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Archivio mensile:Novembre 2008
lo fanno tutti
recensione a “Il colore oro”
un’altra denuncia
“The Giant’s Fence” reviewed
nessun ruolo
in occidente il tempo storico è di distruzione senza residui del tempo individuale. ogni giorno si consuma l’incendio integrale delle energie fisiche e così mentali dei lavoratori. chi lavora non può più in nessun modo accedere seriamente e rigorosamente al ruolo di intellettuale. chi ha conosciuto un simile ruolo in periodi più fortunati, retrocede ora metro a metro perdendo margine, pagine, nozioni e alfabeto.
il cosiddetto analfabetismo di ritorno, che allegri sociologi illustrano dai grafici fluorescenti nelle ore brillanti delle tv, riguarda in definitiva tutti i parlanti.
in meno di cento anni si è rovesciato il discorso della Room of one’s own della Woolf.
precisamente a chi lavora sono sottratte indipendenza e libertà, dunque stanza nella scrittura.
è la chiarissima osservazione di Debord nel Panegirico: «ormai la schiavitù vuole realmente essere amata per se stessa» (non in vista di qualcos’altro). la diagnosi situazionista sulla società non registra aggiornamenti degni di nota.
la scrittura o è agìta da altoborghesi provvisti di strepitose ma anche strepitanti garanzie, o costa decisamente sangue/lacrime, o più facilmente non ha luogo affatto. (e: la nozione di “poeta operaio” nemmeno è più etichetta derisoria). fiumi interi, una volta almeno sotterranei, sembrano destinati a meno che polvere. requiescant. nulla di nuovo: è plausibile perfino pensare immorale la permanenza di una ‘intellettualità’ dove un intero pianeta di suicidi tollera e agisce il massacro di massa, il declino dell’ecosistema, la guerra perpetua.
la disgregazione di uno o molti sistemi letterari non è — rispetto ad altro — il male.
questa non è posizione nichilista. sono parole scritte in piedi negli spazi non garantiti del lavoro non letterario. che lo stesso lavoro letterario, ‘intellettuale’, abbia perso garanzie è un’aggiunta poco interessante. dovevamo pensarci prima, adesso non si salva quasi più nessuno. (chi meriterebbe salvezza? per quali azioni?)
*
[ breve intervento già comparso in “Atelier”, a. XI, n. 42, giugno 2006, p. 45 ]
[ non necessariamente condivido ancora il mio tono apocalittico: l’impegno nonostante lo stato di cose descritto ricomincia ogni giorno; così è ]
la crisi delle borse vista dal Burkina Faso
Empiria, 10 novembre: Elio Pagliarani
Edizioni Empirìa
Roma, via Baccina 79 (via dei Serpenti)
lunedì 10 novembre – ore 18:30
INCONTRO CON ELIO PAGLIARANI
e con alcuni giovani poeti romani
*
Edizioni Empirìa
via Baccina 79 (via dei Serpenti)
tel.0669940850 fax 0645426832
Private: “social issues”
mail art call: trench art
MAIL ART CALL: MAIL ART RESPONSES TO TRENCH ART
Next year the Roanoke Marginal Arts Festival will include an exhibit of Trench Art.
Trench art is commonly defined as any decorative item made by soldiers, prisoners of war or civilians, where the manufacture is directly linked to armed conflict or its consequences.
Common articles that this includes are decorated shell and bullet casings and items carved from wood and bone.
To the uninitiated, all trench art, by definition, was made by a soldier sitting in a trench in France during the First World War, in the midst of a bombardment. To the cynics, it was all made in the 1920s by enterprising French and Belgian citizens. The reality is, naturally, a mix of these extremes, and everything in between, and spans conflicts from the Napoleonic Wars to the present day. (from the Wikipedia entry)
We will have an exhibit space in the building next to the gallery hosting the Trench Art exhibit.
Deadline: February 1, 2009
Exhibit dates: February 20 – 24
Size/Medium/Technique: Free
No jury, no fees, no returns
Documentation: on Flickr and a blog
(please include your email address for notification of documentation)
Jim Leftwich
Mail Art Responses To Trench Art
525 10th St. S.W.
Roanoke, VA 24016, USA
skip – exit – etc
Quel che scrive Fortini a proposito delle due posizioni del critico illumina mica poco. Parla del critico 1, in editoria, e 2, in accademia.
Editoria e università. Tertium eccetera.
La conseguenza è che il mondo vario e intiero per quanto è tondo, notoriamente non editoriale e accademico full-time, scappa e sguscia come gelatina da tutte le parti. Sfugge. Dentro questo bilocale proprio non ci cape, non ci vuole stare. Mica nascondi Cthulhu sotto il tappeto, eh no.
