi la locandina della mostra, puoi inoltrarla a chi potrebbe essere interessato?

Su Jukka-Pekka Kervinen

 

 

ripropongo qui un saggio sul lavoro di J.-P. Kervinen uscito su gammm alcuni mesi fa

 

1.

È significativo il nickname che Jukka-Pekka Kervinen usa nel blog http://selfsimilarwriting.blogspot.com/: asemic. Il sottotitolo del blog è “asemic texts in fractal dimensions”.

“Asemic” (in dimensioni di moltiplicazione indefinita: frattali) è un termine che positivamente sintetizza un buon numero delle strade stilistiche che l’artista ha intrapreso e organizza e costruisce/disfa: un percorso asemico, prima che asemantico. Attraverso accumuli orientati di ’soluzioni’, demolisce e complica e dunque rimette in gioco la stessa più ampia categoria del ‘risolvere’.

(Non troppo diversa è la prassi di accostamento e accumulo di variabili seguita da Jim Leftwich, che non a caso ha fittamente collaborato con Kervinen: cfr. http://telephonepoles.blogspot.com/, http://jimleftwichtextimagepoem.blogspot.com/ e i vari link legati).

I testi ‘quasi’ intraducibili di Kervinen raccolti in ow oom [pdf 64 Kb] per gammm vanno in questa direzione. In ow oom le lacune suggeriscono e ritraggono senso. Spostano e deviano e dislocano e slogano segni alfabetici e nessi semantici sulla pagina ogni volta un istante prima del riconoscimento, generando in questo modo molte false/possibili tracce, in accumulo così fitto da portare a quel conclusivo effetto-eco da “nessuna traccia” (e “nessun segno”, asemìa) che persuade il lettore ad affinare la ricerca, a ricostruire/tentare e sciogliere daccapo i legami spezzati.

Molte frasi e segmenti di senso sono ricostruibili colmando (o sentendo di dover colmare) le lacune, i tratti bianchi, le ambiguità, le sospensioni e anfibologie. Inoltre – elemento non secondario – proprio quell’eco finale vuota sottintende la necessità di una indagine non superficiale sulle più ampie promesse e sugli irraggiamenti di significato che una prassi asemica paradossalmente innesca, può innescare.

 

2.

A chi visiti le numerosissime opere-blog di Kervinen (spesso e significativamente nate senza intenzione di trasformarsi in ‘libro’: veri oggetti elettronici dunque) appare chiaro come si generi una sorta di energia complessiva dalle sue strutture e sculture – risultante da un poliedro di linee e forze date da immagini videopoemi testi sovrapposizioni interazioni e collaborazioni con altri autori.

Questo, di fatto, non avviene in virtù della singola pagina o del singolo lavoro grafico, ma direi all’interno della prassi ampia, del ventaglio aperto di tutte le sue operazioni, nell’accumulo parossistico delle stesse, in innumerevoli post, anche solo grafici o con labili tracce alfabetiche (cfr. http://codes-writing.blogspot.com/).

E il carattere del lavoro complessivo si rintraccia a sua volta in singoli esperimenti.

Pensiamo ai monumentali blocchi di sequenze coese in http://tc44.livejournal.com/: ci si rende conto che nessuna competenza linguistica umana potrebbe tener dietro alla piramide di rapporti aggettivali e nominali che lì viene attivata. Dopo due-tre righe fitte di nomi che fungono da apposizioni di altri nomi in sequenza interminabile, il filo è perso. Il dato e dado “asemico” è lanciato: le sue facce si moltiplicano, il poliedro tende alla sfera.

Anche questo è un modo di fare scrittura – e più in generale arte – installativa. Il lavoro di Kervinen dimostra di poter essere – in definitiva ed essenzialmente – VISTO. Sondato, scorso, non ‘letto’, non linearmente scansionato. (Cfr: http://nonlinearpoetry.blogspot.com/: “bifurcations, state machines and nonlinear dynamics”).

Il discorso installativo (non sempre: ma in alcuni casi) letteralmente disintegra e disperde attese semplificate e sguardo, aggredisce le decodifiche facili man mano che queste si tendono sulla pagina, e così obbliga il lettore a riletture e diversioni, a una filologia accanita nell’invenzione/ritrovamento di nessi semantici. (Che non ‘mancano’: piuttosto, sono esplosi in latenze, moltiplicati in ’segni meno’, negazioni).

Sfido chiunque a rimanere legato a un’idea di lettura lineare di questi blocchi, di queste vere e proprie sculture nominali.

