Archivio mensile:Gennaio 2008

grande e piccolo

la differenza tra grande e piccolo.

è la differenza tra Annie Lennox, live, e moltissimi altri cantanti. gli esempi si sprecano. http://www.youtube.com/watch?v=6onI1SnKm4o , http://www.youtube.com/watch?v=UHkKCShsBKA&feature=related , http://www.youtube.com/watch?v=2J2oddtceKM&NR=1

Annie Lennox canta al di sopra di quello che lei stessa ha composto. la sua voce vede il pentagramma dall’alto. tutti gli altri devono arrivarci stirandosi sulla punta dei piedi. senza esito, logicamente.

bina 71

È stata inviata oggi bina 71, con sei poesie inedite di Laura Pugno, da La mente paesaggio.

Come sempre, il testo è leggibile senza formattazione nel corpo della mail, e formattato in attachment Word.

Chi vuole ricevere la lettera aperiodica può indirizzare una richiesta a bina.posta [at] gmail.com . (Si prega però di non utilizzare questo indirizzo per spedire materiali, testi o comunicati stampa).

mg

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N.B.: bina riceve ogni tanto delle “delivery status notifications” negative, dovute al fatto che alcuni destinatari cambiano indirizzo di posta elettronica senza darne comunicazione. Gli account che danno questo tipo di notifiche vengono cancellati automaticamente dall’indirizzario di bina. Se si vuole continuare a ricevere regolarmente la lettera, è importante non dimenticare di comunicare ogni cambiamento di casella email.

Nelle parole

“Nelle parole si chiudono e quasi si legano le idee, come negli anelli le gemme, anzi s’incarnano come l’anima nel corpo, facendo seco loro come una persona, in modo che le idee sono inseparabili dalle parole, e divise non sono più quelle, sfuggono all’intelletto e alla concezione, e non si ravvisano, come accadrebbe all’animo nostro disgiunto dal corpo” (Zibaldone, 2584: 27 luglio 1822)

spleen del meccanismo

Spleen / Macchinazioni per fiori

Immagini di Alfredo Anzellini, traduzioni da Baudelaire e testi di Marco Giovenale

La camera verde, Roma 2007

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la macchinazione per fiori è la melanconia del meccanismo.

è anche la scrittura di scena dei fiori? la scena primaria del linguaggio, legge-florilegio? antologia? deflorazione della?

più che scrittura di scena è la melanconia della sua inevitabilità.

(l’accadere necessitato – uno dopo l’altro – come fanno i giorni – degli spezzoni, delle montature).

questi non sono testi scritti. deve esserne data traccia su carta e allora ecco il libro. ma:

questi testi tracciano una azione vocale del buio, del negativo.

sono l’installazione di un segno di inevitabilità delle frasi.

hanno perfino un “contenuto”. (così càpita). certo; ma base del libro (in tutte le parti della sequenza) è il suo essere legatura.

o volendo: nodo che non si sa (che non si fa) sciogliere. né scegliere. non c’è modo.

quel che del testo parla di più è questo. è il vincolo. folla-falla di senso.

tutto (ne) sfugge perché la trama-tarma è tarmata a sua volta.