Intendiamoci: Fortini è per tante (magari altre) ragioni un mio “autore di riferimento”. E — anche in questo caso — prendo a pretesto e prestito la dicotomia di cui sopra; nada mas; certo non ci chiudo dentro tutto Fortini. Ci mancherebbe. (Del resto cito anzi linko una citazione).
Ma la stupefazione, maraviglia, resta e cresce. Specie sapendo e vedendo che “i migliori cervelli della mia generazione” dall’università (massime dalla italiana) scappano a gambe levate. E anche vedendo che di editoria spazzatura sempre più (e con ragione da scialare) si parla e straparla.
Susurro: esiste altro, a partire dalla rete. Esiste quanto precisamente vive e fa testo senza e contro le istituzioni, senza e contro l’editoria infame infima infida.
Ma virando bruscamente su un altro elemento del dialogo affrontato nei giorni passati su N.I., che poi è magari il primum, ossia la variamente articolata declinata endiadi realtà / testo (stili di), noto da commenti a vari post assai visitati e vissuti che la bio è gittata tuttodì nel silenzio.
Geenna (con macchinici pianti e stridori) per chi già all’inferno è domiciliato. Per chi ha il trauma. O un lavoro decostruente. O niente lavoro.
Esempio: nei commenti indiani degli scorsi giorni si leggeva di “adolescenze tumefatte” che lagnandosi online violerebbero incaute il proprio sperato riserbo, e così sfascerebbero i dilicati apparati genitali de’ leggenti (con facile effetto domino su milioni di anime, le tapine).
Non critico ciò. Solamente e desolatamente osservo: è vero. Vero è che tanta impudicizia non è perdonabile (-ata). Come la realtà.
Mi rendo conto, tutte le volte che cito anche per miseri 3″ netti nu guaio che m’è occorso, o che riguarda alcuno di comune conoscenza, issofatto il profilo oculare dell’udente si arcua e duole come vedi negli angioli di Giotto per la morte del Cristo. S’ha presente la dipintura? Spicchi piangenti! E il tutto di che tu se’ uomo ti s’arriccia di contrizione.
L’udente compiange, ti osserva, co-patisce, fa muro, e dura l’ascolto con un solo orecchio, mentre con graffi fuoricampo va disperato unghiando e tentacolando sul mouse alla cerca di uno “skip” cliccabile.
Deh, come a ciò giugnemmo, frati? Pare che davvero se uno ha la mafia al fegato se la deve tenere e crepare e zitto. E allora uno ha un presidente del c******** e se lo deve tenere? Teneramente? Ecché? E come?
Ma è così. “Non sta bene” dire che mi sto scordando l’alfabeto perché porcoqqua e porcollà (raddoppiamento fonosintattico illegale) mi tocca stare 12 ore al giorno a fare pacchetti con dentro una muffa.
“Non sta bene” dire che perfino nella civile Francia uno studioso di valore non trova dopo anni e anni uno sbocco se non di bile. “Non sta bene” far notare che uno dei maggiori filologi e traduttori dalle lingue antiche è disoccupato da 10 anni e passa. “Non sta bene” inviperirsi perché la persona che ha voltato in italiano più autori contemporanei francesi di tutti i traduttori italiani di romanzi di cacca (che però vendono) campa con uno stipendio di commesso. “Non sta bene” rilevare che è assurdo che un altro traduttore eccezionale, che di statunitensi si occupa, per sopravvivere faccia l’archivista inchiodato per ore al video.
Ho appena “sottinteso” quattro dei migliori autori che conosco. Ma sono migliori — guarda tu il caso — in un contesto che NON è accademia e non è editoria maior (=di merda, surtout). Come la mettiamo con il bilocale di Fortini?
Come la mettiamo con la realtà-realtà? (Non con il rapporto del testo con quest’ultima). (Su cui, da autore clus, farei discorso potentemente noioso).
Per il ventennale di “Testo a fronte”
Tradurre l’Altro, Tradurre sé: Vent’anni di “Testo a fronte”
11 novembre 2008
Università IULM
Aula Seminari – via Carlo Bo 1 – 20143 Milano
giornata di studio sulla traduzione letteraria in occasione del ventennale di fondazione della rivista TESTO A FRONTE, ed. Marcos y Marcos.
Interverrano – tra gli altri – Lawrence Venuti, Giulia Lanciani, Gabriele Frasca, Edoardo Zuccato. Franco Buffoni, direttore della rivista, parlerà di teoria della traduzione alle h12; Andrea Inglese, curatore del numero mongrafico su Beckett, interverrà alle h 15.