 

 

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La scoperta dell’America / Gherardo Bortolotti

Fino all’aprile del 2004, la mia conoscenza della poesia degli Stati Uniti era meno che scolastica e consisteva, negli effetti, in una frammentaria lettura dell’antologia della New American Poetry, in un corso seguito al primo anno di lingue su The Waste Land ed in poche citazioni da Whitman e da Dickinson.

Nell’aprile del 2004, però, iniziai a lavorare come documentalista presso un piccolo centro di documentazione di Brescia. La mia mansione consisteva per lo più nella redazione di abstract e, a conti fatti, riusciva ad occupare solo una parte delle ore che trascorrevo in ufficio. Per il resto, avendo a disposizione un accesso ad internet a banda larga e nessuna limitazione nell’uso, passavo il tempo navigando in rete.

Ho iniziato così a visitare i siti ed i blog di poesia statunitensi. L’impatto è stato da subito spiazzante: sul web, la quantità di testi letterari in lingua inglese scritti da autori degli Stati Uniti è enorme. Gli autori reperibili sono nell’ordine delle centinaia, ed i siti, le riviste, i blog nell’ordine delle decine. Si aggiunga che una gran parte di essi è legata da una fitta rete di link, che rimanda gli uni agli altri in una vera e propria poetrynet, e si può capire come davvero ho avuto l’impressione di essere arrivato in Continua a leggere

“Apocalittici e imbranati”, di Andrea Pedrazzini

zapping!

Apocalittici e imbranati è un invio gratuito e quasi periodico di vignette scritte e disegnate da Andrea Pedrazzini (andped), senza scopi commerciali.

Chi volesse iscriversi alla mailing list di Apocalittici e imbranati e ricevere così le vignette gratuitamente e con regolarità, deve mandare una email con in oggetto “vignette sì” ad andreacarlo.pedrazzini [at] fastwebnet [dot] it
Chi invece volesse togliersi dalla mailing list deve mandare una email con in oggetto “vignette no” ad andreacarlo.pedrazzini [at] fastwebnet [dot] it

I dati email non saranno ceduti o venduti o diffusi a terzi in alcun modo.

http://andped.wordpress.com/

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and [***] follows the mutation of this unusual sort of showshot into the predominant point of view of zed iranian nose job story |||

satin nelson père owns handgun bullets — nice sort of seamless thing |||

sprashooting local den_interviel and plantpage ..vingou just feel that .. the “bluse” optould only be used for flat based/ethiethodology kind of $urplu$ |||

the first the better. they gave this. where more deliberat: shape chapter did the cool mazinger anime tv |||

getter .. :good girls go to heaven in early pot .. a whole chapter of ideas and exquisite color tones |||

robo mikimoto-sensei to draw the nadesico versions of the characters in the 60s, 70s, 80s, and early 90s |||

replicate what you did on the left on the right |||

u will need to break five brown wall pieces |||

Bibliografia di Luigi Bartolini

LABORATORIO DI CARTA

BIBLIOGRAFIA DEGLI SCRITTI APPARSI IN VOLUME

DI LUIGI BARTOLINI

A cura di

FABRIZIO MUGNAINI

Presentazione:

sabato 22 settembre 2007, ore 18.00

Il giorno 22 settembre 2007, presso la Sala Consigliare del Comune, la Biblioteca Comunale di Cupramontana presenta il libro Laboratorio di carta. Bibliografia degli scritti apparsi in volume di Luigi Bartolini, a cura di Fabrizio Mugnaini, edito dal Comune di Cupramontana.

Quanti sanno che il celebre film neorealista Ladri di biciclette, girato nel 1948 da Vittorio De Sica e sceneggiato da Cesare Zavattini, è in realtà debitore di un romanzo dello scrittore e incisore marchigiano Luigi Bartolini?

La pubblicazione, redatta con lavoro paziente e certosino dallo studioso e collezionista Fabrizio Mugnaini, è una ricerca tenace e meticolosa durata vari anni effettuata al fine di rintracciare tutte le edizioni delle opere di Luigi Bartolini e le traduzioni del suo romanzo Ladri di biciclette realizzate in vari Paesi del mondo.

L’impresa, oltre a rappresentare un omaggio allo scrittore di cui Mugnaini è grande esperto e conoscitore, vuole anche risarcire con amorevolezza la memoria di questa vicenda, riportandola al suo originario creatore, e nello stesso tempo far conoscere la diffusione che essa ebbe per un lungo arco di tempo.

Pratico come un manuale, ricco di dettagli inediti e preziosi, arricchito con rare immagini delle copertine delle differenti edizioni, il libro si presta ad essere sfogliato come un “carnet di viaggio”, attraverso l’indagine di testi apparsi in giornali e riviste. Esso raccoglie inoltre preziose informazioni tecniche inerenti le vicende tipografiche delle edizioni e le varianti di formato. Rintracciare il percorso di queste avventure bartoliniane porta il sentore di un tempo passato, cogliendone nello stesso tempo l’importanza storica. Il volume ricolloca lo scrittore Luigi Bartolini, alquanto dimenticato dall’editoria contemporanea, nella sua giusta posizione, accanto ai grandi protagonisti di un momento della storia italiana ricco d’espressività e accorata denuncia sociale e morale.

L’edizione, realizzata dal Comune di Cupramontana, si avvale del supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana che ne ha garantito la stampa.

BIBLIOTECA DI CUPRAMONTANA

Centro documentazione “Luigi Bartolini”

Via N.Sauro 1, 60034 Cupramontana

Riccardo Ceccarelli

Info: Tel. 0731 786855

e-mail biblioteca@comune.cupramontana.an.it

Babel, 20-23 settembre

Cari amici, benvenuti a
www.babelfestival.com

Babel, dal 20 al 23 settembre 2007 letteratura e traduzione tornano in scena a Bellinzona.
Tenuto a battesimo l’anno scorso dal premio Nobel Derek Walcott, il festival Babel accoglie quest’anno varie lingue balcaniche.

Letteratura e traduzione ci portano ad attraversare confini culturali e linguistici e ad accogliere l’«altro» presso di noi, per questo Babel invita il pubblico a incontrare autori che vivono e scrivono tra più culture e i loro traduttori italiani.
Nel 2007 sono molti i confini che la parola attraversa: gli invitati di Babel vanno da Ismail Kadaré, «capace come pochi di dare voce alle diverse anim! e dei popoli balcanici», al poeta di Sarajevo Abdulah Sidran, da Ornela Vorpsi, autrice del pluripremiato romanzo scritto in italiano Il paese dove non si muore mai, all’importante figura civile di Predrag Matvejevic, dal tragico e irriverente Tomaz Salamun alla giovanissima drammaturga Ivana Sajko. Altra lingua ospite è il tedesco, tra gli autori Michael Krüger , Helena Janeczek e Giorgio Orelli traduttore di Goethe.

Babel cura anche un programma di «traduzioni» tra diversi linguaggi artistici, con il concerto di Ljiljana Petrovic Buttler, l’«Edith Piaf dei Balcani», accompagnata dai Mostar Sevdah Reunion, un ciclo di film realizzato in collaborazione con il Circolo del cinema di Bellinzona, e i video degli artisti Marina Abramovic, Adrian Paci e Zlatan Filipovic.

Completano il festival la biblioteca di Babel, un fondo librario dedicato alla traduzione letteraria; il workshop di traduzione, che offre l’opportunità di lavorare con traduttori professionisti e con gli autori tradotti; gli incontri con le scuole; la mostra «Hesse e la casa editrice Suhrkamp»; il barBabel e la tenda della Rete Due RTSI.

Per ulteriori informazioni e un assaggio dell’atmosfera di Babel visitate il sito www.babelfestival.com

Babel stato reso possibile da Pro Helvetia, Repubblica e Cantone Ticino, Città di Bellinzona, Bellinzona Turismo, Fondazione Domenico Noli, Fondazione Göhner, UBS Fondazione culturale, Teatro Sociale, Edizioni Casagrande, AMAG, Coop cultura, AMB, AdS Autrici ed autori della Svizzera, ALSI.

da ALTER EGO / Christophe Marchand-Kiss

 

marchand-kissSu GAMMM un ebook di Christophe Marchand-Kiss: testi da alter ego (textuel, 2005), tradotti da Michele Zaffarano. Il file pdf [104 Kb] è scaricabile dalla pagina gammm/ebook.

 

Christophe Marchand-Kiss è nato nel 1964. Vive a Parigi e per il momento a Roma, all’Accademia di Francia, Villa Medici. È redattore della rivista «Action Poétique». Traduttore dall’inglese (Herman Melville, Edgar Allan Poe, John Cage, Gertrude Stein, Yoko Ono, Peter Greenaway etc), e dal tedesco (Ernst Jandl, Paul Scheerbart). È autore di testi come alter ego (Textuel, 2005), Gainsbourg, le génie sinon rien (Textuel, 2005), Poésie ? détours (Textuel, collectif, 2003), Regard fatigué (Aleph, 1998), Traduire en poésie (collectif, Farrago, 2001). Nel 1994 è uscito il suo libro Six Aléas (ed. Au Figuré). Il racconto L’anthropologue è uscito nel 1995 per Comp’Act. È stato co-fondatore della rivista di poesia “Zoom-Zoum”. I testi di Passé, retours, ou la conscience de son peuple si trovano in rete presso le edizioni Inventaire-Invention.